Il caffè aiuta a prevenire il diabete ma zuccherato lo fa venire

7 Dicembre 2025
Il caffè aiuta a prevenire il diabete ma zuccherato lo fa venire

Nel corso degli ultimi anni abbiamo spesso richiamato i possibili effetti positivi del caffè nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e di quelle metaboliche (come il diabete) e oggi capiamo anche perché l’azione di controllo della glicazione possa ridurre la mortalità da tutte le cause (vedi articoli a fianco).

Gli eccessi individuali di zuccheri (tutti i tipi) portano infatti a picchi di glucosio nel sangue (tecnicamente c’è un aumento della “variabilità glicemica”) che arrivano a raddoppiare la mortalità da tutte le cause proprio per gli effetti negativi degli zuccheri nell’organismo.

Per questo si può ben comprendere perché l’azione preventiva del caffè sullo sviluppo di diabete sia compromessa dalla utilizzazione dello zucchero (di qualsiasi tipo) o dei dolcificanti artificiali. 

Una ricerca pubblicata nel marzo 2025 su The American Journal of Clinical Nutrition ha infatti verificato, accorpando tre grandi studi di coorte per un totale di 3 milioni e 650 mila persone/anno, che ogni tazza di caffé in più al giono riduce del 10% il rischio di sviluppare diabete. 

Senza dover diventare “santi”, imparare a gustare il caffè senza dolcificarlo aumenta in modo rilevante la prevenzione del diabete e la protezione dalle sue complicanze.

L’uso però dello zucchero o dei dolcificanti nel caffé annulla questa importante azione. Una buona notizia è che l’utilizzo di un po’ di panna (rigorosamente non dolce) non compremette l’effetto protettivo sul diabete. 

I motivi per cui il caffé possa fare del bene sono legati alla presenza di tutta una serie di composti fenolici con un’importante azione antiossidante e potenziali effetti benefici per la salute che, probabilmente, prevalgono sui possibili effetti nocivi dell’eccesso di caffeina.

Chiarisco subito il tema della dose. Una meta-analisi  pubblicata su Annual Review of Nutrition ha evidenziato effetti positivi sulla salute per dosaggi che vanno da 350 fino a 500 mg al giorno di caffeina contenuta nel tipico caffè americano (quindi 4-5 tazze al giorno o l’equivalente di 2 “grande” di Starbucks), mentre il caffè espresso italiano contiene circa 50-75 mg di caffeina per tazza, consentendo così un utilizzazione comunque positiva entro le 6-7 tazzine al giorno

Questo per quanto riguarda i possibili effetti cardiostimolanti della caffeina. Per quanto riguarda la prevenzione diabetica, invece, ogni tazza in più ha effetti positivi, anche se è comunque necessario trovare un equilibrio nella assunzione di questa bevanda. 

I numeri del diabete stanno infatti crescendo in tutto il mondo e il prediabete coinvolge più di 1/3 della popolazione mondiale. Persone che da qui a 10 anni, se non cambiano stile di vita, lo svilupperanno. 

Quindi tutte le notizie che riguardano questa condizione sono utili per potere perfezionare un programma di prevenzione personalizzato.

Negli articoli segnalati qui a fianco abbiamo spesso parlato (e in netto anticipo sulle comunicazioni stampa) degli effetti del caffè sulla salute richiamando anche alcuni lavori sul miglioramento della depressione.

Come più volte indicato da queste pagine, la possibilità di misurare i livelli di glicazione attraverso semplici test è di fondamentale importanza per continuare a mantenere una alimentazione piacevole che rispetti però la propria salute e per capire il livello di interferenza degli zuccheri nel proprio organismo.

Abituarsi a ridurre gradualmente le dosi di zucchero è fondamentale. È sorprendente osservare come il palato si abitui a gusti meno dolci in breve tempo, è solo questione di consuetudine e di costanza.

Il dolce, se consumato occasionalmente, non costituisce un problema, sia che sia composto da zucchero che da dolcificante: la continuità e la quotidianità possono invece essere devastanti…

Personalizzare le proprie scelte alimentari e migliorare il rapporto con gli zuccheri è possibile. L’esecuzione di un Glyco Medical Program potrebbe essere già una delle strategie possibili per indagare in maniera diretta il danno da zucchero già esistente e mettere in atto le indicazioni nutrizionali specifiche e personalizzate per il recupero e il mantenimento del proprio benessere.

Quindi, tornando al caffé, è importante che sia rigorosamente senza zucchero, perché questo aspetto di dolcificazione potrebbe trasformare la tazzina in un vero killer

Mi piace invece ricordare una delle prime canzoni di Domenico Modugno (O’ Cafè, del 1958) che faceva riferimento proprio al piacere del caffè e alla sua napoletanità.

Molti, sentendola, ricorderanno che sulla stessa musica Fabrizio De Andrè costruì la molto più nota e recente “Don Raffaè”, ma ascoltando la musica e le parole ci si rende conto di quanto questa bevanda sia importante nella cultura mediterranea e italiana e questo non dipende solo dalla azione degli oltre 200 alcaloidi che sono presenti in una tazza.

Si è scoperto inoltre che alcune sostanze naturali contenute nella tazzina svolgono la loro azione protettiva grazie anche ad una componente antinfiammatoria o antiallergica.

Una chiave di lettura che sta cambiando alcune convinzioni scientifiche e che consente di godere consapevolmente il gusto di una buona tazza di caffè (o anche qualcuna in più), col permesso della scienza e con un sorriso.

Come dire che il tempo “perso” bevendo un caffè viene restituito con gli interessi e che quel tempo lo si può vivere al meglio.