Epilessia e R33: ma funziona davvero?

14 Aprile 2008
Epilessia e R33: ma funziona davvero?

Salve, ho letto cosa riportate in merito alle gocce di R33 per la prevenzione delle convulsioni nelle pagine dedicate a questo argomento nel vostro sito. Riporto quanto scrivete:
«Per un uso domestico, ritengo sia necessario tenere in casa almeno un flaconcino di R33 Reckeweg, che è un composto omeopatico; la sua azione sulle convulsioni è data dalla presenza ad alta dinamizzazione di Bufo rana: non serve solo per le convulsioni, ma anche per tutte le forme di ipereccitabilità delle strutture cerebrali. Il prodotto può essere tranquillamente utilizzato come preventivo (15 gocce 2-3 volte al giorno) nella possibile insorgenza di convulsioni da tossiemia gravidica (eclampsia); inoltre può essere utilizzato da tutte le persone già in trattamento farmacologico per forme epilettiche o epilettoidi, che non riescono a stabilizzare il dosaggio dei farmaci, oppure che sentono dei microdisturbi persistenti che comunque non sono sufficienti a scatenare appieno la crisi. In questi casi si useranno 10 gocce mattina e sera per cicli di 20 giorni, seguiti da altrettanti di riposo.»
Ed ora vengo alle mie domande. Sono una farmacista, ma non ho esperienza clinica in merito alle gocce R33 ed ora mi trovo nell’indecisione di doverle utilizzare io personalmente. Da quattro anni ho episodi annuali di convulsioni  probabilmente una sindrome epilettoide non ben diagnosticata all’EEG. Attualmente assumo Topamax 100 mg al giorno, ma vorrei di mia iniziativa cominciare ad assumere R33. Ho bisogno però di maggiori informazione in merito alla vostra casistica: potete fornirmela? Possono essere assunte in gravidanza tranquillamente? Sono davvero efficaci nel prevenire le convulsioni? Inoltre, ho paura del peggioramento omeopatico, cosa potete dirmi in merito? Aspetto con ansia una vostra risposta anche perché tra i rimedi R questo è l’unico che in farmacia non riusciamo a consigliare con tranquillità.

Gentilissima Lettrice,

un prodotto come R33 Reckeweg può essere utilizzato serenamente come supporto alla terapia allopatica delle forme epilettoidi.

In alcuni casi questo tipo di preparazione viene utilizzato per tentare la riduzione dei dosaggi dei farmaci antiepilettici anche se in queste circostanze l’eventuale sottodosaggio dei farmaci deve essere valutato e seguito con attenzione da un medico.

Come abbiamo già scritto nelle pagine del nostro sito l’azione di questo preparato è mediata essenzialmente da un principio attivo omeopatico come Bufo rana utilizzato ad alta dinamizzazione.

Bufo rana agisce essenzialmente sul sistema linfatico contribuendo a ridurre il gonfiore encefalico e conseguentemente migliorando il quadro di irritazione e ipereccitabilità cerebrale. Ricordiamo che se la diluizione agisce sugli effetti primari di un medicinale omeopatico, la dinamizzazione permette di potenziare gli effetti secondari del rimedio stesso.

In questo momento l’utilizzo di R33 Reckeweg è supportato esclusivamente da una buona pratica clinica, ma non è giustificato da un punto di vista medico legale.

Questo non toglie però che l’utilizzo di questo medicinale omeopatico in un quadro terapeutico più ampio possa dimostrarsi utile nel trattamento dell’epilessia.

Come già ribadito in molte parti del nostro sito, siamo sempre più convinti della necessità di integrare insieme diverse tecniche terapeutiche al fine di ottenere i migliori risultati per il malato.

Le persone che soffrono di epilessia possono utilizzare 20 gocce sublinguali di R33 Reckeweg appena percepiscono i sintomi iniziali di un attacco epilettico.

Nei casi più gravi alla somministrazione di R33 Reckeweg si può far subito seguire l’utilizzo di Valium per via rettale. Se messa in atto al manifestarsi dei primi sintomi prodromici, secondo la nostra esperienza questa associazione permette, molto spesso, di impedire l’attacco epilettico.

Se questo tipo di impostazione può essere utilizzata efficacemente per sedare un attacco epilettico, alcuni studi dimostrano l’importanza del controllo delle intolleranze alimentari (allergie alimentari ritardate) nel diminuire l’infiammazione e l’ipereccitabilità delle strutture nervose.

Cardi, del Dipartimento di Scienze neurologiche dell’università La Sapienza di Roma, in uno studio preliminare (Cardi E. Acta Neurol Scand, Dec 2001; 104(6): 349-352) ha dimostrato come i bambini epilettici siano più allergici rispetto ai quelli non epilettici e che l’identificazione e il trattamento delle eventuali intolleranze alimentari permetta di migliorare sensibilmente il quadro clinico.

Su queste basi nella nostra pratica clinica siamo soliti procedere sempre con l’identificazione delle ipersensibilità alimentari individuali e con l’impostazione di una dieta di rotazione settimanale volta a migliorare lo stato di tolleranza dell’organismo eventualmente supportata dai vaccini iposensibilizzanti a bassa dose più adatti.

La riduzione dell’infiammazione delle strutture nervose permette di ridurre sensibilmente la frequenza degli attacchi e la gravità degli stessi permettendo una migliore gestione dei farmaci allopatici eventualmente associati a medicinali omeopatici come R33 Reckeweg.