Allergie primaverili, è ora di pensarci?

29 Gennaio 2003
Allergie primaverili, è ora di pensarci?

L’allergia respiratoria ai pollini può essere prevenuta efficacemente giocando d’anticipo. Per chi utilizza i vaccini classici, è questo il momento per la profilassi delle allergie alle composite, ma con i nuovi vaccini a bassa dose, siamo ancora in tempo per affrontare tutte le allergie primaverili.

Senza trascurare l’aiuto in più che può darci una dieta corretta.

  • Alimentare e nutrizionale: l’eliminazione temporanea di un alimento (o meglio la sua rotazione nella dieta), o dei cibi ad alto tasso di istamina, può determinare un’attenuazione o la scomparsa della sintomatologia allergica respiratoria, riducendo la quantità di apporti infiammatori di origine dietetica.
  • Neuro-psichica: diversi lavori scientifici nel campo della psiconeuroimmunologia hanno mostrato come sia possibile modulare una risposta allergica o comunque immunomediata attraverso una particolare emozione.
  • Ambientale ecologica: è ormai noto come l’inquinamento ambientale possa contribuire alla genesi e al mantenimento dei fenomeni infiammatori e allergici. Anche se non è possibile eliminare le cause ambientali di un’infiammazione, conoscerle e imparare a mantenerle al di sotto di un valore di soglia può contribuire a limitarne l’impatto sull’organismo. Una serie di strategie pratiche per contrastare i fattori ambientali è descritta nel manuale Resistere all’inquinamento (ediz. Tecniche Nuove).

Comunque si decida di agire, dà in genere ottimi risultati un trattamento preliminare che agisca sulle cause infiammatorie di fondo che predispongono l’organismo alla reazione allergica.

Agendo su tutti i fattori responsabili dell’allergia, la rieducazione della malattia o la sua guarigione diventano possibili. O almeno si può tentare in molti casi di riportare sotto controllo l’infiammazione allergica e i suoi sintomi percorrendo tutte le vie possibili.

In particolare, la linea guida delle terapie di fondo è quella di recuperare la tolleranza immunologia, e non può quindi limitarsi alla scelta del “vaccino giusto” o del “cortisone più adatto”, tutti aspetti certamente importanti ma da inquadrare in una visione più ampia della capacità di adattamento di ogni singolo organismo.