Cereali integrali: come gestirli in caso di colon irritabile?

di Ambra Carli - Nutrizionista
28 Novembre 2017
Cereali integrali: come gestirli in caso di colon irritabile?

DOMANDA

Soffro di colon irritabile da molto tempo e non ho ancora capito se l’utilizzo dei cereali integrali può essermi d’aiuto o potrebbe invece contribuire a peggiorare la situazione. Vorrei, se possibile, dei consigli su come procedere.

RISPOSTA

Cara lettrice,

i cereali integrali sono sempre più salutari dei rispettivi raffinati, ma la scelta di utilizzo degli uni o degli altri dipende dal proprio microbiota intestinale e dallo stato infiammatorio sistemico in cui si trova l’organismo.

L’equilibrio tra le popolazioni batteriche che si trovano nel microbiota dipende strettamente dall’attitudine alimentare dell’individuo e può essere significativamente alterato dall’introduzione eccessiva di cibi ad alto contenuto di fruttosio (miele e frutta essiccata), fruttani (grano, segale, cipolle), sorbitolo (dolcificante presente in molti cibi di produzione industriale), raffinosio (legumi e cavoli) e fibre.

Una dieta ad alto contenuto di questi cibi determina un’aumentata produzione di gas e una distensione colica da fermentazione batterica, sintomi spiacevoli che spesso inducono il paziente ad eliminare le categorie alimentari additate come responsabili.

Da sempre sosteniamo che “nessun cibo è contro” e che la variabilità alimentare è fondamentale per mantenere ai minimi livelli l’infiammazione dell’organismo. 

La fibra svolge un compito fondamentale di autoregolazione sui segnali di fame e sazietà.

Un recente trial crossover condotto in Australia da Halmos et al. ha dimostrato come pazienti sottoposti per 21 giorni ad una classica dieta australiana, ricca dei cibi sopra elencati, abbiano avuto sintomi gastrointestinali più importanti rispetto ad individui sottoposti ad una dieta a basso contenuto degli stessi alimenti. Sulla base di ciò, la riduzione del consumo di fibre, e dunque anche di cereali integrali, può essere utilizzata come terapia first-line, seguita da una graduale, guidata e fondamentale reintroduzione degli stessi.

Per creare terreno fertile al recupero dell’amicizia verso tutte le categorie alimentari diventa fondamentale l’effettuazione di un test che individua il livello di infiammazione da cibo dell’organismo attraverso la misurazione delle citochine infiammatorie BAFF e PAF e l’individuazione dei gruppi alimentari consumati in eccesso che in quel momento stanno infiammando l’organismo.

Reinserire cereali integrali nell’ambito di una rotazione sulle proprie infiammazioni da cibo renderà il tutto molto più semplice e fluido.

Altre semplici attenzioni alimentari garantiranno un’accettazione facile verso cereali integrali anche da parte di un “intestino irritato”:

  • l’utilizzo di proteine ad ogni pasto, partendo già dalla prima colazione;
  • la divisione del piatto in proteine, vegetali e carboidrati nello stesso volume visivo;
  • l’apertura del pasto con il “crudo-vivo-colorato”, ossia l’assaggio di un frutto o di una verdura scondita;
  • la riduzione al minimo del consumo di zucchero e di altri dolcificanti in bevande e prodotti industriali che ne contengono.

La domanda potrebbe essere: perché arrivare a consumare cereali integrali senza sintomi intestinali spiacevoli è così importante?

I lavori scientifici che confermano il valore della fibra nell’alimentazione sono numerosissimi, sia per il suo effetto diretto sulla resistenza insulinica, sia per l’effetto di “volume” che crea  a livello gastrico e intestinale, bloccando la ricerca di altro cibo nel momento in cui lo stomaco risulta effettivamente sazio. La fibra, dunque, svolge un compito fondamentale di autoregolazione sui segnali di fame e sazietà.

I cereali integrali hanno, inoltre, un contenuto nutritivo diverso e migliore per quanto riguarda il contenuto di proteine, fibra, ferro, calcio e vitamine, dal momento che possiedono ancora “il germe”, ricco in olii polinsaturi, vitamine del gruppo B, antiossidanti, aminoacidi essenziali.

Infine, tutti i cereali integrali (e solo quelli integrali) hanno in sé la possibile soluzione al problema di un eccesso di reattività dell’organismo e inducono un aumento della tolleranza alimentare: ogni cereale è in grado di attivare la produzione di Interleuchina 10 (IL-10), che stimola la tolleranza, e di inibire la produzione di interleuchine 5, 13 e Interferon-gamma allergizzanti, che invece fanno aumentare l’infiammazione e i sintomi gastrointestinali.

Nel centro SMA di Milano ci si occupa giornalmente di formulare percorsi alimentari personalizzati per condurre gradualmente i nostri pazienti ad apprezzare le proprietà positive di tutti i cereali integrali, mettendo in moto un circolo virtuoso per la salute sul lungo periodo.