Aumento di peso repentino e inspiegabile: come fare?

di Valentina Chiozzi - Nutrizionista
25 Settembre 2014
Aumento di peso repentino e inspiegabile: come fare?

DOMANDA

Gentile dott.ssa Chiozzi, avrei bisogno di delucidazioni riguardo a un problema che mi affligge sino a non farmi più condurre una vita normale. Sono infatti inspiegabilmente aumentata di peso, nel giro di pochi mesi ormai più di 6 o 7 kg. Sembra che tutto quello che faccio aggravi la situazione e sono davvero abbattuta, non so come porre rimedio e tornare al mio stato fisico di prima. Può aiutarmi? Grazie.

RISPOSTA

Gentile lettrice,

l’incremento di peso senza alcuna variazione nelle proprie abitudini, può avere diverse cause: un rallentamento dell’attività della tiroide o variazioni ormonali identificabili con l’aiuto del medico curante, attraverso specifiche indagini cliniche.

Tuttavia, escluso questo genere di anomalie, accade lo stesso che si verifichi un aumento ponderale. L’origine del fenomeno è spesso da ricercare nella presenza di una situazione di infiammazione cronica subclinica che gli inglesi definisco come low grade inflammation, capace di alterare i segnali biochimici all’interno dell’organismo favorendo l’ingrassamento.

Tra i principali responsabili di questa infiammazione subclinica generalmente troviamo il consumo eccessivo di zuccheri semplici o uno sbilanciamento dei nutrienti verso i carboidrati raffinati, durante i pasti, che causa innalzamenti repentini della glicemia.

Sembra impossibile, ma basta un po’ di distrazione per produrre svariati picchi glicemici durante la giornata: sveglia in ritardo con prima colazione a base di tè, fette biscottate e marmellata; caffè zuccherato alle 10 del mattino a stomaco vuoto; a pranzo, un piatto di pasta in bianco al volo con qualche verdura lessata e un frutto sbucciato; biscotti o caramelle a metà pomeriggio (perché dopo un piatto pasta da solo, al pomeriggio verrà fame di sicuro) e dopo una cena leggera, un cioccolatino o dei dolcetti guardando un bel film.

Apparentemente l’introito energetico sembrerebbe accettabile, tuttavia questo sali e scendi della glicemia si rivela un segnale deleterio. Quando la glicemia sale, il pancreas secerne insulina per sottrarre gli zuccheri dal sangue e favorirne l’ingresso nelle cellule per garantirne il nutrimento.

Se le cellule sono già sature, lo zucchero in eccesso viene trasformato in grasso. Inoltre l’eccesso di zuccheri circolanti determina una serie di eventi che portano ad un aumento dei radicali liberi e alla produzione di molecole infiammatorie.

Il circolo si autoalimenta con l’aumentare dei depositi adiposi soprattutto a livello addominale. Infatti il grasso viscerale risulta attivo nella produrre di citochine infiammatorie come Interleuchina-6 (IL-6), Tumor Necrosis Factor alfa (TNF-α), ecc.

Un altro elemento importante è rappresentato dalle ipersensibilità alimentari. L’infiammazione da cibo è un fenomeno piuttosto diffuso e come sappiano rappresenta un segnale di pericolo a cui l’organismo reagisce innescando meccanismi di insulino-resistenza che inducono lo stoccaggio dell’energia introdotta sotto forma di grasso invece di trasformarla per produrre energia e calore.

Per porre rimedio a questo circolo vizioso per prima cosa occorre evitare qualunque tipo di dolcificazione nelle bevande e limitare i cibi addizionati di zucchero.

È inoltre utile imparare a distribuire correttamente i pasti durante la giornata, arricchendo il pasto del mattino in modo da attivare il metabolismo e alleggerendo quello serale in cui sono facilitati i meccanismi di accumulo.

Bilanciare i pasti in modo che i carboidrati siano sempre accompagnati da proteine, grassi e vegetali, come spiegato in numerosi articoli di Eurosalus, in modo da evitare innalzamenti rapidi delle glicemia

Si può infine affrontare il tema dell’infiammazione da cibo effettuando test specifici come Recaller e BioMarkers che permettono sia di individuare i Gruppi Alimentari a cui si è sensibilizzati e sia di quantificare e monitorare nel tempo il livello infiammatorio mediante l’analisi delle molecole BAFF e PAF.

Una volta individuate le proprie sensibilità alimentari è importante impostare una dieta di rotazione che permetta il recupero della tolleranza e riduca la reattività al cibo.

Da ultimo, ma non per ordine d’importanza, c’è l’attività fisica che rappresenta un elemento fondamentale per combattere l’incremento ponderale. Non si tratta solo di “bruciare” più calorie, ma soprattutto di dare dei forti segnali che aiutano a contrastare l’infiammazione e l’insulino resistenza.

Gli strumenti per contrastare l’ingrassamento ci sono. Usiamoli tutti al meglio e gli sforzi saranno premiati.