Gli stimoli della sopravvivenza

5 Febbraio 2014
Gli stimoli della sopravvivenza

Oggi il 50% dei cinesi è prediabetico e più di uno su 10 è diabetico. Nelle altre nazioni l’andamento è solo vagamente diverso.

La patologia metabolica è oggi pandemica e colpisce tutte le classi di età, a partire proprio dai più piccoli che avranno poi probabilità maggiore di soffrire degli stessi disturbi da grandi.

Secondo quanto riporta anche una analisi recente tra le prime cause di questa calamità sono da ricercarsi nell’infiammazione generalizzata, nella carenza di antiossidanti efficaci e nella inattivazione prolungata del sensore metabolico AMPK che si attiva, tra le altre cose, quando l’organismo si trova in un momento di digiuno. L’attivazione di tale sensore agisce appunto in risposta al digiuno sensibilizzando alla risposta all’insulina.

Ecco la terza causa, detta con parole più semplici: l’incapacità dell’organismo di rispondere efficacemente agli zuccheri che riceve.

La risposta a tali problemi è lampante, semplice, scritta tra le righe che illuminano il monitor. La riduzione dell’infiammazione generalizzata (low grade inflammation, in inglese), lo stimolo delle difese anti-ossidanti e la riduzione della resistenza insulinica.

Le tre realtà sono comprese una nelle altre e viceversa, influenzandosi reciprocamente e in tutte le direzioni, così esse si influenzano, positivamente e negativamente.

Ciò rende più semplice il compito di chi sta lavorando per uscire dal proprio ingombrante costume metabolico per ritrovarsi più scattante e sano in un corpo che ha reimparato a difendersi, a capire e a reagire funzionalmente a ciò che lo circonda.

La prima variabile che agisce con potenza, come fosse il getto di una cascata, è il movimento: lento o veloce, intenso o delicato, muoversi migliora la sensibilità all’insulina, apre i canali dello zucchero nei muscoli e permette allo stesso di essere utilizzato funzionalmente. D’altra parte, lo sport – fatto senza esagerazioni – garantisce un aumento della produzione propria di antiossidanti e, conseguentemente, riduce anche il livello infiammatorio di base.

L’assunzione di frutta e verdura fresche e di stagione, di oli poli-insaturi come quelli contenuti negli olii vegetali spremuti a freddo e non cotti, l’assunzione di cereali integrali e il loro abbinamento con alimenti proteici, vanno tutte nella stessa direzione, in maniera semplice e immediata.

Il controllo dell’infiammazione da cibo attraverso una rotazione settimanale degli alimenti maggiormente assunti, da conoscere attraverso RecAller Program, fa lo stesso.

Il sonno sufficiente ogni notte, senza il bisogno (seppur potenzialmente utile) di un limitato digiuno, agisce insieme a tutto il resto.

Quanto fin qui enunciato può essere riassunto in poche, facili parole: dobbiamo solo ricordare quello che è abbiamo dimenticato e cioè cosa significhi prenderci cura di noi.