Latte vaccino contro latte di soia: poteri economici in campo, senza considerare la salute

13 Novembre 2006
Latte vaccino contro latte di soia: poteri economici in campo, senza considerare la salute

Quando tra le pagine della rivista di diffusione medica più letta in Italia compaiono in forte evidenza articoli contro la soia di taglio estremamente generico, e privi di novità particolari sul tema, l’unico pensiero giornalistico che si può fare è che ci sia l’intenzione di “seminare zizzania” cioè di fornire notizie che riducano la sensazione di sicurezza sulla soia epossano modificare le abitudini alimentari della popolazione.

Infatti l’articolo riporta solo generici avvertimenti, ma ben posizionati sotto un titolo che cita “rischio estrogeni verdi”; in contemporanea con questo articolo un altro, dello stesso tenore e della stessa evidenza, compare sul settimanale L’Espresso.

Grazie alla mia esperienza clinica mi sento in una posizione neutrale poichè da anni dichiaro pubblicamente che non bisogna mai esagerare in una direzione o nell’altra, né solo soia, né solo latte vaccino, quindi mi sento in diritto di provare a leggere la diffusione coordinata di questa notizia con un occhio critico.

Ritengo che ci si trovi in un momento in cui il crescente successo della soia, una alternativa importante alla utilizzazione del latte e dei prodotti lattiero caseari, stia determinando reazioni commerciali sia nel mondo della produzione lattiero casearia, sia nel mondo della farmacologia: la soia infatti riesce anche da sola a riportare a valori di norma il colesterolo plasmatico nella maggior parte dei soggetti, disturbando quindi il fiorente mercato delle statine.

E se non bastasse la soia contribuisce alla regolazione menopausale e comunque del ciclo ormonale anche nel periodo fertile. Anche questo disturba il crescente mercato degli ormoni per il trattamento dei disturbi ginecologici. Tra un po’ arriveremo a dire che sarà meglio prendere gli ormoni coniugati (che provocano documentatatmente la degenerazione tumorale in un gran numero di casi) piuttosto che usare la soia per nutrirsi a causa di qualche sospetto fomentato da parti sicuramente interessate.

Basta leggere quanto di recente accaduto con la Cimicifuga, sospesa dal commercio solo in Italia grazie all’intervento di un ente europeo finanziato al 75% dalle Case Farmaceutiche.

Restiamo coi piedi per terra: impariamo a leggere le notizie con senso critico, cercando di capire se ci possono essere interessi diversi da quello scientifico che fanno dare ad una notizia un particolare rilievo.

E  nella nostra alimentazione usiamo la soia e i suoi derivatiserenamente, lasciando spazio non sistematico anche all’uso dei prodotti caseari che fanno parte della nostra cultura, ricordando però che le notizie riportate tra gli articoli correlati, sono frutto di studi scientifici seri e recenti, che poche riviste di diffusione hanno avuto il coraggio di riportare.