Le cure migliori per affrontare le allergie di primavera

28 Marzo 2014
Le cure migliori per affrontare le allergie di primavera

La tumultuosa evoluzione dell’allergologia ha portato ad acquisizioni recentissime, di notevole importanza pratica per il trattamento del raffreddore da fieno, della congiuntivite allergica e dell’asma.

Se prima il legame tra allergie e cibo era visto solo come marginale, sempre di più la letteratura scientifica punta l’attenzione sull’infiammazione da cibo come una delle componenti più importanti della reattività allergica.

L’aumento delle temperature e la parallela avanzata dei pollini primaverili rende attuale la necessità di rinfrescare la memoria di tutti sia sulle novità scientifiche sia sugli strumenti pratici per interpretare e curare i disturbi respiratori della primavera.

Le indicazioni date in questo articolo valgono comunque anche per i problemi allergici perenni, che durano tutto l’anno.

Sono a disposizione un notevole numero di rimedi e sostanze naturali che possono svolgere con efficacia la loro azione terapeutica. Integratori minerali (Oximix 3+ ad esempio), fitoterapici con azione antinfiammatoria (Olio di Ribes nero, Olio di Perilla, Curcuma, Quercitina, Zerotox Ribilla) che possono migliorare il respiro, medicinali omeopatici con forte azione antiallergica (Euphrasia ad esempio), composti omeopatici come Pollensì, Euphralia, Sinalia e Corylia, e integratori vitaminici complessi come Stimun-Ox 800.

Gli strumenti a disposizione sono numerosi ed efficaci, ma non si deve mai perdere di vista il senso generale dell’allergia.

Solo da pochi anni si ritiene che le persone allergiche non siano persone “sfortunate” a cui è venuta una nuova malattia. Dal settembre 2003 infatti si sa che tutti gli esseri umani sono in realtà allergici e intolleranti a tutto, e che non manifestano patologie perché tengono costantemente attivo un meccanismo di regolazione e di controllo sull’allergia.

Chi diventa allergico manca in sostanza di una regolazione. Questo è uno dei motivi per cui spesso ad esempio i bambini allergici sono bambini che non mangiano frutta e verdura e che migliorano grandemente quando iniziano a introdurla nella loro alimentazione.

Nello stesso modo l’uso di alcuni minerali che svolgono una specifica azione di riequilibrio del sistema immunitario può essere di estremo aiuto per controllare la sintomatologia allergica.

In particolare Zinco e Rame sono i minerali più attivi sul sistema immunitario. Oximix 3+ è una ottima preparazione di oxiprolinati che contiene tutti i minerali utili per il controllo delle allergie. Solitamente 1 dose al giorno (5 ml in abbondante acqua o succo) vale sia come prevenzione che come terapia. Talvolta, in fase acuta, l’impiego di 2 dosi al giorno può essere indicato.

Tra le acquisizioni sul piano allergologico negli ultimi anni c’è quella pubblicata su Allergy da Jean Bousquet nel 2004, per cui la terapia iposensibilizzante sublinguale può essere efficacemente impiegata anche in contemporanea al periodo di pollinazione.

Questa possibilità terapeutica è segnalata su questo sito da anni, grazie all’esperienza maturata con l’uso dei preparati a bassa dose (terapia iposensibilizzante sublinguale a bassa dose), ma fa piacere che anche il mondo accademico trovi come sia più efficace la utilizzazione di vie naturali (la prescrizione sublinguale appunto) rispetto alle iniezioni sottocutanee che per anni hanno obbligato pazienti e medici a lunghi periodi di frequentazione.

Talora si usano due rimedi in contemporanea, come nel caso di una allergia alle graminacee e all’ambrosia e la terapia va proseguita solo durante il periodo di pollinazione. In genere viene suggerito di iniziare 3-4 settimane prima, ma anche la partenza in contemporanea con la pollinazione può portare a vantaggi terapeutici notevoli.

Anche chi venga quindi sorpreso dalla stagione dei pollini, sia perché ne soffre per la prima volta sia perché ha evitato di pensarci durante i lunghi mesi invernali, è in grado di effettuare una terapia senza affidarsi solo agli antistaminici.

La scelta potrà essere tra i trattamenti convenzionali ad alta dose (proposti in genere dagli allergologi ospedalieri) o quelli a bassa concentrazione come quelli che da anni proponiamo ai nostri pazienti in SMA, il nostro centro milanese, attraverso uno specifico percorso terapeutico.

Vale la pena di spendere due parole sull’uso dei vaccini a bassa dose, già discussi molte volte su queste pagine.

Si tratta di basse concentrazioni di antigene che lavorano sulla regolazione del sistema immunitario e non sulla sua inibizione totale. Significa cioè che nei momenti in cui la carica di pollini è molto elevata, o presenta delle importanti variazioni, il sistema risponde segnalando la presenza di un carico maggiore, e presentando una accentuazione dei sintomi. Riteniamo che quella sia la vera occasione elettiva per l’uso sapiente e efficace di farmaci ad azione sintomatica temporanea.

Nella nostra pratica clinica siamo soliti utilizzare i vaccini di Anallergo per tutte le allergie respiratorie, mentre le concentrazioni di Nichel di Lofarma nel caso di reazione sistemica al Nichel (SNAS).

Il modo più semplice per utilizzare il vaccino a bassa dose è diluire in 1 dito d’acqua una goccia della confezione ricevuta, da far girare in bocca tutte le mattine e poi deglutire cominciando con qualche settimana di anticipo e proseguendo per tutto il periodo della pollinazione.

Sarà il proprio medico di fiducia a decidere se utilizzare un approccio ad alta dose o se preferire una strada alternativa utilizzando una bassa concentrazione di antigene come quella descritta.

Quando è già in uso un prodotto antistaminico da tempo è bene ricordarsi che, anche di fronte al miglioramento della sintomatologia, gli antistaminici vanno ridotti con cautela, seguendo le istruzioni già fornite altrove nel sito.

Una persona che soffra di rinite e di congiuntivite e asma dovuta soprattutto alla pollinazione delle graminacee inizierà ad assumere il suo vaccino iposensibilizzante nel periodo compreso tra il 15 febbraio e il 15 marzo.

Talora al primo contatto con il polline di graminacee, utilizzando il vaccino, per qualche giorno la persona avverte un sottile pizzicorino al naso o agli occhi, che scompare nel giro di 3-4 giorni, segno della iniziale risposta di adattamento e di tolleranza ai pollini di quell’organismo.

Nel momento in cui arriva la prima grossa carica di pollini (seguibile settimanalmente online con il bollettino del polline) potrebbe esserci una netta accentuazione dei sintomi, di solito di breve durata (1-3 giorni).

In quel caso l’uso integrato di rimedi classici (1 dose di antistaminico per chi è abituato al suo uso, eventualmente affiancato dall’uso sintomatico di uno spray nasale, tipo Nasonex o Aircort, per i 2-3 giorni di riacutizzazione, alla dose di 1 spruzzo per narice mattina e sera) o di un collirio antistaminico (ad esempio Livostin) o di qualche puff di beta agonista (come il Ventolin) porta di solito al passaggio di quella fase senza grossi problemi; si tratta di preparati che di solito gli allergici hanno già a casa loro “in dotazione”.

La terapia di fondo per la regolazione non va in quel caso modificata. In genere i momenti di accentuazione dei sintomi intervengono quando:

  • inizia la prima pollinazione;
  • ci si muove viaggiando da un luogo a media pollinazione verso un luogo in cui la pollinazione è già avanzata;
  • si incontra improvvisamente un ambiente a alta carica (tipico esempio è il bambino che nel mese di maggio va in gita con la scuola a visitare una fattoria, o il bambino di città che in vacanza si mette a giocare in un fienile saltando nel fieno).

In quei casi il suggerimento iniziale è di prepararsi all’incontro con la maggiore carica di pollini seguendo un protocollo naturale di trattamento.

In genere è utilissimo l’uso del rimedio omeopatico Histaminum 30 CH. Usandolo nella sua preparazione in granuli, va utilizzato alla dose di 3 granuli per più volte al giorno. Può essere sostituito da preparati efficaci in modo causale come Pollensì e Sinalia (Boiron) da assumere in misura di 3 granuli 2 o più volte al giorno.

Nell’esempio pratico del bambino che va in gita fuori porta, si potranno dare 3 granuli prima della prima colazione e poi lasciare al bambino il tubetto perchè ne usi 3 granuli durante il viaggio e 3 granuli arrivato sul posto. In genere può essere sufficiente, anche se in alcuni casi è utile la sua riassunzione anche dopo la gita.

È spesso d’aiuto associare dell’Olio di Ribes Nero o dell’Olio di Perilla (in capsule, 2 o 3 capsule al giorno), o della Ribilla, assumendone 1 perla per 2-3 volte al giorno. In genere, superato il breve periodo di accentuazione di 1-4 giorni, la situazione si normalizza nuovamente, consentendo alla persona di proseguire serenamente con il suo trattamento di base.

Riassumendo, quanto qui indicato per trattare un episodio acuto può essere utile sia a chi stia già seguendo un trattamento iposensibilizzante classico, sia a chi stia seguendo un trattamento iposensibilizzante a bassa dose, sia anche a chi non stia seguendo alcun tipo di trattamento e si trova invece in condizioni critiche acute.

  • Mantenere comunque il proprio trattamento di fondo (minerali, vaccino, dieta di rotazione per intolleranze alimentari eventualmente in corso).
  • Incrementare o iniziare l’uso di Olio di Ribes nero o di Olio di Perilla, con una dose media che va da 3 capsule al dì fino a 6 in caso acuto.
  • Associare il rimedio Histaminum 30 CH alla dose di 3 granuli da 2 a 5 volte al giorno per i pochi giorni di necessità.
  • Usare, se ancora occorre, e solo a quel punto, i rimedi sintomatici classici necessari, per lo stretto tempo in cui sono indispensabili. L’uso temporaneo di questi preparati non incide sul trattamento generale, e semplifica l’esistenza in quei due-quattro giorni di possibile necessità. Ci riferiamo all’uso di antistaminici anche per via generale e di spray nasali o inalanti o di gocce oculari, a base di antistaminici, di derivati cortisonici e di beta stimolanti; non certo all’uso di antileucotrieni il cui impiego è da noi vivamente sconsigliato.

Usualmente, alla fine di una stagione il raffronto tra l’uso di preparati sintomatici nelle stagioni precedenti e quello della stagione conclusa è sempre a favore (con un uso ridotto) della stagione in cui si sia impostata una terapia per la regolazione immunologica, e non solo per la soppressione del sintomo.