Zuccheri e trigliceridi elevati come possibile causa di depressione e altri disturbi psichici

Esiste un forte legame tra le alterazioni metaboliche che coinvolgono zuccheri e trigliceridi e lo sviluppo di depressione o di gravi sindromi ansiose.
In aprile 2024 è stata pubblicata su JAMA Network una ricerca fortemente documentata che ha studiato per circa 21 anni oltre 200.000 svedesi. La ricerca è stata guidata da ricercatori del prestigioso Karolinska Institutet di Stoccolma.
La glicemia elevata e l’innalzamento dei trigliceridi sono stati fortemente correlati con lo sviluppo nel corso del tempo di depressione, sindromi ansiose e disturbi psicologici da stress. La presenza di elevati valori di colesterolo HDL (il colesterolo buono), che nella maggior parte dei casi è un segnale di corretta alimentazione, hanno invece documentato un effetto protettivo.
È noto ormai che la glicazione, legata alla assunzione individualmente eccessiva di qualsiasi tipo di zucchero determina effetti metabolici di rilievo in ogni persona.
Fortunatamente, il controllo della glicazione è oggi possibile grazie alla misurazione dei livelli di Metilgliossale e di Albumina glicata (Glyco Test) che consentono interventi nutrizionali personalizzati con azione preventiva e terapeutica.
Per capire quanto possa essere importante e durevole il controllo nutrizionale della glicazione, è utile richiamare una ricerca australiana pubblicata su PLoS One che ha documentato che anche solo un intervento dietetico di breve durata (tre settimane) può cambiare in modo significativo il livello dei sintomi depressivi e che l’effetto sull’umore è rilevabile anche tre mesi dopo la sospensione dell’intervento dietetico.
Un altro gruppo di ricercatori ha analizzato invece nella popolazione generale l’effetto di attivazione della depressione dovuto al consumo di alimenti ultra processati o ultra raffinati (UPF) pubblicando nel giugno 2022 su Nutrients i risultati del loro studio.
Il maggiore utilizzo di prodotti super raffinati (che arrivano fino al 76% della alimentazione usuale) è quindi proporzionale all’aumento di ansia e depressione.
I risultati della loro meta-analisi hanno evidenziato che questa relazione (ricordiamo che i cibi super raffinati sono spessissimo dolcificati) è significativa anche per la sola ansia o per la sola depressione.
Questo non significa che non si deve assumere zucchero (o alcol o frutta o miele o dolci della nonna), ma che gli effetti individuali vanno misurati.
Conoscere il proprio livello di glicazione e capire in anticipo come il proprio organismo può controllarla, consente a ogni persona di attivare in tempo una giusta prevenzione della evoluzione verso alterazioni deressive o ansiose e sicuramente aiutarne la guarigione.
Come abbiamo spesso segnalato, gli zuccheri non vanno mai “eliminati” ma si deve comprendere, invece, quale sia il livello individuale di glicazione per scegliere un programma nutrizionale personalizzato che moduli la quantità giornaliera di zucchero, di alcol e di frutta per rientrare in una condizione di normalità.
Senza rinunciare agli zuccheri, prevenire per se stessi gli effetti della glicazione sul proprio sistema nervoso è nelle potenzialità di tutti.