Dimagrire controllando infiammazione e intolleranze


di Attilio Speciani
06 Dicembre 2013

«Dottore, mi aiuta a dimagrire? Mi sembra che al mio confronto gli altri si abbuffino, mentre  io non mangio tanto: eppure continuo a mettere su chili. Se faccio una dieta perdo subito dei chili e appena la smetto, li rimetto su con gli interessi. C'è qualcosa che mi può aiutare?»

Questo tipo di richiesta è sempre più frequente, ed essendo perfettamente motivata sul piano scientifico, spiega il perché di un disagio così diffuso.

Una dieta ben fatta per controllare l'infiammazione da cibo e recuperare la tolleranza alimentare, rispettosa di alcuni principi alimentari, è in grado infatti di aiutare le persone che soffrono di infiammazione da cibo a ritrovare la propria forma fisica e dimagrire.

Si è scoperto che l'infiammazione in genere, e in particolare il BAFF (una delle citochine infiammatorie maggiormente correlate al cibo) determinano resistenza insulinica. Una reazione alimentare che generi infiammazione innesca nell'organismo un processo infiammatorio che provoca l'ingrassamento e attiva un segnale di pericolo per l'intero organismo.

Accumulare grasso di scorta (di solito nei posti sbagliati) è la corretta risposta di ogni persona ad una possibile situazione di pericolo che perduri nel tempo. Esattamente come farebbe un orso prima dell'inverno, quando le foglie ingiallite e i primi freddi gli trasmettono dei segnali di pericolo per l'imminente inverno.

Lo scopo di una impostazione alimentare tesa a recuperare la tolleranza, è quello di ridurre il più possibile l'infiammazione da cibo (con benefici anche su numerosi disturbi immunologici), eliminare il segnale di pericolo trasmesso all'organismo, inviandogli invece segnali di attivazione del metabolismo.

Esattamente come avviene nei mesi di febbraio e marzo per i cavalli, che ricevono dalla luce solare quei segnali di attivazione metabolica che li aiutano in poche settimane a perdere peso, tornare scattanti e magri e rinnovare la chioma. In modo naturale e spontaneo.

Una dieta che controlli l'infiammazione da cibo rappresenta quindi una potente dieta di segnale, che consente di perdere peso proprio nei posti in cui il grasso si è accumulato malamente e facilita la riattivazione del metabolismo, ricreando la giusta sensibilità all'insulina.

Ricordiamo negli anni passati la documentazione di risultati spesso straordinari, documentati settimanalmente su "Donna Moderna" nel reality sulla nutrizione che la rivista ha seguito per oltre 5 anni.

Ci piace ricordare l'esempio di Giulia, la bravissima ballerina siciliana della trasmissione “Amici” che venne però eliminata per la sua conformazione corporea. Pur essendo già una donna molto sportiva, Giulia iniziò una dieta di segnale cambiando alcune impostazioni dietetiche e soprattutto controllando l'impiego dei cibi ad alto livello di fermentazione ed i cibi ad alto contenuto di sale nella sua alimentazione.

I test impiegati per capire le cause della sua infiammazione da cibo avevano infatti evidenziato una reazione a questi due Grandi Gruppi Alimentari.

L'impressionante risultato consente di vedere che Giulia ha trasformato il grasso in muscolo, e lo ha perso esattamente dove lo aveva accumulato. Controllando l'infiammazione da cibo si mette in moto una specie di segnale uguale e contrario a quello che nel tempo la aveva fatta ingrassare nei posti sbagliati.

Impostazione pratica

Per seguire una impostazione nutrizionale che controlli l'infiammazione da cibo e favorisca il recupero della tolleranza alimentare è necessario avere a disposizione i risultati di un test di profilazione individuale che indica quali sono i Grandi Gruppi Alimentari coinvolti nell'attivazione infiammatoria.

Insieme all'esito del test vengono fornite le necessarie indicazioni di supporto alla dieta di rotazione che mira al controllo infiammatorio che non è l'unica causa di un aumento di peso.

Visto però il successo che traspare visivamente dal cambio alimentare successivo al cambio di abitudini alimentari, la motivazione che spinge molte persone a fare questo test è proprio la ricerca di dimagrimento, che ha comunque bisogno di vedere integrate anche altre tecniche di lavoro.

Nel nostro centro di Milano da anni accompagniamo le persone che hanno bisogno di affrontare un riequilibrio della propria forma e perdere grasso attraverso ben precisi percorsi terapeutici.

In genere quindi per applicare le indicazioni che arrivano dal test al dimagrimento, si segue questo tipo di programma, anche se individualmente possono essere date delle indicazioni diverse:

  1. Dieta di rotazione corretta sui Grandi Gruppi Alimentari responsabili dell'infiammazione (intolleranze), consentendo comunque 3-5 pasti alla settimana di libertà alimentare, sia per aiutare il recupero della tolleranza, sia per rendere comunque una gioia il cammino per il recupero della propria forma fisica.
  2. Eliminazione completa dello zucchero e dei dolcificanti (naturali o artificiali che siano, miele e malto compresi). Gli unici dolci consentiti sono dolci complessi (torte casalinghe, biscotti) da usare nei giorni in cui si può "sgarrare". La rinuncia allo zucchero è uno dei più potenti segnali metabolici che si possa mandare all'organismo per attivare il dimagrimento.
  3. Ricerca prevalente di cibi integrali. L'uso di cibi a basso indice glicemico (e i cereali integrali hanno tutti un indice glicemico basso rispetto a quelli raffinati) consente l'utilizzo di un maggior numero di calorie alimentari senza creare dei picchi di glicemia. Usare cibi a basso indice glicemico, e nel caso dei cereali sostituendo quelli raffinati con l'integrale, aumenta il consumo calorico e fa bruciare i grassi.
  4. Abbinamento di carboidrati e proteine in tutti i pasti. A partire dalla prima colazione fino alla cena, abbinare proteine e carboidrati e fibra nello stesso pasto rallenta l'assorbimento, abbassa il carico glicemico del pasto e migliora la sensibilità insulinica.
  5. Effettuazione di una prima colazione ricca, che deve progressivamente diventare il pasto principale della giornata. La prima colazione deve essere fatta entro 1 ora dal risveglio, o eventualmente dopo l'attività fisica svolta al mattino presto.
  6. Attivazione del movimento. È uno dei segnali più importanti che si possa dare all'organismo. La attività aerobica lenta deve ricordare ad ogni individuo la propria condizione di “cacciatore e raccoglitore” tipica del paleolitico (qualche centinaia di migliaia di anni fa). Basta il camminare, ma il limite a cui non si può rinunciare è di camminare in modo continuativo per almeno 60 minuti per almeno 3 volte alla settimana, e tutto il di più darà altri vantaggi aggiuntivi. L'utilizzo di una attività a elevato impatto (meno tempo per esercizi più intensi) è una delle altre opzioni che si possono scegliere e spesso integrare a quella aerobica per ottenere il miglior risultato pratico in termini di perdita di massa grassa.
  7. Integrazione con alcune regole alimentari come la masticazione prolungata, che attiva lo scioglimento del grasso, e l'iniziare ogni assunzione di cibo con un pezzetto di frutta o verdura (sostanze “Crude, Vive e Colorate”), tecnica che velocizza la riduzione dell'infiammazione da cibo e il controllo della reattività alimentare e delle allergie. Inoltre è possibile aiutare l'organismo con specifici integratori come Perilla, Resveratrolo, Cromo, Aminotirosina ed altri ancora che supportano l'azione dimagrante di sieta e attività fisica.

Nel nostro centro di Milano (SMA) da anni accompagniamo le persone che hanno bisogno di perdere peso e di riequilibrare la propria forma attraverso specifici percorsi terapeutici.