Statine: maggiore l’età, minore l’efficacia

27 Settembre 2018
Statine: maggiore l'età, minore l'efficacia

Sul tema del colesterolo, del rischio cardiovascolare e della relativa prevenzione si è molto dibattuto negli anni, e la questione è ad oggi tutt’altro che risolta.

Se da un lato è indubbio un ruolo protettivo derivante dall’uso delle statine in pazienti selezionati, dall’altro i generosi criteri di prescrivibilità rendono questo farmaco pressoché ubiquitario nelle terapie degli over 65.

Già da anni discutiamo sulla reale necessità delle statine e sul ruolo del controllo del colesterolo nella riduzione della mortalità, ed un ulteriore tassello in questo puzzle arriva da uno studio pubblicato nel settembre 2018 sul British Medical Journal

Partendo dal presupposto che stiamo assistendo a un progressivo invecchiamento della popolazione, i soggetti con più di 75 e 85 anni inclusi negli studi sono comunque a oggi pochi. I ricercatori quindi si sono posti un intelligente quesito: quanto studiato ampiamente nella popolazione “generale” si applica anche a questi soggetti più anziani?

L'uso di statine dopo i 74 anni non portava alcuna riduzione di mortalità né di malattia cardiovascolare nei soggetti non diabetici.

Per cercare di rispondere gli studiosi hanno analizzato retrospettivamente i dati di circa 47.000 persone con in media 77 anni, seguite per circa 5 anni e mezzo, senza malattie cardiovascolari in origine, al fine di capire se il trattamento con statine in prevenzione primaria fosse in grado di influenzare la comparsa di problemi cardiovascolari o la mortalità complessiva. 

I ricercatori hanno osservato in maniera netta come l’uso di statine dopo i 74 anni nei soggetti non diabetici non portava alcuna riduzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari né della mortalità complessiva, risultando quindi superfluo.

Nei soggetti con diabete mellito di tipo 2 invece si è vista una riduzione sia della mortalità che delle malattie cardiovascolari fino agli 85 anni, oltre i quali però si è osservata una drastica riduzione di efficacia, che si annullava del tutto oltre i 90 anni.

È bene notare che questi dati provengono dal database catalano delle cure primarie, e quindi tratta una popolazione “mediterranea” con abitudini alimentari e di stile di vita simili, anche se non uguali, ai nostri.

Questo studio, sebbene sia retrospettivo e non dotato di una potenza statistica tale da poter modificare le linee guida, fa però molto riflettere circa l’utilizzo di statine nella popolazione over 75, in quanto ad oggi i calcolatori del rischio cardiovascolare le rendono consigliate praticamente sempre in questi soggetti.

In attesa di studi con maggiore potenza, attualmente in corso e di cui si attendono i risultati nel 2022, quello che possiamo trarre come indicazione è che molto probabilmente gli interventi su nutrizione, attività fisica e stile di vita hanno una influenza sempre maggiore, anche e specialmente nei soggetti anziani, in cui la terapia farmacologica sarebbe verosimilmente da valutare solo in caso di fallimento di questi.

Bibliografia essenziale