Il Curry che guarisce anche il cancro

28 Maggio 2012
Il Curry che guarisce anche il cancro

Come spesso amo dire, una vita “al Curry” (che contiene Curcuma in gran percentuale) ha meno Alzheimer, meno Parkinson, meno cancri, meno diabete, umore migliore, meno malattie autoimmuni, meno allergie e meno malattie cardiache.

Non è una battuta, perché emerge dalle precise indicazioni scientifiche studiate sulla Curcuma e sul suo uso alimentare. Nel 2009, solo per fare un esempio, il congresso annuale dell’American Institute of Cancer Research (in pratica il Bethesda) ha dedicato un’intera sessione del convegno all’uso antitumorale delle spezie, valorizzando in modo specifico l’azione dei curcuminoidi presenti appunto nella Curcuma come attivo farmaco naturale utile per molte forme tumorali e attivo sul metabolismo.

Già allora, grazie agli studi di Bharat Aggarwal (responsabile degli studi farmacologici antitumorali della Texas University a Houston), si era definita la forte azione antitumorale della curcuma in forme altrimenti non trattabili con la chemioterapia, come il cancro del pancreas. 

Oggi anche il Regno Unito sta sviluppando questo tipo di ricerca e la curcumina sta trovando, come riferito dall’articolo della BBC, un possibile impiego nel trattamento delle forme metastatiche del cancro intestinale

In genere, quando questo tipo di cancro si diffonde, è necessario l’uso di almeno tre differenti cure chemioterapiche e nonostante questo, una alta percentuale di soggetti non risponde al trattamento. 

Grazie alla curcuma invece, la sensibilità al farmaco aumenta ed è possibile usare farmaci a dosaggio minore con effetti finalmente verificabili ed utili. La curcuma è uno dei più importanti strumenti “di segnale” che ci siano. Induce risposte sul fattore nucleare kB (NF-kB) agendo così sul metabolismo, sulla resistenza insulinica e sulla modulazione dell’infiammazione. 

Non si tratta della scoperta di un nuovo farmaco antitumorale, si tratta invece della evidenza della efficacia di una forma di terapia tradizionale, la cui importanza ha vissuto lunghi anni di rimozione dalla sfera dell’ufficialità. Si aprono nuove speranze per la terapia e la prevenzione del cancro, ma soprattutto dell’equilibrio che ordina qualsiasi essere vivente e che va interpretato su una scala diversa da quella del “farmaco sintomatico”.