Allergia e composizione corporea. Legami stretti tra asma, infiammazione e massa grassa

18 Aprile 2017
Allergia e composizione corporea. Legami stretti tra asma, infiammazione e massa grassa

Il BMI (indice di massa corporea) ha finito il suo tempo… Un importante articolo pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology (la Bibbia degli allergologi) nel marzo 2017 ha messo fortemente in dubbio il valore di questo indice.

In particolare, negli ultimi anni si è capito che infiammazione da cibo, allergia e ingrassamento sono fortemente correlati.

Il BMI è un indice che mette in correlazione peso e altezza, ma che rischia di dare lo stesso valore ad un “bagnino ipermuscolato” alto 170 cm, del peso di 87 kg (tutto muscoli), e ad un a “signora obesa” alta 170 cm e fatta solo di grasso, del peso di 87 kg (entrambi con un BMI di 30,1 che corrisponde ad una obesità di I grado).

Da alcuni anni si stanno evidenziando le relazioni strette tra infiammazione dovuta al cibo, resistenza insulinica (e ingrassamento) e aumento delle allergie (asma e rinite).

L'allergia è correlata con la percentuale di massa grassa e non con l'indice di massa corporea (BMI). Il nutrizionista serio deve misurare la composizione corporea in modo certo.

Il lavoro di Forno ha spiegato che questa relazione non si può esprimere con il vecchio strumento del BMI, ma va documentata con la percentuale di massa grassa presente in ogni soggetto. È quella infatti che cresce, indicando l’effetto dell’infiammazione, e non certo il BMI.

Nell’esempio di prima, il bagnino ipermuscolato, nonostante un BMI di 30,1 (che lo classificherebbe come obeso), ha una massa grassa del 16%, mentre la stessa signora riportata nell’esempio ha invece una massa grassa del 32%, che conferma davvero la sua obesità.

La maggiore prevalenza dell’allergia non dipende dal BMI, ma dalla effettiva percentuale di massa grassa. Il “bagnino” non ha una maggiore prevalenza di allergia, mentre la signora con una massa grassa elevata sì.

E il lavoro di Forno appena citato lo conferma: dopo avere misurato in una coorte di oltre 6.000 bambini il BMI, la composizione corporea e il tipo di distribuzione del grasso, ha evidenziato che solo la massa grassa e la distribuzione addominale del grasso erano fortemente correlati alla funzione respiratoria. In questo senso una maggiore attenzione all’aspetto finale dell’ingrassamento (quello legato alla resistenza insulinica) è correlato all’asma e alle malattie allergiche.

La distribuzione del grasso a livello addominale e la carenza di muscolarità sono gli stessi indicatori della sindrome metabolica e sono strettamente correlati con la infiammazione da cibo e con i livelli di BAFF e PAF che noi misuriamo sistematicamente nei soggetti allergici. 

In conclusione

  • Il BMI non può essere usato come indicatore vero di ingrassamento o dimagrimento.
  • L’ingrassamento tipico della insulino resistenza è quello fortemente correlato con la infiammazione e con le malattie allergiche.
  • Il trattamento di una malattia allergica richiede anche la misurazione della infiammazione correlata al cibo per il suo miglior trattamento.

Un bambino grasso o un adulto “paffuto” non sono per forza asmatici o allergici, ma persone allergiche con qualche chilo di troppo, distribuito nei posti sbagliati, possono migliorare e aiutare la guarigione con una dieta corretta e una impostazione alimentare che controlli l’infiammazione e la resistenza insulinica.