Messaggi e segnali dal cibo: FSP27 e le 15 ore che fanno dimagrire

18 Maggio 2015
Messaggi e segnali dal cibo: FSP27 e le 15 ore che fanno dimagrire

La scoperta che alcune citochine infiammatorie possono determinare resistenza insulinica e facilitare l’ingrassamento ha portato a capire che una delle sostanze misurate da Recaller e da BioMarkers, il BAFF, può stimolare l’accumulo di grasso anche in condizioni di normale introduzione calorica.

L’uso di questi due test può quindi aiutare ogni persona a meglio comprendere come modificare le proprie abitudini alimentari per ridurre il livello di infiammazione, migliorare la sensibilità insulinica e ritrovare forma e benessere.

L’apertura mentale necessaria per comprendere questi aspetti (non ancora del tutto digeriti dall’intera classe medica) ha stimolato ulteriori ricerche sui segnali che l’organismo riceve dagli alimenti e dal modo in cui questi vengono introdotti nell’organismo.

Una volta scoperto che il cibo può essere alla base di molti stimoli ormonali, immunologici e metabolici, sia negativi sia positivi, il campo della ricerca nutrizionale assume una grandezza inaspettata e si aprono strade di ricerca inesplorate.

Molti degli aspetti proposti fin dal 2006 dal medico americano James Johnson, propugnatore di un concetto di dieta alternata per mantenere il peso forma (giorni di dieta fortemente ipocalorica alternati a giorni normali), sono stati discussi come effetto della attivazione della sirtuina (Johnson JB et al, Med Hypotheses. 2006;67(2):209-11. Epub 2006 Mar 10) che pur nella sua positiva azione nei confronti della regolazione di mitocodri non può determinare dimagrimento.

La dieta alternata proposta da Johnson ha degli spunti di notevole interesse, e una discreta efficacia, al punto che il ricercatore britannico Johnstone ne ha parlato sull’International Journal of Obesity come uno dei possibili strumenti per combattere l’obesità (Johnstone A. Int J Obes (Lond). 2015 May;39(5):727-733. doi: 10.1038/ijo.2014.214. Epub 2014 Dec 26).

Chi ricerca con passione viene però spesso premiato, e le spiegazioni di Johnson sono state superate e rese obsolete dalla scoperta della azione di FSP27 e dalla caratterizzazione di una doppia azione provocata dal digiuno: da un lato esistono le azioni dovute al “Long fasting” o digiuno prolungato (che corrisponde all’azione delle diete ipocaloriche protratte) e dall’altro le azioni interessanti dello “Short fasting” o digiuno di breve durata che determina invece degli effetti lipolitici e antinfiammatori importanti e utili.

Vilà-Brau e il suo gruppo di ricercatori di Barcellona hanno pubblicato sul Journal of Lipid Research una dettagliata discussione biochimica sulla azione dello “Short fasting” e dei suoi effetti di induzione di questa proteina mobilizzatrice di grasso (FSP27) che si innalza anche di 800 volte nel plasma durante le prime 15-18 ore di digiuno o di controllo ipocalorico, per tornare a livelli più bassi subito dopo.

L’effetto del digiuno o del controllo calorico di breve durata determina quindi lipolisi mentre se il digiuno o la ipocaloricità sono protratti nel tempo, dopo una breve fase di lipolisi, l’organismo ricomincia ad accumulare grasso in modo intenso non appena ne ha l’occasione (Vilà-Brau A et al, J Lipid Res. 2013 Mar;54(3):592-601. doi: 10.1194/jlr.M028472. Epub 2012 Dec 6).

Lo stimolo di questa proteina mobilizzatrice di grasso può diventare uno strumento molto utile per la ricerca della forma fisica e del peso corretto.

In SMA stiamo già applicando da due anni questo tipo di approccio in molti casi selezionati, attraverso percorsi terapeutici ben definiti.

All’interno di una programmazione dietetica individualizzata quindi, dopo avere capito quali siano i cibi da controllare attraverso la profilazione alimentare individuale, si può valutare la possibilità di inserire due o tre giorni nella settimana in cui attivare un processo di lipolisi attraverso la produzione di una buona quantità di FSP27.

In questo modo si può ottenere un giusto equilibrio tra stimolo lipolitico e gusto, consentendo spazi di piacere e di godimento del cibo più liberi.

Chi pensa alle famigerate “diete 5/2” o alle “diete delle 500” si sbaglia profondamente.

Mentre in quei casi si assiste solo a interventi che riducono le calorie in 2 giorni su 7, senza alcuna educazione alimentare, c’è la possibilità (e noi lo proponiamo) di impostare un programma dietetico e nutrizionale equilibrato, che rispetti il profilo alimentare individuale, inserendo in una settimana ipotetica sia l’effettuazione di 2 (o anche 3 in alcuni casi) giorni di attenzione alimentare, nello stesso modo in cui si possano inserire dei pasti di relativa libertà (non di eccesso pantagruelico) e mantenendo viva la modalità di segnale alimentare caratterizzata dalla prima colazione abbondante, dall’equilibrio tra carboidrati e proteine e dalla qualità degli alimenti.  

Già nel libro “Colazione e brunch per il benessere” (Milano 2014, Edizioni LSWR) sono stati proposti dei menù specifici, adatti anche alle diverse ipersensibilità alimentari, per la messa in pratica di questo tipo di approccio alimentare.

Alcuni esempi pratici si possono ritrovare nell’articolo della dottoressa Ambra Carli sul menù adatto a persone con reazioni a latte e lieviti e nell’articolo del dottor Davide Maiocchi sui menù adatti alle persone con reazione a glutine e nichel

Si tratta di una evoluzione conoscitiva e scientifica importante, da cui si comprende sempre di più il significato di messaggio e di segnale che ogni alimento può dare all’organismo. È un passaggio importante che va oltre alcune convinzioni che fino ad oggi hanno informato anche i nutrizionisti più evoluti.

La ricchezza di dati scientifici su questo tipo di approccio è notevole e sottende anche una forte azione antinfiammatoria di questo regime. Su queste pagine proporremo presto nuovi spunti di riflessione e indicazioni pratiche che potranno aiutare chiunque a capire come muoversi in questo nuovo percorso.

Mantenendo il rispetto delle regole di una sana alimentazione e garantendo anche il piacere della tavola e il piacere della forma fisica.

FSP27 è coinvolta nella formazione delle gocce lipidiche nelle cellule ed è a tutti gli effetti un vettore per i grassi senza determinarne di per sé l’accumulo o la mobilizzazione. Questa proteina di segnale semplicemente “obbedisce” al set metabolico della cellula in relazione al momento e al tipo cellulare.

Chi non ha approfondito a sufficienza questi argomenti si limita a considerare l’FSP27 solo rispetto al controllo (downregolazione) della via di utilizzazione dei lipidi.

La riduzione del consumo immediato di grassi è in relazione al fatto che la cellula è in una fase di ridefinizione del destino metabolico della propria energia di riserva e ne blocca per qualche ora un consumo non regolato.

Ad esempio, nelle primi fasi del digiuno il tessuto adiposo sfrutta l’azione di FSP27 per mobilizzare i grassi di riserva che raggiungeranno tutti i tessuti dell’organismo e in primis i muscoli come supporto energetico.

Le cellule che esprimono FSP27 non sono quindi quelle in cui effettivamente verranno bruciati i grassi, ma piuttosto quelle che danno inizio al processo di dimagrimento descritto nei lavori di Chaix.

Bisogna sapere leggere come il tempo e la sede di attività di una proteina sono correlati con l’effetto che vogliamo ottenere.