Il mio ultimo incontro con Rita Levi Montalcini

30 Dicembre 2012
Il mio ultimo incontro con Rita Levi Montalcini

Era il 2001, a Berlino, durante il congresso Europeo di Allergologia e Immunologia Clinica. Una delle sessioni conclusive prevedeva la partecipazione di sette diversi premi Nobel per la Medicina o per altre scienze biologiche, e ricordo la forza comunicativa della nostra scienziata, che senza preoccuparsi granché del protocollo e delle tempistiche programmate per le comunicazioni, riuscì ad accendere il cuore della platea raccontando quanto il suo NGF fosse determinante per il legame tra immunologia e “cuore”.  

Allora aveva “solo” 92 anni, e una lucidità comunicativa invidiabile e bellissima. Con la sua voce un po’ arrochita e con la sua perfetta pronuncia da “Standard English” assomigliava più ad una regina di fronte ai suoi sudditi che ad una scienziata all’interno di una conferenza dibattito. 

Ho dei ricordi fantastici di quel giorno, in cui le conferme di quanto stavamo studiando nel nostro gruppo, anche sulla base delle intuizioni di mio papà Luigi Oreste, diventavano finalmente comunicazione ufficiale e scientifica. 

Lutti, tradimenti, gravidanze mancate, nascite, traslochi, trasferimenti, mobbing e tante altre situazioni sono in grado di indurre allergia, di aumentare il livello di segnale infiammatorio dell’organismo e di alterare la funzione del sistema immunitario. Questi eventi hanno in comune il “cambio delle priorità vitali”, il cambiamento delle proprie credenze o delle convinzioni mantenute per anni. Sono un’occasione evolutiva, non solo un problema. Chi riesce a controllare l’infiammazione che ne nasce sopravvive più forte di prima. Chi non riesce a farlo, soccombe al cambiamento.

Sarebbero parole vuote se venissero da uno dei politici di ultima comparsa… Vengono invece da chi nella sua vita è stata classificate “di razza inferiore” in quanto ebrea, e che senza lasciarsi abbattere ha usato di questa sofferenza per guardare più in alto e raggiungere obiettivi grandi.

Quante volte, grazie a lei, ho spiegato ai miei pazienti questo legame tra emozioni e salute; tra cuore e sistema immunitario. Non solo sulla base di parole ma con solidi argomenti scientifici; a partire dall’NGF (Nerve Growth Factor) la cui scoperta le è valso il Nobel nel 1986 per arrivare ai derivati degli endocannabinoidi e alle interferenze oggi più chiare con l’infiammazione (e con il BAFF), oggi capita finalmente non solo come malattia ma anche come segnale per l’intero organismo.

Grazie a lei e alla comprensione del suo pensiero ci sono state infinite guarigioni e nuove consapevolezze, ottenute percorrendo una strada che continuerà a snodarsi nel tempo, perché da lei è nata l’indicazione ad un cambio del paradigma di riferimento. Su questa strada che insieme al mio gruppo di lavoro stiamo percorrendo da tempo, ci mancherà da oggi la sua compagnia.

Grazie Rita…