A chi fanno male gli energy drinks?

17 Giugno 2008
A chi fanno male gli energy drinks?

Gli energy drinks sono bevande che generalmente contengono una media di acqua, zucchero o saccarosio, vitamine, taurina, caffeina, glucuronolattone, guaranà, ginseng, gingko.

Una sorta di mistura di sostanze energizzanti ed eccitanti; una lattina della bevanda “che ti mette le ali” assicura un apporto di caffeina analogo a quello di diversi caffè, oltre alla forza esplosiva di Taurina e Guaranà (un eccitante naturale) con il supporto di zuccheri e derivati. Manderebbe il fisico “a mille” in breve tempo.

Nonostante il boom nei consumi delle “bombe energetiche”, come suggeriscono i dati, sia anche italiano, l’allarme per l’abuso di tali bevande è partito dagli Stati Uniti. Sempre più adolescenti, infatti, ne fanno uso indiscriminato incappando in due diversi problemi: comportamentali e, spesso, fisici.

Recenti studi hanno infatti stabilito che l’assunzione smodata di prodotti analoghi a Red Bull e affini porterebbe a devianze nei comportamenti abituali nonché ad una ricerca insensata e folle del brivido.

Le grandi quantità di caffeina e di altri eccitanti contenuti favorirebbero infatti una diminuzione di lucidità e una minore prudenza nell’affrontare situazioni rischiose.

Cali di attenzione, distrazione, irascibilità e anche violenza. “Difetti” che possono essere fatali se un ragazzo si trova alla guida della propria auto: se non per la vita, almeno per la patente.

Altri studi sottolineano come, diversamente, l’uso di bevande energetiche non dia luogo di per sè al compimento di azioni spregiudicate e non causi danni diretti al fisico, ma “solo” una pericolosa disinibizione dalle paure.

Forse non è propriamente questo il dato di realtà. Molti adolescenti, infatti, spesso finiscono al pronto soccorso con forti mal di stomaco, tachicardie, malesseri ed altri disturbi fisici, dimostrando come tali prodotti possano, in soggetti sensibili, essere effettivamente dannosi per la salute.

I responsabili delle vendite delle più note marche di bibite energetiche si affrettano a dire che: “Le autorità internazionali hanno concluso che i prodotti in questione sono sicuri da consumare. Dati clinici, test ed esami tossicologici condotti da studi indipendenti hanno evidenziato che queste bevande sono sicure quanto qualsiasi altra destinata ad adulti”, ma resta qualche perplessità sia sul target realmente raggiunto dalle lattine che sull’effetto dei prodotti.

Se è vero che il destinatario è un pubblico adulto, come mai sono gli adolescenti a essere i più interessati da fenomeni di abuso? La risposta è semplice. Coloro che incontrano meglio l’offerta di bevande che permettono di ritardare gli effetti dell’alcool, di tenere alti ritmi alla guida o di studio e una concentrazione serrata sono coloro che devono per caratteristica esistenziale dimostrare di valere qualcosa, ossia i giovani.

Un ragazzo vuole spesso tutto e subito, cerca successo e affermazione. Vuole sentirsi qualcuno all’interno del proprio gruppo di pari e, sopra di tutto, detesta sentirsi lasciato fuori e indietro rispetto ai coetanei. Un adolescente “moderno” subisce una quantità incalcolabile di pressioni: scuola, amore, amicizia, sport, feste, avvenimenti, lavoro; una miriade di situazioni in cui fa comodo “sentirsi forte come un dio”, sfidare il sonno e la fatica in maniera agevole, essere immuni da delusione ed ansia, poter saltare da una esperienza ad un’altra senza paura, a tutto gas e sempre vigili.

Indipendentemente dall’importante discorso sul target commerciale realmente raggiunto, è utile dire che è la quantità che fa il veleno, giacchè, pare, solo l’abuso di tali “rimedi alla fatica” è dannoso.

I problemi sopraggiungono oltre una fantomatica soglia di guardia, superata la quale si innescano meccanismi di dipendenza, che può divenire di sicuro psicologica; in altre parole chi abusa di energy drinks, una volta eliminata la bevanda, non si sente più in grado di affrontare le stesse situazioni affrontate quando “stimolato”. Una situazione triste in un adolescente, che dovrebbe essere in possesso di forze per lo meno sufficienti a fare fronte a tutte le cose della vita senza aiuti, andando serenamente incontro alle cose che deve fare. Se mai cercando di mettere in moto le inesauribili energie di cui è in possesso assecondando amori e passioni.

Da tutta questa faccenda sorge spontanea un’altra questione, diversa dalle precedenti, che è a sua volta legata ad una considerazione: gli energy drinks sono in circolazione da un decennio, almeno per il mercato italiano.

In America si parla addirittura degli anni ’80. Come mai, allora, un’allarme tanto tardivo?

Le bevande energizzanti fanno male solo oggi, nel 2008, o erano dannose anche prima, nel momento della loro comparsa sul mercato?  La risposta è e può essere duplice: seguendo una logica fattuale, del “danno” se ne potrebbe parlare ora perché l’abuso è iniziato di recente e, quindi, solo di recente i ragazzi hanno cominciato a sentirsi male per gli effetti degli energy drinks.

Secondariamente, però, si potrebbe immaginare una mano invisibile di altri operatori nel settore delle bibite gassate e delle diverse “Cola” che, nel momento di massima espansione della concorrenza, ha mosso le pedine per una piccola campagna di infamia e di discredito con lo scopo di affossare le vendite dei rivali, magari favorendo il lancio dei propri salvifici prodotti “Soft e Light”. Cercando, peraltro, di rimpinguare le proprie casse. Una resa dei conti nell’industria delle “bibite con le bollicine”?

Sogni e fantasie? Forse solo una diversa lettura dei fatti in un mondo in cui ogni volta che viene persa una quota di mercato, il marketing parte all’assalto dei concorrenti con campagne strutturate di pubblicità negativa. Come forse in questo caso.