Vivere e sopravvivere alle Feste: grazie ossitocina

21 Dicembre 2015
Vivere e sopravvivere alle Feste: grazie ossitocina

Se è vero che il periodo delle feste natalizie vorrebbe per tutti essere un momento di gioiosa condivisione (spesso di cibo, ma in primis di amore e affetto), l’occasione è per alcuni fattore di stress, perché tra le persone alle quali bisogna voler bene (e invitate alle occasioni) c’è anche la cugina antipatica o lo zio Peppo che a sorridere proprio non ce la fa.

A dare una mano viene l’ossitocina, un ormone naturalmente secreto dall’ipotalamo e dall’ipofisi (ghiandole coinvolte in una serie di funzioni metaboliche e di mantenimento dell’equilibrio dell’organismo) nelle occasioni di convivialità e socialità particolarmente empatica.

L’ormone è spesso noto sotto il nome di “molecola dell’innamoramento” oppure “dell’amore“: è secreto in maniera abbondante nelle prime fasi dell’innamoramento e conduce a un rinsaldarsi del legame.

Altresì preso in considerazione è il ruolo dell’ormone nella neomamma che, producendone naturalmente durante il parto, è ancor più felice di tenere in braccio il proprio bebè e sarebbe teoricamente portata ad occuparsene.

Il piacere della convivialità, della condivisione, o della situazione stessa, va di pari passo con la secrezione di ossitocina essendone causa e risultato allo stesso tempo.

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Indagini di altro tipo hanno evidenziato come dell’ossitocina sintetica iniettata in animale da esperimento o lo stimolo della sua produzione, ad esempio con l’attività sportiva, producano una mutata capacità e volontà relazionale a posteriori. Il topo che viene fatto allenare sulla ruota e poi messo insieme agli altri roditori ha maggiore interesse a relazionarsi con loro piuttosto che il compagno non allenato e che invece tende a stare per conto suo.

La produzione di ossitocina in un individuo, e quindi il suo comportamento nell’ambiente, sembra influenzare la risposta dell’intero ambiente sociale circostante.

A dimostrarlo sono le analisi e le osservazioni di Gert-Jan Pepping, ricercatore del Centro per le Scienze dei Movimenti Umani, dell’Università di Groningen. Queste analizzano il modo con cui gli individui si relazionano tra loro, con specifico riferimento agli sport di squadra.

In particolare, nel gioco del calcio, il fatto che un giocatore esulti o esibisca gesti tipici a seguito di un goal, influenza la performance e i risultati dei compagni che toccheranno il pallone a seguire. Tale azione potrebbe esse mediata dalla secrezione dell’ossitocina da parte di ipotalamo e ipofisi, in chi abbia esultato e in chi abbia visto esultare il compagno e abbia eventualmente esultato a sua volta.

L’ossitocina sembra essere in grado di mettere chiunque nelle condizioni migliori per vivere un’esperienza sociale o agonistica di successo.

Non è tutto: mantenere una buona relazione con la propria ossitocina potrebbe proteggere dal cancro. Inoltre, la sua presenza, aumenta naturalmente il metabolismo e modula l’appetito.

Non male per un giorno in cui si è davanti a cibo, e si mangia, in maniera quasi costante.

Si ricorda in proposito che l’ossitocina è naturalmente secreta, in ogni caso, durante le attività di fattura sociale. Questo significa che anche il solo fare due chiacchiere con lo zio o la zia di turno agisce in senso protettivo per voi, per le dimensioni dei vostri fianchi, e per la salute di ciascuno.

Le Feste, le occasioni sociali, fanno bene. Come la cannella, la curcuma e il tè verde proteggono la salute, migliorano il metabolismo e modulano la fame.

La miglior soluzione per vivere e sopravvivere alle Feste, è ridersela nella convivialità, con effetti davvero positivi, non solo sul risultato sociale, per effetto ossitocinico, anche le persone più spiacevoli potrebbero indulgere in sorrisi, ma anche e soprattutto sulla propria salute e serenità.