Inquinamento e gas di scarico: come e perché proteggersi

2 Novembre 2017
Inquinamento e gas di scarico: come e perché proteggersi

Siamo tutti preoccupati dello stato dell’aria e si tratta di una preoccupazione che giorno dopo giorno si trasforma sempre  più in allarme.

La ricerca scientifica sta documentando effetti sempre più precisi e documentati delle sostanze inquinanti su tutto l’organismo e la prima soluzione auspicabile è che i politici che guidano questo mondo trovino accordi specifici per portare alla eliminazione più ampia possibile delle cause dell’inquinamento. 

Anche il coinvolgimento e l’impegno personali sono importanti: singoli gesti come chiudere i rubinetti per non sprecare inutilmente acqua, indossare un maglione in più anziché alzare la temperatura di 2 gradi, usare ove possibile i mezzi pubblici, preferire carne di pollo alla carne bovina e tante altre piccole scelte quotidiane contribuiscono alla riduzione complessiva del problema e soprattutto rappresentano uno spunto educativo per tutti.

Non è comunque giusto che noi e i nostri bambini insipriamo d’inverno una miscela di Pm 10, Pm 2,5 e Pm 1,0 e la ricerca della soluzione deve partire da strategie politiche di ampio respiro, senza ridursi come ogni anno ad affrontare questo tema solo in inverno quando sembra sempre che ci sia un’emergenza anziché una normale procedura di amministrazione.

Quindi, per la salute di ognuno, cosa possiamo fare nell’attesa che i governi si accordino e che i nostri rappresentanti locali facciano le scelte giuste?

Ci sono alcuni strumenti pratici che possono aiutare a controllare lo stato ossidativo dell’organismo e ci sono alcune preparazioni vegetali (i broccoli ad esempio) che stimolano la capacità disintossicante dell’organismo proprio dalle sostanze inquinanti più temute.

Ci sono ricerche scientifiche i cui suggerimenti aiutano e hanno aiutato concretamente i nostri pazienti a migliorare il quadro tossicologico e mantenere un buon equilibrio a dispetto delle cause ambientali.

Da anni noi suggeriamo in inverno un supporto per il sistema difensivo attraverso l’uso di alcuni minerali antiossidanti (una miscela di manganese, zinco, rame e selenio ad esempio, come in Oximix Multi+, 1 capsula al giorno) e l’apporto di un concentrato di broccolo italico, una crucifera dalle forti azioni antinquinamento, miscelata a betaglucani (modulanti il sistema immunitario) prendendo ad esempio ogni mattina 1 compressa di Zerotox Betamune.

Il trattamento va iniziato con i primi freddi e proseguito fino alla comparsa delle gemme sugli alberi; si tratta di una integrazione che funziona anche come prevenzione delle sindromi influenzali.

Sul piano nutrizionale l’aiuto della natura, almeno nei cliimi continentali, arriva con un tempismo straordinario e l’azione delle crucifere (naturalmente disponibili nella stagione autunno/inverno) è di particolare interesse proprio per la capacità di rimuovere molti inquinanti dall’organismo. 

Affiancati dalla azione antiossidante di tutti i vegetali che contengono vitamina C (agrumi e kiwi in particolare), broccoli, cavoli e verza, grazie alla presenza di composti solforati, sono le piante alimentari di maggiore interesse per la capacità di rimozione attiva dall’organismo di sostanze tossiche e per questo il loro impiego è altamente suggerito nei bambini e negli adolescenti esposti ad agenti inquinanti ed è indispensabile nei fumatori e in chi passa la stagione fredda in grandi città o in aree dove l’inquinamento resta elevato.

Un lavoro pubblicato all’inizio di settembre 2013 sull’International Journal of Food Science and Nutrition ha descritto l’azione di una semplice integrazione con broccoli in giovani fumatori. Gli effetti di anche solo 10 giorni di utilizzazione di queste crucifere ha consentito di documentare una significativa azione antinfiammatoria con netta riduzione delle sostanze ossidanti attivate dall’inquinamento (Riso P et al, Int J Food Sci Nutr. 2014 Feb;65(1):106-11. Epub 2013 Sep).

I rischi delle sostanze inquinanti sono ampi e documentati e non fanno riferimento solo ad effetti che si generano nel tempo. Una esposizione acuta ai gas di scarico, può ad esempio facilitare ischemie ed infarti, come documentato da Mills fin dal 2007 in soggetti che respiravano anche basse concentrazioni di gas combusti.

Poi c’è anche l’emicrania da inquinamento, per cui il mal di testa “da traffico” potrebbe dipendere da quanto si respira e non dalla lentezza della circolazione che fa andare “in bestia” chiunque.

Per questo noi stimoliamo molto l’uso alimentare di questi vegetali ricchi di composti solforati, in grado di attivare le capacità di controllo degli inquinanti riducendo anche l’infiammazione dell’organismo. Il giusto atteggiamento a tavola, l’uso di queste crucifere nella dieta settimanale, l’integrazione con i minerali adatti e l’impiego di un preparato come Betamune può essere una delle strategie per fare qualcosa per sé e per la propria famiglia.

Un’altra considerazione deriva dalla velocità di azione degli inquinanti.

Molti pensano all’inquinamento come a una specie di avvelenamento lento, mentre la verità è completamente diversa. Abbiamo già segnalato che purtroppo le polveri sottili (pm10) generano dei gravi disagi a livello respiratorio, ma il vero problema è legato alle polveri ultrasottili (pm 2,5 e pm 1), attualmente non ancora del tutto regolate a livello ambientale, che generano anche un danno a livello circolatorio e cardiaco praticamente immediato.

Un lavoro, svolto in comune da ricercatori scozzesi e svedesi e pubblicato fin dal 2007 sul New England (Mills NL et al, N Engl J Med 2007 Sep 13;357(11):1075-82), ha portato a conclusioni tanto semplici quanto dirompenti. Persone già ammalate di cuore, con storia di precedente infarto cardiaco, sono state portate a respirare in ambiente supercontrollato delle concentrazioni prima minimali e poi crescenti di gas di scarico.

L’evidenza di una immediata azione di aumento dell’ischemia cardiaca, ottenibile anche a livelli bassi di esposizione, e perfettamente valutabile all’ECG (elettro cardio gramma), ha ricevuto conferma nelle analisi effettuate dopo 6 ore, in cui era evidenziabile un aumento della attività trombotica, che quindi facilita l’occlusione delle arterie, in tutte le persone che avevano respirato gas di scarico. 

Significa che il vicino di casa che abbia la marmitta dell’auto o la caldaia del riscaldamento sregolata non rappresenta più un problema solo suo; la sua disattenzione colpisce tutti. Ogni azione inquinante si riversa sul mondo, e dobbiamo fare in modo di non vivere al limite, in una condizione in cui le capacità di adattamento e di detossificazione sono già al massimo dell’impegno possibile.

I paesi inquinati conoscono più allergie, più malattie, più infiammazione, più cancri. 

Tramite l’esaurimento dei sistemi enzimatici di difesa e l’aumento dell’infiammazione, anche l’obesità e il sovrappeso sono stimolati dall’inquinamento. Chi si occupa della importanza dei segnali metabolici ricevuti dall’organismo capisce perfettamente perché anche l’inquinamento dell’aria possa facilitare o stimolare l’ingrassamento

Respirare polveri sottili, le famigerate PM2,5, rappresenta per l’organismo un forte segnale di pericolo e la risposta biologica più adatta dal punto di vista evoluzionistico è di attivare i meccanismi di risparmio, favorendo l’accumulo di grasso..

Alcuni ricercatori californiani hanno svolto una ricerca, pubblicandola su Diabetes Care nel febbraio 2016, un cui hanno dato una ulteriore precisa definizione degli effetti metabolici a medio e lungo termine sull’organismo umano di alcuni inquinanti (Chenz Z.et al, Diabetes Care. 2016 Feb 11. pii: dc151795. [Epub ahead of print]).

Uno studio molto attento della glicemia, dei trigliceridi, della sensibilità insulinica e di altri marcatori del metabolismo, effettuato sia per brevi fasi di inquinamento (45 giorni di esposizione) sia per contatto prolungato con gli inquinanti, ha consentito di evidenziare, soprattutto per le PM2,5, cioè le polveri sottili, una azione di peggioramento di tutti i parametri, tali da orientare l’organismo verso l’ingrassamento, l’obesità e il diabete di tipo 2 (quello alimentare). 

Il confronto con altri inquinanti come il biossido di azoto, l’ozono, il biossido di zolfo e il benzene non ha portato a risultati particolarmente significativi, mentre l’aumento di rischio metabolico, valido per le PM2,5 è stato perfettamente quantizzato.

In una intervista rilasciata a Healio Endocrine Today uno dei ricercatori ha segnalato che una semplice variazione dei livelli di PM2,5 in aumento di 1 DS (Deviazione Standard) rispetto al normale (cioè raggiungendo valori ancora ben al di sotto dei limiti di allarme stabiliti dalle leggi italiane ed europee) comporta un peggioramento del 4,9% della sensibilità insulinica.

Significa che alla fine di un inverno inquinato, la corsa verso la “prova costume” potrebbe essere sempre più difficile per chiunque. 

Il tema non riguarda solo la forma fisica individuale, ma l’intera società. L’aumento del diabete in Italia come in tutto il mondo potrebbe portare a un incremento incontrollabile delle spese sanitarie e al crollo generalizzato dei servizi di assistenza sanitaria.

Un cosiddetto “cane che si morde la coda” dalle conseguenze devastanti. Meglio fermarsi prima e iniziare ad agire, sul piano personale e sociale, per combattere attivamente questa situazione. 

In pratica

Il primo passo è stimolare le proprie riserve antiossidanti e modulare il sistema immunitario di ciascuno.

Integratori come BetamuneRibilla e Inositox svolgono questo compito efficacemente, stimolando le naturali difese e implementandole. Inositolo e Broccolo svolgono una forte azione di sostegno alla detossificazione. Il broccolo agisce soprattutto sul sistema respiratorio, l’Inositolo sul sistema epatico.

Le scelte alimentari sono il secondo passo: ridurre il più possibile l’infiammazione che proviene dal contatto con gli alimenti che mangiamo tutti i giorni permette alle difese antiossidanti di cui si è parlato di concentrarsi su ciò che serve.

Terzo passo: l’attività fisica. Che sia svolta all’esterno o in un posto chiuso, poco cambia. L’obiettivo è, anche in questo caso, ridurre l’infiammazione, stimolare le difese antiossidanti e il sistema immunitario e migliorare la sensibilità insulinica. L’unica avvertenza riguarda la scelta del luogo e dell’ora in cui praticare attività fisica. Alcune condizioni particolari di inquinamento rendono improponibile l’attività all’aperto. Negli orari giusti e meno trafficati il beneficio dell’attività supera comunque gli effetti negativi del contatto con gli inquinanti; pochi minuti di attività intensa e qualcuno di più di attività rilassata bastano per restare in forma e mantenere attive le proprie difese naturali.