Kiwi della salute

29 Novembre 2017
Kiwi della salute

Le piante e i frutti sono da sempre considerate fonti di inestimabile valore dal punto di vista del contenuto di antiossidanti e vitamine.

Questo vale anche per il kiwi che è uno dei frutti più potenti dal punto di vista del potere antiossidante (J. Agric. Food Chem., 1996, 44 (3), pp 701–705 DOI: 10.1021/jf950579y Publication Date (Web): March 19, 1996).

Il suo contenuto di vitamina C (che è quasi doppio, ad esempio, rispetto a quello del limone) e vitamina E, la presenza abbondante di quercetina (un flavonoide ampliamente studiato per le sue qualità antiossidanti), e l’ampio contenuto di fibra e di minerali importanti quali il potassio e il magnesio (quasi pari a quelli contenuti nella stessa quantità delle banane) lo rendono un pacchetto estremamente potente, da aggiungere alla propria tavola (nei momenti di reintroduzione, in chi sta seguendo una dieta di rotazione specifica). 

Particolarmente utile sembrerebbe l’azione del kiwi sulla salute cardiovascolare: nel volontario sano l’utilizzo di tre kiwi al giorno per 28 giorni ha portato a una riduzione dei trigliceridi del 15%.

Inoltre, la stessa azione, ha evidenziato una riduzione della risposta di aggregazione delle piastrine del 18%, elemento particolarmente utile in presenza di aterosclerosi o malattia coronarica.

Il kiwi è un frutto potente, sopratutto per il suo contenuto in antiossidanti e vitamine.

Risultati molto simili sono stati ottenuti nello studio dei soggetti iperlipidemici (con alterazioni di colesterolo e/o trigliceridi agli esami del sangue) in cui si è evidenziato un aumento del colesterolo HDL (quello protettivo per la salute cardiovascolare); inoltre, alcuni marker di ossidazione lipidica (che è un elemento negativo per la salute dei vasi) erano ridotti, mentre risultavano aumentati e livelli misurati di vitamina C ed E.

Per questi motivi, l’uso del frutto è stato definito probabilmente positivo sulla salute cardiovascolare e la ricchezza antiossidante anche nei pazienti con alterazioni del profilo lipidico.

Per altro, il kiwi è uno dei frutti a maggiore concentrazione di serotonina, tanto da essere in grado di modificare l’escrezione urinaria del suo metabolita.

Il kiwi contiene percentualmente più serotonina del cioccolato fondente (Am J Clin Nutr October 1985 vol. 42 no. 4 639-643). La serotonina ha effetti importanti soprattutto a livello del sistema nervoso centrale su cui agisce come modulatore dell’appetito e dello stress. In particolare, la serotonina sembra ridurre la ricerca compulsiva di zuccheri, aumentando invece la ricerca di proteine. 

Se la serotonina assorbita in quanto tale non è comunque capace di passare la barriera che separa il sangue dalle cellule del cervello, il triptofano, precursore a sua volta della serotonina, lo è. Il triptofano stesso è presente in quantità comunque relativamente interessanti nel kiwi, soprattutto se lo si confronta con gli altri aminoacidi contenuti (e con cui il triptofano condivide i trasportatori).

Le proprietà del kiwi lo rendono un interessante “integratore”, da utilizzare nel periodo della sua maturazione che va, con un po’ di elasticità, da novembre a maggio.

L’attenzione nella sua assunzione è da fare per chi soffre di importanti reazioni allergiche, come ad esempio accade per le fragole.

In questi casi, riportare l’infiammazione generalizzata a un livello di soglia adeguato può essere una soluzione.

Altresì da affrontare è il tema del kiwi utilizzato come lassativo (“se non vado in bagno per un po’, mi basta mangiare un kiwi per risolvere immediatamente il problema”): questo tipo di risposta, la stessa che spesso si vede con le prugne, può essere indice di infiammazione da profilo alimentare personale specifica, risolvibile.

Buon appetito a tutti!