Gli eosinofili a tavola

28 Ottobre 2021
Gli eosinofili a tavola

Ti è mai capitato di fare un prelievo di sangue e di accorgerti di valori elevati di eosinofili? Se ti è successo ti sarai sicuramente chiesto il perché. 

Gli eosinofili sono globuli bianchi che vengono coinvolti in varie situazioni: 

  • reazioni infiammatorie
  • reazioni allergiche
  • in caso di presenza di parassiti a livello intestinale

Ne consegue che i loro valori accrescono quando uno di questi processi è in atto.  

Le cause che determinano reazioni di infiammazione possono essere tante e totalmente diverse, una tra queste è l’alimentazione, di frequente si incorre infatti in valori di eosinofili elevati in presenza di infiammazione da cibo.

Che cos’è l’infiammazione da cibo?

Quando si parla di infiammazione da cibo, si intende un’infiammazione cronica e di basso grado, che persiste per molto tempo, addirittura anni; i sintomi (come mal di testa persistente, stitichezza, stanchezza cronica, difficoltà digestive, gonfiore addominale…) si intensificano lentamente nel tempo, questo è dovuto ad un graduale sovraccarico causato dal cibo. 

Non esistono cibi “cattivi”, responsabili dell’aumento di infiammazione: questa molto più spesso dipende dalla frequenza e dalle quantità con cui gli alimenti vengono ingeriti.  

Il consumo sistematico o eccessivo degli stessi alimenti e per lungo tempo determina una maggiore produzione di BAFF e/o PAF da parte dell’organismo. Il BAFF è una molecola di segnale d’allarme per l’organismo, il quale risponde innescando sintomi patologici. I valori di BAFF sono correlati con il cibo, infatti viene prodotto anche da alcune cellule intestinali, nel momento in cui il cibo entra in contatto con il sistema immunitario.  

Infine, il BAFF ha in comune molte azioni con il PAF, entrambi infatti sono marcatori di reattività alimentari e i loro aumento è correlato con stati infiammatori. 

Misurare i valori di BAFF e PAF (rilevabili grazie a un test Recaller) permette di conoscere il proprio grado di infiammazione correlata al cibo, e quindi modificare le proprie abitudini con lo scopo di ridurre la stessa infiammazione e di conseguenza controllare gli effetti sulla salute. Il Recaller 2.0, oltre ai valori di infiammazione da cibo, consente di conoscere i gruppi alimentari consumati in eccesso o in modo sistematico, che quindi hanno contribuito all’innalzarsi dell’infiammazione. 

Nel centro SMA in cui lavoro ci occupiamo di infiammazione da cibo, e, in seguito all’esecuzione del Recaller 2.0, applichiamo la “dieta di rotazione”. Quest’ultima consiste nell’inserimento, durante la settimana, di alcuni giorni senza i gruppi emersi dal test e altri momenti, altrettanto fondamentali e importanti, in cui quei gruppi vengono reintrodotti. Questo meccanismo determina una riduzione dell’infiammazione da cibo e di conseguenza un controllo maggiore sulla salute. 

Piccoli cambiamenti nelle scelte alimentari possono portare ad una modifica dei valori di BAFF e PAF, e questo fa sperare che si possa agire non solo in modo terapeutico su gran parte delle patologie croniche più diffuse, ma anche e soprattutto in modo preventivo.