Quando i bimbi non mangiano frutta e verdura

21 Marzo 2014
Quando i bimbi non mangiano frutta e verdura

In Colorado hanno preso i bimbi di una scuola e li hanno divisi in due gruppi. Al primo hanno mostrato un video sull’importanza dell’uso della crema solare per la protezione della salute. Il secondo video mostrava l’utilità dell’uso del solare per essere più belli.

Quale dei due gruppi ha usato la crema solare? Il secondo ovviamente, e a fine studio aveva cominciato ad usare un po’ di crema. Il gruppo che fondava la sua potenza sul mantenimento della salute non aveva minimamente variato l’utilizzo di crema. Lo studio è pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology.

A prescindere che si tratti di uso di crema o di altro, lo studio dà un’indicazione interessantissima e giustissima: ai bimbi, di cosa accadrà loro a dieci o quarant’anni di distanza non interessa. Tutto cambia, però, se si utilizzano i meccanismi sociali o narcisistici che il bimbo ha già imparato a comprendere. In questo senso, usare gli idoli del piccolo per fare presa sulla sua attenzione ha di solito un successo formidabile.

La cosa interessante è che questo meccanismo può essere sfruttato positivamente non solo per far mettere la crema, ma anche per l’orario del sonno, l’uso di frutta e verdura, l’attività fisica, i cereali integrali, la colazione.

Gli ingredienti del convincimento sono: idolo del bambino, bambino, pizzichi d’inventiva.

Secondo te, come fa Spiderman ad avere quei muscoli?“, “Quanta frutta mangia, secondo te, quella principessa ad avere la pelle così bella?” sono domande che possono servire per sensibilizzare il bambino e aprire la famiglia al dialogo su temi comunque delicati.

Ragionare su questi argomenti è importante, perché spesso gli stimoli pubblicitari sono volutamente fuorvianti. Valentino Rossi che non può bere per fare quello che fa, pubblicizza la birra, personaggi idolatrati dai bambini sono ritratti con la sigaretta in mano, e così via.

Far ragionare il bimbo o il giovane ragazzo su questi temi, apre la strada a un sensato approfondimento e al dialogo, aumentando nettamente la probabilità che il bambino non solo cominci a fare scelte sensate, ma a desiderare fortissimo di farle.

Ecco che in un battibaleno può comparire la richiesta di uscire a passeggiare o a giocare a pallone, o di portare a scuola una mela per merenda. Un bambino che comincia ad agire (inconsapevolmente) per la sua salute, non può che trascinarsi dietro mamma e papà.

Come l’esercizio fisico fatto giocando, agire sulla salute attraverso quello che più diverte, serve, fa sentire bene e dà i risultati più soddisfacenti.