Fegato grasso: ma quanto rischi?

3 Luglio 2025
Fegato grasso: ma quanto rischi?

Per tanti anni si è pensato che “avere il fegato grasso” non fosse nulla di particolarmente preoccupante e questo atteggiamento era dovuto ad apparecchi per ecografie che in passato non erano ancora evoluti e, in parte, alla mancanza di farmaci classici specifici per il problema della steatosi epatica (che è il nome tecnico del fegato grasso) e quindi al pensiero che ci fosse poco da fare per migliorare questa condizione.

Si tratta quindi di una condizione che è stata per lungo tempo sottovalutata.

Inoltre, c’era (e purtroppo esiste ancora) la errata convinzione popolare che al di là della relazione ben nota tra steatosi e uso di alcol, la causa alimentare del fegato grasso, anche in assenza di abuso alcolico, fosse l’assunzione di cibi grassi, andando dal lardo alla maionese alla mortadella, alle uova o ai formaggi… Convinzione del tutto scorretta.

In realtà, le ricerche scientifiche degli ultimi anni hanno dimostrato e confermato che la causa della steatosi è legata ad un eccesso di carboidrati, zuccheri e frutta, che determinano elevati livelli di glicazione.

Hepato Screen è il test di GEK Lab che identifica precocemente il rischio di steatosi epatica e guida in anticipo la prevenzione dei danni del fegato.

In effetti la memoria storica ci insegna che in tempi antichi le oche usate per fare il “foie gras” erano nutrite con un eccesso di orzo, mais e grano, cioè quasi solo con carboidrati e questo eccesso di zuccheri determinava la trasformazione del fegato verso la steatosi.

Oggi sappiamo che il fegato grasso colpisce almeno 1 adulto su 3, con dati impressionanti per chi è in sovrappeso (8 soggetti su 10) o diabetico (6 su 10), spesso in assenza di sintomi evidenti. Anche i bambini sono a rischio; il numero dei bambini e degli adolescenti “steatosici” è di 2 adolescenti su 10 e di ben 7 su 10  se consideriamo i bambini con obesità.

Quando si ha il “fegato grasso” si aprono purtroppo delle possibili evoluzioni verso malattie del fegato anche gravi che possono invece essere prevenute e trattate in anticipo. 

La mancanza attuale di terapie farmacologiche specifiche e di strumenti facilmente accessibili di stratificazione del rischio rende cruciale l’identificazione precoce del rischio  e la gestione attiva del trattamento nutrizionale attraverso indicazioni mirate e personalizzate.

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Steatosi epatica

Sapere qual è il proprio livello di rischio genetico, cioè la possibile predisposizione ad ammalarsi, è già un forte vantaggio perché la presenza di varianti del gene PNPLA3 arriva a moltiplicare per 8 volte il rischio di sviluppare la steatosi e di patirne le sue conseguenze.

Aggiungere a questo la conoscenza dei propri livelli di glicazione consente ad ogni persona di mettere in atto i principi di prevenzione nutrizionale personalizzata più idonei ad impedirne la progressione verso la malattia e più adatti a mantenere “sano” il proprio fegato.

Per questo è oggi a disposizione Hepato Screen, l’innovativo test sviluppato da GEK Lab per la valutazione della steatosi epatica o MASLD (acronimo in inglese di “malattia epatica associata a disfunzione metabolica”). 

Si tratta di un test definito in accordo con le indicazioni emerse dal convegno internazionale “World Liver Day” del 2025 e affianca con un approccio unico l’analisi genetica del polimorfismo PNPLA3, il più importante indicatore di rischio genetico di sviluppo e progressione della steatosi e il dosaggio del metilgliossale (MGO), uno dei più importanti biomarcatori della glicazione, che innescano e mantengono la steatosi.

Chi avesse il sospetto di qualche “difficoltà di funzionamento” del proprio fegato, soffrisse di diabete o di altre malattie metaboliche come la gotta, avesse già tribolato in passato con le proprie transaminasi (AST, ALT, Gamma GT), fosse in sovrappeso o avesse in famiglia una storia di malattie del fegato, c’è la possibilità di effettuare Hepato Screen per conoscere il livello di rischio della steatosi epatica e per sapere quali approfondimenti siano necessari per modificare la propria alimentazione.

Hepato Screen fornisce

  • Identificazione precoce della predisposizione genetica allo sviluppo della steatosi e quindi della definizione del proprio rischio
  • Un referto completo con risultati di laboratorio, commenti su MGO e PNPLA3, e una lettera al Medico Curante con bibliografia scientifica.
  • Facile Interpretazione di un referto snello e di facile comprensione per il paziente
  • Supporto al proprio Medico di Base fornendo indicazioni scientifiche in totale accordo con le linee guida attuali per il trattamento di questa patologia 

L’esperienza di questi ultimi anni, da quando è possibile misurare i danni precoci da glicazione, ha consentito di vedere e misurare il miglioramento della condizione epatica e del metabolismo degli zuccheri, ottenendo evidenti miglioramenti della funzione anche di altri organi o apparati, senza ricorrere a inutili diete ferree ma sempre rispettando l’intero equilibrio dell’organismo ed evitando inutili rinunce alimentari assolute.

Se il rischio c’è, lo si può affrontare

Significa che una volta compreso quale possa essere il “rischio steatosi”, le indicazioni nutrizionali o di integrazione mirata che ne possono derivare possono aiutare ogni persona a minimizzare la realizzazione di quel rischio e a recuperare il piacere della tavola per mantenere (o riconquistare) il proprio benessere. 

Tutte le informazioni su Hepato Screen sono rintracciabili con l’aiuto di questo QR Code: