L’antinfiammatorio che aiuta a curare la depressione

12 Giugno 2017
L'antinfiammatorio che aiuta a curare la depressione

A tutti è chiaro che quando si hanno dolori e fastidi, qualcosa che aiuti a farli passare può migliorare lo stato dell’umore.

Qui invece parliamo di depressi gravi, con manifestazioni bipolari, che non rispondevano al trattamento psicofarmacologico, senza particolari sintomi dolorosi, che hanno visto un netto miglioramento della depressione dopo la contemporanea somministrazione di un antidepressivo (Escitalopram) e di un antinfiammatorio (Celecoxib).

Il gruppo di psichiatri della Loyola University di Chicago, guidati da Halaris, ha presentato questa ricerca all’International Congress on Psychiatry and the Neurosciences tenutosi ad Atene nell’ottobre 2016, presentando i risultati di uno studio randomizzato in cui circa 60 soggetti che non rispondevano al trattamento antidepressivo sono stati trattati con antidepressivo + antinfiammatorio (31 casi) oppure con antidepressivo + placebo (24 casi).

Controllare le citochine infiammatorie, con la dieta o con i farmaci, può aiutare, insieme ai farmaci giusti, la guarigione della depressione.

I risultati sono stati sorprendenti, perché l’entità dei sintomi depressivi è migliorata significativamente (già dopo una settimana di trattamento) nel 78% dei soggetti che hanno preso anche l’antinfiammatorio e solo nel 45% di chi ha assunto il placebo. Una remissione completa della depressione è stata descritta nel 63% di chi ha preso l’antinfiammatorio e solo nel 10% di chi ha preso anche il placebo.

Il gruppo di Angelos Halaris, psichiatra e ricercatore della Loyola University Chicago Stritch School of Medicine, nel corso degli ultimi anni ha spesso proposto studi che mettevano in correlazione il valore di alcune citochine con particolari patologie neurologiche o psichiatriche e con la responsività al trattamento psicofarmacologico (Clark-Raymond A et al, World J Biol Psychiatry. 2016 Jan 4:1-11. [Epub ahead of print]).

Evidentemete si sta arrivando a capire sempre meglio che alcune citochine infiammatorie possono agire in modo sinergico nell’accentuare i sintomi depressivi e questa consapevolezza apre strade nuove di interpretazione della malattia e della sua terapia, o quantomeno della possibilità di rispondere efficacemente ad un farmaco in relazione ai valori infiammatori individuali.  

In Eurosalus siamo particolarmente sensibili a questi temi, e fin dal 2013 abbiamo evidenziato con precisione il nuovo ruolo che l’acido acetilsalicilico (che tutti conoscono come Aspirina) può svolgere nella depressione.

Alcune citochine sono in grado di determinare disturbi psichici e depressione e l’azione dell’Aspirina è quella di attivare delle lipossine che spengono la risposta infiammatoria e riducono il livello di alcuni specifici biomarkers (Proteina C reattiva, TNF-alfa, BAFF e IL6) indipendentemente dal rilascio di sostanze immunomodulanti.

Allora, il lavoro di sistematizzazione fatto dai ricercatori Australiani del gruppo della scuola medica della Deakin University è stato pubblicato su BMC Medicine (Berk M et al, BMC Med. 2013 Mar 18;11(1):74. [Epub ahead of print]) e ha già portato a nuovi sviluppi nel campo del trattamento della patologia psichiatrica.

Nella pratica di ogni giorno, di fronte alla depressione o al prgredire dei suoi sintomi, diventa importante mettere in atto tutti gli strumenti possibili per aiutare il trattamento farmacologico. Giusto per ricordare le cose più semplici:

  • Corsa (anche leggera e anche di breve durata) e attività fisica
  • Composzione dei pasti correttamente bilanciata tra proteiene e carboidrati
  • Timing corretto della assunzione di cibo
  • Conoscenza dei propri livelli di infiammazione (PCR, BAFF, PAF)

Sono conoscenze e comportamenti che non servono solo per dimagrire o mantenere la forma fisica e il benessere, ma per migliorare la risposta generale dell’organismo e migliorarne la sensibilità insulinica.

In realtà vengono svelati i legami sempre più stretti tra i segnali infiammatori e i segnali di pericolo, cui l’organismo risponde in modo adeguato. Interpretare questo linguaggio e controllare l’infiammazione diventa strumento fondamentale di benessere anche in molti disturbi psichici.