Nausea e chemioterapia: l’agopuntura può essere d’aiuto?

di Gabriele Piuri - Medico Chirurgo
14 Settembre 2017
Nausea e chemioterapia: l'agopuntura può essere d'aiuto?

DOMANDA

Le scrivo per avere qualche suggerimento per trattare la nausea e il vomito causati dalla chemioterapia a cui sono sottoposta in questo periodo in seguito a un tumore al seno già operato. Ci sono rimedi naturali utili in situazioni di questo tipo?

RISPOSTA

Gentilissima Lettrice,

l’ambito oncologico è probabilmente uno tra i campi della medicina in cui un approccio integrato al malato, che prenda in considerazione da un lato le terapie classiche e dall’altro il supporto con tecniche terapeutiche dolci, permette di ottenere i migliori risultati in termini di supporto alla qualità di vita del paziente.

La nausea e il vomito sono tra gli effetti avversi più frequenti della chemioterapia e spesso rappresentano un vero tormento per il malato oncologico oltre che un problema dal punto di vista clinico, sia in termini di idratazione che di alimentazione e quindi di recupero delle forze tra un ciclo di chemioterapia e l’altro.

Una meta-analisi pubblicata nel 2006 sulla prestigiosa rivista Cochrane ha definito in maniera precisa che tecniche come l’agopuntura e l’elettroagopuntura hanno un effetto biologico nel trattamento della nausea indotta dai chemioterapici (Ezzo JM et al., Cochrane Database Syst Rev 2006;27(2):CD002285).

L'agopuntura ha un effetto biologico nel trattamento della nausea indotta dalla chemioterapia.

A conferma di questo, ad aprile di quest’anno è stato proposto sulla rivista scientifica Trials la verifica dell’efficacia di uno protocollo standardizzato per il trattamento della nausea post-chemioterapia (Li Q-W et al., Trials 2017;18(1):185).

Tra tutti i punti proposti quello che maggiormente si dimostra efficace nella pratica clinica è Neiguan (PC6). Questo punto è localizzato tre dita al di sopra della piega del polso in posizione centrale e può essere utilizzato efficacemente in caso di nausea e vomito pungendolo o massaggiandolo vigorosamente da entrambi i lati.

In affiancamento all’agopuntura, di cui solitamente si prevedono 1-2 sedute a settimana in relazione alla sintomatologia e al miglioramento ottenuto, è possibile intervenire con l’integrazione di Magnesio. Questo minerale volge un’azione decontratturante e procinetica a livello gastroenterico favorendo la riduzione della nausea.

Si utilizzerà ad esempio un prodotto come Zerotox MG3 da utilizzare al dosaggio di 1 compressa a prima colazione e di una compressa a cena. Questo prodotto contiene tre diversi sali organici di Magnesio con un’alta biodisponibilità per evitare effetti fastidiosi. Se inghiottire le compresse risulta difficoltoso a causa della nausea è possibile utilizzare un prodotto come Magnesio Mg+ (Driatec) in forma liquida al dosaggio di 5 ml durante la prima colazione.

Anche qualche attenzione sul piano alimentare può rivelarsi molto utile per contrastare la sensazione di nausea.

Ad esempio, è importante prediligere, quando possibile, il primo pasto della giornata che è il momento in cui le funzioni di stomaco e intestino sono fisiologicamente più attive.

La scelta degli alimenti deve assecondare un po’ la predilezione di ogni paziente cercando di abbinare comunque carboidrati e proteine: qualche biscotto secco preparato con farina integrale in abbinamento a un uovo sodo e a qualche mirtillo può rappresentare un esempio per una prima colazione completa.

Masticare a lungo aiuta sicuramente la digeribilità di quello che si sta mangiando.

Un aspetto importante a cui fare attenzione è la scelta di alimenti di qualità, freschi e di stagione per garantire un migliore apporto di microelementi in un momento in cui spesso l’alimentazione è quantitativamente scarsa a causa delle difficoltà digestive.

Nella mia pratica clinica presso il centro medico SMA di Milano capita spesso di affiancare i colleghi oncologi nel supporto dei pazienti in terapia per un tumore, con l’obiettivo di ridurre gli effetti collaterali delle terapie anti-cancro.

Ogni paziente deve essere valutato per le sue particolarità cliniche con un costante dialogo tra colleghi. Un approccio integrato è sempre più richiesto dai pazienti e permette, in molti casi, di agire positivamente per aumentare la qualità di vita.