S.O.S. gastroenterite: e adesso cosa mangio?

20 Luglio 2022
S.O.S. gastroenterite: e adesso cosa mangio?

La gastroenterite rappresenta una patologia piuttosto frequente, soprattutto nella stagione estiva. Può colpire tutte le età, tuttavia interessa maggiormente anziani e bambini.

È una patologia che colpisce il tratto gastro-intestinale ed è caratterizzata da sintomi quali mal di pancia, scariche di diarrea, senso di malessere e nausea. Talvolta questi sintomi sono accompagnati da febbre.

Ha un’eziologia multifattoriale poiché la gastroenterite è causata da tossinfezioni batteriche o virali, ma anche legata ad alterazioni del microbiota intestinale.

Nel caso di gastroenterite batterica, il soggetto può entrare in contatto con cibo o acqua contaminate da batteri, mentre i casi di gastroenterite virale si osservano più frequentemente d’inverno, quando si entra in contatto con virus quali norovirus, adenovirus e rotavirus (quest’ultimo soprattutto nei bambini).

Nella maggior parte dei casi, una gastroenterite non è pericolosa e si risolve da sola nel giro di pochi giorni. È comunque importante rivolgersi al proprio medico se i sintomi non migliorano.

La ripresa graduale dell'alimentazione si è rivelata una strategia migliore della classica dieta in bianco, nonostante patate e acqua di riso siano fondamentali nelle prime fasi della patologia.

Nel decorso della patologia è molto importante mettere in atto alcune strategie alimentari.

In prima linea è fondamentale sopperire alla perdita di liquidi derivante da diarrea e vomito. Per tale motivo prevenire la disidratazione è la prima indicazione utile e perciò è necessario bere frequentemente a piccoli sorsi, proprio per evitare di esacerbare sintomi quali nausea e gonfiore. Via libera quindi a grandi quantità di acqua e in base alla stagione è possibile garantire la corretta reidratazione dell’organismo attraverso brodi vegetali e/o di carne, ma anche tisane, consumate in versione fredda nella stagione estiva.

Dal punto di vista alimentare, è molto probabile che nelle prime fasi si perda l’appetito e in questi casi è bene assecondare l’inappetenza, evitando di sforzarsi e lasciando lo stomaco a riposo per qualche ora.  

Successivamente quando il corpo inizia a richiedere nutrimento, si può riprendere a mangiare con serenità, evitando inutili restrizioni.

Infatti, la letteratura scientifica recente ha evidenziato che la “dieta in bianco” sembra non avere effetti positivi sul miglioramento dei sintomi, ma anzi la ripresa graduale dell’alimentazione aiuta già a ridurre i sintomi e a ripristinare ciò che è stato perso con diarrea e vomito.

L’antica convinzione che patate e riso bianco potessero aiutare a velocizzare la guarigione, non si è rivelata miracolosa; tuttavia, in questa prima fase è utilissimo il consumo di patate per il loro alto contenuto di potassio, uno dei minerali maggiormente persi. Così come il ruolo fondamentale dell’acqua di riso, metodo confermato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Nelle prime fasi, quindi, è meglio prediligere dei carboidrati complessi, pertanto non solo riso e patate, ma anche pasta e pane, accompagnati da carne, pesce e uova, facilmente digeribili. Meglio invece limitare la quantità di fibra e solo quando le evacuazioni diventano più consistenti si può riprendere a consumare con serenità frutta e verdura. 

Seppur le ricerche indichino che una dieta restrittiva non aiuti a trattare le formi di gastroenteriti, si raccomanda di evitare alcuni alimenti nelle prime fasi per evitare il peggioramento dei sintomi.

Tra questi si consiglia di evitare le sostanze nervine come caffè e soft drink che potrebbero aiutare la motilità intestinale. I cibi ricchi in grassi possono invece rallentare la digestione ed esacerbare i sintomi legati a nausea e malessere, mentre l’utilizzo di cibi ricchi di zuccheri è sconsigliato poiché la carica osmotica derivante dal loro utilizzo potrebbe peggiorare la diarrea.

Alla ripresa di una corretta alimentazione potrà poi essere utile l’esecuzione di un test Recaller per migliorare l’aspetto infiammatorio intestinale. A questo, l’aggiunta di probiotici e prebiotici è una strategia ottimale consigliata per aiutare il riequilibrio del microbiota intestinale.

Infine, prevenire è meglio che curare: la prevenzione nei casi di gastroenteriti si attua seguendo basilari norme igieniche come il lavarsi spesso le mani e prestare attenzione alla preparazione e alla conservazione dei cibi, sia nella propria cucina, ma anche fuori casa.