Candida

Sinonimi: Candidosi, Mughetto, Candidosi vaginale
di Mattia Cappelletti - Medico Chirurgo

L’infezione da candida, nota anche come candidosi, è dovuta alla proliferazione di un fungo della famiglia dei Saccaromiceti.

La variante più comunemente responsabile di questa infezione è data dalla Candida Albicans. Questo miceto si trova normalmente in piccole quantità nel nostro organismo, ma in particolari condizioni può proliferare a dismisura creando uno squilibrio nella normale flora microbica configurando quindi quella che viene definita una disbiosi. 

L’infezione da candida riguarda tipicamente la cute e le mucose, e tende a ripresentarsi ciclicamente se non viene trattata adeguatamente e non ne vengono eliminate le cause, in particolar modo quelle intestinali.

Essendo un organismo già presente in quantità del tutto innocue nel corpo di ciascuno, la sua proliferazione anomala che configura la candidosi può colpire sia uomini che donne, ma è più frequente in queste ultime.

 Sintomi

I sintomi della candidosi sono variabili in base al tratto interessato dalla proliferazione anomala.

La sede più comune è quella genitale dove può causare dolore, prurito, rossore, perdite vaginali biancastre o torbide e macchie bianche sulla cute circostante.

Esiste una forma di candidosi orale, chiamata anche “mughetto”, tipica dei bambini o degli adulti defedati o profondamente immunodepressi.

 Cause

L’insorgenza di questa patologia trova le sue possibili cause nelle scorrette abitudini quotidiane, dieta, stress, alterazioni della flora intestinale, scorretta igiene intima ed in alcune terapie farmacologiche inappropriate. Tutte queste condizioni infatti contribuiscono all’innalzamento dello stato infiammatorio generale.

La candidosi può anche comparire nelle condizioni di alterata efficienza del sistema immunitario.

Una scorretta alimentazione è fortemente associata allo sviluppo di candidosi: il consumo sistematico di sostanze fermentate e di carboidrati a rapido assorbimento, l’uso improprio di farmaci (ed in particolar modo di antibiotici) e la carenza di frutta e verdura sono condizioni che innalzano il livello infiammatorio esponendo al rischio di sviluppare questa patologia.

 Trattamento

Una diagnosi rapida e puntuale e l’eliminazione dei fattori predisponenti allo sviluppo di candidosi sono la chiave per il controllo delle infezioni in atto e per la prevenzione delle ricadute.

Un ruolo chiave in questa ottica viene svolto dal controllo e dalla riduzione dell’infiammazione.

Lo schema preferito

La valutazione dello stato infiammatorio tramite l’analisi di particolari indici quali BAFF e PAF e l’individuazione delle reattività personali ai grandi gruppi alimentari tramite test Recaller o BioMarkers consentono di impostare un regime alimentare individualizzato con l’obiettivo di ridurre la componente infiammatoria che ha favorito lo sviluppo di candidosi contrastandone il progredire, facilitando le eventuali terapie già in atto e prevenendone le recidive.

Una dieta con un consumo controllato di cibi fermentati, correlati ai lieviti e una riduzione di carboidrati raffinati e zuccheri si rivela spesso la scelta più appropriata per questo disturbo.

Un mancato controllo della secrezione insulinica indotto da questi cibi infatti ha un’azione pro-infiammatoria che favorisce lo sviluppo di questa infezione.

L’abbinamento di carboidrati e proteine ad ogni pasto, l’uso di carboidrati integrali, una masticazione lenta e l’attività fisica sono tutti strumenti utili nella modulazione della secrezione e della sensibilità del corpo all’insulina, migliorando anche il quadro infiammatorio generale.

Il trattamento farmacologico specifico per la candidosi, nei casi in cui si rende necessario, si avvale di antifungini ad uso locale o sistemico a seconda del quadro e della severità dell’infezione.

La nostra esperienza di Centro SMA ci ha portato a pubblicare (con ottimi risultati) un lavoro scientifico effettuato con la Regione Lombardia e specificamente orientato al trattamento della Candida.

 Altro

Può rendersi necessaria la valutazione della funzionalità digestiva attraverso l’esame chimico-fisico delle feci e la ricerca di parassiti e miceti al fine di identificare eventuali casi di malassorbimento, che possono provocare dismicrobismo intestinale ed infiammazione e possono richiedere un trattamento specifico da valutare in base agli esiti.

L’integrazione con probiotici e sali minerali può trovare la sua indicazione nel supporto alla modulazione insulinica e nel riequilibrio della flora intestinale.

Tradizionalmente l’uso locale di oli di iperico e oli essenziali di lavanda e melaleuca è stato consigliato per l’azione riparatrice e rinfrescante sulla mucosa oltre al contributo antimicrobico, sebbene dimostrato ad oggi solo in vitro, della melaleuca.

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