E se qualche caloria in più facesse dimagrire?

18 Maggio 2016
E se qualche caloria in più facesse dimagrire?

Le calorie non sono che uno di diversi modi per analizzare il valore nutrizionale degli alimenti.

L’idea generale è che, per dimagrire, meno sono le calorie e meglio è. Invece ci sono momenti in cui una caloria in più è decisamente meglio di una in meno. Vediamo qui di seguito di cosa si tratta.

L’esempio più lampante è quello della prima colazione e dell’orario in cui si mangia. Le calorie consumate durante la prima metà della giornata acquisiscono, sia in termini nutritivi che di salute, significato diametralmente opposto a quelle assunte nella seconda metà.

Mangiare calorie a prima colazione, ad esempio, fa da stimolo metabolico per l’intera giornata. Vuol dire che le calorie consumate appena svegli o subito dopo lo sport mattutino consentono un aumento dell’energia consumata e una riduzione di quella accumulata (in grasso).

Al contrario, una colazione povera tenderà a rendere più facile l’accumulo in grasso di ciò che sarà assunto a seguire, riducendo invece i consumi positivi per la salute (energia fisica, voglia di fare e lucidità mentale).

Le calorie assunte durante la prima metà della giornata stimolano in consumi, quelle assunte nella seconda metà tendono ad essere accumulate in grasso.

Parliamo poi di macronutrienti, e qui è assolutamente chiaro come le calorie che vengono dallo zucchero non possano che essere diverse da quelle, ad esempio, di origine proteica.

Aminoacidi, zuccheri e grassi hanno compiti diversi e un eccesso (che nella popolazione occidentale è tipicamente in zuccheri) ha un effetto diverso da una stessa quantità di calorie ben bilanciata tra le tre classi.

Ricordiamo in questo caso che un piatto diviso in tre parti simili e che contenga per un terzo alimenti proteici, un terzo carboidrati integrali e un terzo frutta o verdura preferibilmente fresca e cruda, risponde abbastanza fedelmente alle indicazioni dell’organizzazione mondiale della sanità e alle necessità di ciascuno.

Quelle che vengono da una quota proteica o da un po’ di grassi buoni, aggiunti a dei carboidrati, sono un altro esempio di calorie che aiutano a restare magri.

Pensiamo all’aggiunta di olio extravergine sulle patate bollite o alle calorie del tonno aggiunto all’insalata. Queste semplici azioni permettono una modulazione dell’impatto glicemico del pasto, consentendo una migliore regolazione degli zuccheri nel sangue e un minor accumulo in grasso dell’energia (delle calorie) presenti nel piatto.

Le calorie sono un pessimo indicatore della qualità di ciò che si sta mangiando, così come rischiano di essere fuorvianti quando si considerano quelle “consumate durante l’esercizio” o quelle del proprio “metabolismo basale”.

È sempre più chiaro che per raggiungere la propria forma fisica desiderata, in salute e serenità, sia necessario seguire con costanza e senza eccessi, quelle sane abitudini che accompagnano il dimagrimento e anche il mantenimento dei propri progressi.

Per conservare in modo sano il proprio equilibrio mentale e fisico, associato a miglioramenti che siano il più soddisfacenti possibile.