Le vie della soia sono infinite: effetti sull’ipertensione

10 Giugno 2007
Le vie della soia sono infinite: effetti sull'ipertensione

Nonostante non manchino i detrattori (di solito interessati a promuovere i propri prodotti alternativi), la soia continua a sorprendere per le sue proprietà.

L’ultima ricerca condotta negli Stati Uniti e pubblicata su The Archives of Internal Medicine prova che una manciata di noccioline di soia (fagioli di soia tostati e non salati) può aiutare ad abbassare la pressione arteriosa nelle donne in menopausa.

I ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Centre in Boston, guidati dala dottoressa  Francine K. Welty, professore associato ad Harvard, hanno scoperto come l’isoflavone contenuto nella soia, non solo, come già si sapeva, è in grado di ridurre i livelli del colesterolo LDL nel sangue, ma addirittura di incidere in modo positivo sulla pressione arteriosa.

Lo studio, pubblicato il 28 maggio, ha coinvolto 60 donne americane, dell’età media di 53 anni, che, per quattro settimane, hanno dovuto seguire una dieta povera di colesterolo che procurasse il 30 per cento dell’energia dai grassi, il 15 per cento dalle proteine e il 55 per cento dai carboidrati.

In un secondo tempo le stesse donne sono state divise in due gruppi: il primo ha portato avanti la stessa dieta, il secondo ha aggiunto mezza tazza al giorno di noccioline di soia, riducendo le altre fonti di proteine. Il tutto per altre otto settimane.

Il risultato è stato stupefacente, non solo per le donne ipertese, ma anche per quelle con una pressione arteriosa normale, che ne hanno comunque beneficiato.

In particolare, con l’equivalente di 25 grammi di noccioline di soia non salata al giorno, le donne ipertese hanno ridotto del 9,9% la loro pressione sistolica e del 6,8% quella diastolica.

La Dottoressa Welty, naturalmente, è prudente: «Mangiare 25 grammi di noccioline di soia senza sale nell’arco di una giornata può certamente abbassare la nostra pressione, ma solo a patto che si segua una dieta sana».

Non avevamo dubbi. Ma è pur sempre una buona notizia.

di Manuela Florio