Sonno, felicità e metabolismo: quando il benessere ha bisogno di riposo

10 Dicembre 2014
Sonno, felicità e metabolismo: quando il benessere ha bisogno di riposo

Viene da pensare ai vecchi film in cui il medico suggeriva al “malato” di passare un bel periodo riposando e dormendo per potere tornare in salute.

Era una giusta indicazione e spesso si parlava della convalescenza come di una forma di aiuto all’organismo per ritrovare il benessere, anche se il termine è quasi scomparso dal vocabolario comune e si pretenderebbe di ritornare al lavoro o alla vita sociale anche durante una polmonite.

Il rapporto con il sonno e in particolare con un sonno ristoratore, è un’arma potente per aiutare a mantenere la salute, sentirsi bene, godere di sensazioni positive e aiutare l’organismo a perdere peso (se si è in sovrappeso) o a regolare il metabolismo se questo è alterato.

La relazione tra sonno è dimagrimento è già stata ampiamente discussa, e Eurosalus ne ha parlato in articoli recenti, ma di certo alcuni lavori recentissimi danno ulteriore conferma di quanto l’organismo sia legato a ritmi interiorizzati nel corso di centinaia di migliaia di anni e che fanno parte delle caratteristiche degli esseri umani anche oggi.

Un gruppo di diabetologi spagnoli (Vieira E et al, Trends Mol Med. 2014 Nov 5;20(12):685-693. doi: 10.1016/j. molmed. 2014.10.007. [Epub ahead of print]) ha pubblicato su Trends in Molecular Medicine un lavoro in cui viene definita l’esistenza di una sorta di orologio biologico anche all’interno del pancreas, in grado quindi di recepire le alterazioni del ritmo sonno/veglia o delle oscillazioni tra luce e buio e di determinare risposte sul metabolismo, sulla regolazione degli zuccheri e sull’umore.

Un gruppo di ricercatori dell’Università del MInnesota – Dipartimento di Scienza della Nutrizione – (Nixon JP et al, Ageing Res Rev. 2014 Nov 22. pii: S1568-1637(14)00123-8. doi: 10.1016/j.arr.2014.11.001. [Epub ahead of print]) ha pubblicato su Ageing Research Reviews nei giorni scorsi un importante lavoro sulla relazione tra sonno, diabete, obesità ed invecchiamento, descrivendo il ruolo di un neuropeptide (orexina) di cui si stanno recentemente scoprendo alcune funzioni.

La relazione tra sonno e invecchiamento fa pensare con simpatia al vecchio detto che segnalava l’importanza di un buon sonno per evitare le rughe.

Oggi sappiamo che le alterazioni del sonno possono provocare disturbi della regolazione della tiroide, e essere una importante concausa di disturbi quali la depressione, l’angina pectoris, l’asma, l’artrite, l’obesità e l’ipertensione arteriosa.

Uno studio multicentrico pubblicato su PLoS One ha dimostrato che il trattamento dei disturbi del sonno presenti in queste condizioni porta a un notevole e simultaneo beneficio per tutte le patologie considerate.

L’augurio per tutti è quindi quello di un buon sonno, che aiuti anche a mantenere elevato il tono dell’umore e a vivere meglio, soprattutto la relazione con gli altri.

Uno studio comportamentale effettuato su persone con disturbi del sonno e pubblicato su Sleep, ha confrontato la loro capacità di comprendere l’espressione emotiva di persone con cui si entra in relazione, con la capacità di riconoscimento espressa dalle persone che invece riposavano bene (Kyle SD et al, Sleep. 2014 Apr 1;37(4):775-83. doi: 10.5665/sleep.3588).

Ne è emerso che chi dorme male sottostima grandemente il valore emotivo delle espressioni facciali di paura o di tristezza, mentre chi riposa il giusto è in grado di percepire molto bene le emozioni manifestate dalle persone vicine e quindi, pensiamo noi, di interagire nel modo giusto con gli altri.

Ecco allora che anche strumenti semplici, come l’integrazione con il Magnesio giusto (2-3 tavolette in serata), o con un supporto di Inositolo (2 tavolette al mattino, prima di prima colazione), possono aiutare, anche sotto stress, a riequilibrare i meccanismi del sonno e aiutare a regalare salute.

Per capire quanto, avvicinandosi al Natale, questo possa essere importante per la felicità e per il benessere, pensiamo ai problemi che possono nascere quando non si riconosce il malessere del proprio compagno o della propria compagna, oltre che quello dei propri figli o genitori.

Pensiamo ai personaggi “tristi” del Natale, come lo zio avaro di Dickens, incapace di leggere le emozioni negli altri.

Pensiamo al fatto che chi dorme male potrebbe non riconoscere la sofferenza della “Piccola fiammiferaia” e passarle vicino senza capire quanto potrebbe fare bene aiutarla.

L’augurio vero è che il sonno torni a meritare rispetto, per mantenere la salute, la forma e contribuire alla felicità di ciascuno.