Preoccupante direttiva sugli integratori dalla Codex Alimentarius Commission

9 Agosto 2005
Preoccupante direttiva sugli integratori dalla Codex Alimentarius Commission

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Il primo di agosto, la associazione intergovernativa europea che costituisce la Codex Alimentarius Commission, ha emesso anche a Bruxelles una normativa (analoga a quella americana e canadese) che, seppure camuffata di ottime intenzioni, rappresenta uno dei più forti attentati alla libertà terapeutica e alla libertà di scelta in genere.

Circa il 75% degli integratori alimentari e minerali attualmente venduti in Europa potrebbero risultare fuori legge. Ma le “buone” intenzioni del legislatore non si fermano qui: a breve verranno definite nello stesso modo regole limitative anche per le preparazioni fitoterapiche e le erbe.

Eurosalus ha seguito con molta attenzione l’evolversi di questi eventi, e l’importanza di minerali e vitamine nella prevenzione e nella terapia di patologie infettivedegenerative metaboliche è ampiamente dimostrata e potenzialmente fondamentale per la salute umana.

È vero che ci sono degli eccessi di uso di queste sostanze, ma sono veramente poca cosa rispetto agli eccessi di uso dei farmaci classici che possono portare ad effetti dannosi tragici.

Oggi siamo al paradosso di potere usare un prodotto da banco potenzialmente pericoloso in piena libertà (diclofenac 25 mg – ribex flu – in libera vendita come OTC) mentre lo stesso prodotto da 50 o 100 mg (Voltaren, ad esempio) ha bisogno di ricetta medica!

Situazione analoga per un altro analgesico antinfiammatorio importante come il naprossene, venduto liberamente a 220 mg di dosaggio (Momendol) e con obbligo di ricetta medica per altri dosaggi (Naprosyn, ad esempio). E ci sono poi i problemi connessi ai danni pesanti di farmaci come il Vioxx o i possibili danni da dolcificanti inseriti nelle bibite diffuse a livello mondiale, ma nessuno impedisce o rallenta queste vendite.

Invece è straordinario riconoscere che da poco tempo le ditte farmaceutiche abbiano deciso di ricorrere a forme di pubblicità diverse come quelle su internet ricalcando quelle che hanno portato dei vantaggi di divulgazione e di vendita ad integratori alimentari, minerali e vitaminici.

Il problema vero però è che si vuole impedire la prevenzione. Nel momento in cui qualcuno si arroga il diritto di dire che non è possibile utilizzare i costituenti della natura se non sono definiti in peso, misura e soprattutto non sono prodotti secondo le norme di produzione stabilite dalle case farmaceutiche per i farmaci, si preclude alle persone normali l’uso delle risorse naturali per prevenire e curare.

Il tentativo di limitare la libertà di scelta e di terapia è fin troppo palese ed aperto, in linea con i tentativi governativi di bandire l’uso di rimedi omeopatici per i minori di 18 anni. La logica che ha informato questa normativa è quella della tutela del consumatore.

Peccato che non venga applicata nei confronti delle merendine o dei carboidrati, il cui eccesso è pericoloso e costoso per la società. Mentre le merendine contribuiscono a causare malattie che poi le case farmaceutiche curano con lauti profitti, i minerali e le vitamine possono invece aiutare a guarire, riducendo purtroppo questi vantaggi commerciali.

Ci sentiamo di ribadire quanto affermato da Peter Byrne nell’articolo “The fate of vitamins”. Non stupiamoci allora se a breve, per le stesse motivazioni verranno bloccate le vendite di erbe. Inoltre, visti gli effetti positivi di aglio, pomodoro e verdure, potremo anche sentirci dire che il minestrone della nonna è fuorilegge per documentati effetti salutari e protettivi, mentre verrà accettata la vendita del solo “minestrone in busta sigillata di produzione garantita” probabilmente messo in commercio da una delle consociate di un particolare gruppo chimico-alimentare-farmaceutico.

Dott. Attilio Speciani
Allergologo e Immunologo clinico

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