Colesterolo alto dopo i 65 anni? Statine, no grazie!

9 Novembre 2004
Colesterolo alto dopo i 65 anni? Statine, no grazie!

Se a 40 anni valori elevati di colesterolo e trigliceridi sono statisticamente correlati al rischio di infarto cardiaco o di ictus cerebrale, dai 65 in avanti (e probabilmente anche da qualche anno prima) non esiste alcuna correlazione tra livelli di grassi e la mortalità per questi eventi cardiovascolari.

Un nuovo lavoro scientifico pubblicato pochi giorni fa (Psaty BM et al, J Am Geriatr Soc 2004 Oct; 52:1639-47) ha ripreso un tema non nuovo (Eurosalus ne aveva già parlato anni fa), ma presentato oggi con la forza di un alto numero di partecipanti allo studio (circa 5.000) e della prolungata durata dello studio (oltre 7 anni), che ha effettivamente consentito di escludere la corrlazione tra colesterolo elevato e mortalità. Ma allora perché prendere le statine?

Di fronte a queste considerazioni, e fermo restando l’importante valore protettivo delle statine (i farmaci contro il colesterolo) nelle persone che abbiano avuto già un infarto, che dire di tutti gli anziani mediamente sani che si vedono prescrivere statine solo per il colesterolo un po’ elevato?

È senz’altro lecito porsi qualche domanda su queste prescrizioni: a chi servono? Agli anziani o a chi le vende? Ad un’analisi attenta ci sembra strano che non sia in atto una campagna di stampa per spiegare ad anziani e meno anziani che le statine per loro non sono utili.

Vale la pena semmai di ricordare che, per chi ha superato i 70 anni, è stato dimostrato un ruolo altamente protettivo del colesterolo elevato sulla formazione di tumori. Come dire che il colesterolo alto, da anziano, ti preserva dal cancro. E allora perché abbassarlo?

Alcuni dicono che esiste comunque un margine di beneficio cardiovascolare anche per le persone oltre i 65 anni, ma probabilmente questo si ottiene grazie all’importante azione antinfiammatoria delle statine (non a quella anticolesterolo), e a scapito dei vantaggi antitumorali indotti dal colesterolo elevato.

Negli ultimi anni, infatti, si è giunti a capire come l’azione protetttiva di questi farmaci non sia legata tanto al controllo del livello di colesterolo quanto alla probabile azione antinfiammatoria svolta sull’intero organismo.

Se questo è vero, sappiamo che esistono modi più sicuri per ottenere lo stesso risultato: un po’ di dieta che controlli le intolleranze alimentari, e avviare una sana attività fisica, pratica che sempre favorisce la riduzione dell’infiammazione e controlla altri aspetti del metabolismo. Con vantaggi che nessuno può negare.

Altri lavori recenti pubblicati sullo stesso tema:

  • Foody JM et al. Long-term prognostic importance of total cholesterol in elderly survivors of an acute myocardial infarction: The Cooperative Cardiovascular Pilot Project. J Am Geriatr Soc 2003 Jul; 51:930-6.
  • Brescianini S et al. Low total cholesterol and increased risk of dying: Are low levels clinical warning signs in the elderly? Results from the Italian Longitudinal Study on Aging. J Am Geriatr Soc 2003 Jul; 51:991-6.