Carne della mia carne

3 Marzo 2008
Carne della mia carne

Tutta la stampa americana e mondiale scrive del più grande allarme collegato alla commercializzazione di carni, avvenuto negli USA. L’industria agroalimentare americana è nel mirino del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti a causa della diffusione di un video consegnato all’associazione americana Humane Society testimonianza scioccante di crudeltà e maltrattamenti verso animali da allevamento. Il video in particolare mostra mucche invalide e non in grado di reggersi in piedi, in america le chiamano downer cows (mucche a terra) costrette a rialzarsi e a procedere con mezzi e metodi assolutamente fuori legge: scariche di elettroshock, getti d’acqua ad alta intensità e uso di muletti meccanici. Sotto indagine il grande mattatoio e l’enorme spreco di uno stabilimento della California del sud.

Per il segretario all’Agricoltura Ed Schafer le immagini e altre prove raccolte dagli investigatori sono state più che sufficienti per stabilire che l’azienda Hallmark Meat Packing, che ha sede a Chino, non ha fornito le necessarie attenzioni al bestiame malato, violando così le norme per la sicurezza imposte agli allevatori.
Le autorità statunitensi sono intervenute immediatamente ritirando dal mercato 65 mila tonnellate di carne cruda e congelata, statisticamente parlando, pari a due hamburger per ogni abitante degli Stati Uniti.

L’Associazione Nazionale degli Allevatori è a favore del ritiro della carne incriminata, in commercio da febbraio 2006 e destinata a mense scolastiche, case di cura, ospizi per anziani e catene di fast food dove si producono milioni di hamburger.

James O. Reagan, presidente dell’organizzazione del Beef Industry Food Safety Council, rassicura però l’opinione pubblica californiana: “Possiamo confidare sul fatto che la fornitura di carne bovina sia sicura, ci sono infatti numerosi controlli prima che la merce arrivi sul mercato”. Steve Mendell, presidente della Hallmark Meat Packing si è limitato soltanto a dichiarare di aver visto con orrore il video.

Per il momento il mattatoio ha sospeso il lavoro.

Una procedura mai vista sino ad ora in America, soprattutto considerando che la causa del ritiro è stata dettata da motivi prettamente precauzionali perché gli animali effettivamente non erano malati, nessun batterio killer, nessun virus presente, ma qualcosa che mette ancora di più i brividi e costringe ad una seria riflessione sul modo in cui si alleva ciò che poi finirà sulle nostre tavole. La regolamentazione impone infatti il divieto di commercio di carne di “bestiame a terra” per i rischi quali l’encefalopatia spongiforme bovina (BSE), altrimenti conosciuta come malattia della mucca pazza, molto pericolosa per l’uomo perché il virus trasmissibile può portare ad una patologia cerebrale, nella maggior parte dei casi fatale. Un’altra ragione è che il bestiame non riuscendo più a reggersi in piedi inevitabilmente convive con i propri e altrui scarti organici, con il forte rischio di contaminazione da salmonella ed E. coli (escherichia coli).

Ogni anno migliaia di animali usati per la produzione di cibo subiscono abusi e privazioni perché troppo spesso la sofferenza animale è considerata parte delle normali pratiche agricole. Esperimenti hanno mostrato che animali sottoposti a violenze ed a condizione di forte stress producono elevati tassi di ormoni come il cortisolo e l’adrenalina che potrebbero, secondo gli studi di settore, compromettere la qualità delle carni, ed oggi, a parere delle autorità americane, anche la salubrità.

Albert Einstein diceva: “Non sono coloro che fanno il male a rendere il mondo insopportabile, ma coloro che guardano e lasciano fare”.

E in Italia cosa sta succedendo? Roberto Bennati, vicepresidente della LAV (Lega Anti Vivisezione) avverte: “La vergogna del trattamento violento riservato alle “mucche a terra” è una realtà drammaticamente diffusa anche nel nostro Paese. “Al pari degli Stati Uniti, dichiara il presidente della LAV, in Italia i mattatoi continuano a macellare bestiame non deambulante e a mettere in vendita le carni di questi animali”. La LAV ha denunciato per maltrattamenti alcuni stabilimenti del nord Italia e altri processi sono attesi a Cuneo, a carico di due strutture, mentre a Mantova sono in corso indagini delle forze dell’ordine.

Se siamo ciò che mangiamo, cosa possiamo fare nel nostro piccolo grande mondo di consumatori? Sicuramente ricordarsi che i nutrizionisti consigliano di consumare la carne rossa non più di due tre volte a settimana. La carne se consumata nell’ambito di una alimentazione variata e in quantità moderata, assicura mediamente 20 g di proteine ogni 100 g, un buon apporto di aminoacidi essenziali (quelli che devono necessariamente essere introdotti con la dieta e che rendono un alimento proteico a elevato valore nutrizionale), vitamine del gruppo B e ferro facilmente assorbibile. 

Tutto ciò non può certo fare male! Certo, se di qualità biologica è meglio…