Facciamo un po’ di chiarezza sull’integrazione di calcio

di Gabriele Piuri - Medico Chirurgo
20 Novembre 2007
Facciamo un po' di chiarezza sull'integrazione di calcio

DOMANDA

Mi interesserebbe conoscere il vostro parere in merito all’assunzione di integratori a base di calcio, e in generale a cibi che lo contengono, in caso di ipotiroidismo. Ad un centro di medicina integrata a Roma, mi è stato detto che, essendo ipotiroidea, dovevo evitare cibi come soia, tutte le brassicacee (cavolo, verza, cavolfiore, ecc) ma soprattutto latte e latticini e integratori di calcio, che rallentano l’attività tiroidea. A questo punto mi chiedo: è davvero così? Non è pericoloso per me non assumere abbastanza calcio? Ho cinquant’anni, e sono in menopausa da cinque. Grazie anticipatamente per la vostra risposta.

RISPOSTA

Gentilissima Lettrice,

la risposta alla sua domanda è già ben descritta nelle pagine del nostro sito a cui rimandiamo per un maggior approfondimento.

Le persone che assumono calcio dalla dieta in maniera appropriata non necessitano di un’integrazione con questo minerale. L’aggiunta di calcio in un’alimentazione che ad esempio preveda già sesamo, soia, broccoli, cavolo ecc. è assolutamente inutile. Questo vale anche in caso di osteoporosi (posto che lo sia per davvero) che necessita piuttosto l’intervento con prodotti naturali come l’equiseto che permettono un più efficiente utilizzo del calcio introdotto con la dieta.

Discorso diverso per il calcio derivato da latte e latticini. Oggi è pienamente documentata l’interferenza dei prodotti derivati dal latte sulle funzioni ormonali dell’organismo. Pensiamo anche solo alle relazioni tra latte e aumento della resistenza insulinica senza tralasciare il rapporto con patologie complesse come l’ovaio policistico o la steatosi epatica.

Proprio per questo siamo convinti che in caso di ipotiroidismo l’assunzione eccessiva di latte e latticini possa incidere negativamente sulla normalizzazione del quadro ormonale. Siamo dell’idea che l’utilizzo dei prodotti lattiero caseari non sia da proibire, ma certamente da limitare, prevedendo nella settimana alcuni giorni in cui assumerli serenamente e altri in cui è preferibile astenersi dal consumarli.

Comunque la soia non altera in alcun modo la funzione tiroidea. Questo tipo di indicazione nasce dall’erronea interpretazione di un lavoro scientifico che in ogni caso dimostrava l’alterazione nei topi di un solo parametro tiroideo (Tireoperossidasi o TPO) lasciando assolutamente invariati i normali livelli di funzionamento della tiroide.

Considerando infine la sua preoccupazione per l’osteoporosi in menopausa vogliamo sottolineare come una moderata attività fisica sia indispensabile per mantenere le ossa in piena forma. Le sollecitazioni sulle strutture ossee derivate anche da una semplice camminata a passo svelto costituiscono un eccezionale stimolo trofico per migliorare la salute di tutto l’apparato scheletrico.