Fibromialgia e stanchezza cronica. Legami sempre più stretti con l’infiammazione

17 Maggio 2020
Fibromialgia e stanchezza cronica. Legami sempre più stretti con l'infiammazione

La fibromialgia è sicuramente una condizione complessa in cui l’infiammazione coinvolge tutto l’organismo a partire da muscoli, articolazioni e sistema nervoso, creando allo stesso tempo interferenze sull’attività metabolica, ormonale e psichica dell’organismo.

Per questo motivo ha ancora contorni sfumati e talora confusi, al punto che spesso molti medici la considerano più un “disturbo psichico” che una vera e propria malattia.

Leggendo la lettera che ancora nel 2001 una nostra lettrice e paziente ha scritto su Eurosalus (“Come sono guarita dalla fibromialgia: la mia storia”) si coglie in pieno questo screzio tra la caratterizzazione psicoemotiva del disturbo (che la nostra lettrice ha vissuto sulla sua pelle) e gli aspetti metabolici e infiammatori che invece ne sono spesso alla base o almeno contribuiscono a generare il problema.

Insomma non si tratta di disturbi che hanno solo bisogno di psichiatri o psicologi di supporto o di farmaci adatti al “dolore psicosomatico”, ma anche di valutazioni infiammatorie personalizzate, di una considerazione metabolica attenta e di una guida personalizzata al controllo della alimentazione.

Fibromialgia e sindrome della stanchezza cronica vanno affrontate anche studiando in modo personalizzato gli aspetti infiammatori e metabolici che sono spesso la vera causa del disagio psichico ed emotivo presentato.

Una ricerca effettuata da ricercatori svedesi del Karolinska Institutet e pubblicata su Psychoneuroendocrinology nel marzo 2020 (Jonsjö MA et al, Psychoneuroendocrinology. 2020 Mar;113:104578. doi: 10.1016/j.psyneuen.2019.104578. Epub 2019 Dec 26) ha confermato il significativo incremento di alcune citochine infiammatorie (tra cui il TNF-alfa, analogo del BAFF) nelle persone affette da sindrome della fatica cronica (CFS) con componente di dolore mialgico. 

Interessante il fatto che la fatica cronica appaia correlata con l’aumento del NGF (Nerve Growth Factor, sostanza per la cui scoperta Rita Levi Montalcini è stata insignita del Nobel per la Medicina nel 1986) che correla lo stress emozionale con il sistema immunitario, mentre i dolori muscolari e i sintomi mialgici (e fibromialgici) sono legati ad altre citochine tra cui appunto il TNF-alfa. 

Significa che le due malattie (fibromialgia e stanchezza cronica) sono intimamente legate, e questo è perfettamente comprensibile se si considera quanto già documentato in passato sui legami tra alimentazione, infiammazione e depressione (articolo di Mattia Cappelletti che fa parte dello staff medico che in SMA si occupa della fibromialgia) e la riconosciuta azione antidepressiva di alcuni farmaci antinfiammatori.

Anche la resistenza insulinica aumentata, legata ad un alterato metabolismo degli zuccheri, può determinare stanchezza intensa perché va ad agire sulla gestione dell’energia. Come se si mettesse un tappo sul carburatore di un auto a motore. L’alterazione si può riconoscere e curare individuando l’infiammazione legata agli zuccheri e agli alimenti (GlycoTest o PerMè). 

Se è vero che a volte il dolore somatico è espressione di un disturbo psico-emotivo, in molti casi è invece il disturbo emotivo che ha basi fisiche poco considerate: quelle legate alla stanchezza crescente e al senso di impossibilità ad agire che spesso sentono le persone malate. È solo l’integrazione tra forme di supporto psicologico, eventuale uso di farmaci e cambio di stile di vita che si raggiunge un risultato che non necessariamente deve essere “rivoluzionario”, ma che consente spesso di riprendere una condizione di vita accettabile e di migliorare la qualità della propria esistenza.

In anni precedenti, anche altre ricerche avevano correlato i livelli di specifiche citochine infiammatorie alla presenza di stanchezza cronica e di mialgia, mentre in caso di “sola” depressione i livelli erano significativamente più bassi (Maes M et al, 2012), e questi livelli elevati sono correlati alla gravità della mialgia e della stanchezza cronica: quanto più alta l’infiammazione tanto più intensa è la stanchezza (Montoya et al 2017).

Quindi la terapia deve andare oltre. Serve una riflessione generale ben più ampia su tutti gli aspetti della persona che soffre di fibromialgia o di stanchezza cronica e non ci si può fermare solo all’aspetto reumatologico o a quello, pur importantissimo, di tipo psicologico. Deve essere integrata a questi aspetti la ricerca di una componente infiammatoria e metabolica personalizzata.  

Nel centro SMA in cui lavoro, insieme al team medico e nutrizionale del centro, seguiamo in modo personalizzato le persone che soffrono di fibromialgia o di stanchezza cronica, e l’approccio usuale per affrontare questa condizione parte dalla valutazione della condizione infiammatoria e metabolica, con una azione spesso supportata dalla nostra psicologa che aiuta i pazienti a mettere in atto concretamente i cambi di stile di vita e di nutrizione indicati dai nutrizionisti o dai medici.