Qual è la miglior pressione arteriosa? Nuove notizie per curarla bene

8 Ottobre 2023
Qual è la miglior pressione arteriosa? Nuove notizie per curarla bene

Meno di 10 anni fa, nel 2014, si raccomandava una pressione arteriosa minore di 140/90 per le persone di età inferiore ai 60 anni e minore di 150/90 per quelli invece di età superiore. 

Poi, sulla base dei risultati di uno studio, che includeva però solo persone con un rischio di malattia cardiovascolare significativamente elevato, nel 2017 le linee guida sull’ipertensione dell’American Heart Association hanno abbassato la pressione target (cioè quella cui mirare con il trattamento farmacologico o comunque da ritenere “giusta”) a valori massimi di 130/80 per la maggior parte degli individui. 

La questione è in realtà un po’ più sfumata e ha una forte implicazione pratica, anche se purtroppo la maggior parte delle persone non ricorda le sfumature e il passare del tempo le rende ancor meno percettibili, generando quindi un po’ di comprensibile confusione.

Non si tratta di un cambiamento da poco perché spesso sono necessari farmaci aggiuntivi per raggiungere obiettivi di pressione più bassi, e ulteriori farmaci comportano maggiori possibili effetti avversi.

Abbassare troppo la pressione aumenta gli effetti avversi dovuti ai farmaci e mette a rischio, soprattutto l'anziano, di fenomeni ipotensivi e di cadute o svenimenti sicuramente evitabili.

Ora invece, l’importantissima associazione AAFP (American Academy of Family Physicians) ha aggiornato le sue raccomandazioni e suggerisce per tutti una pressione arteriosa che non superi i 140/90.

La considerazione della AAFP (che raccoglie tutti i medici di base americani) è che l’ipertensione è uno dei problemi di salute meglio trattabili in assoluto, che i medici di base americani trattano questo problema con estrema capacità e attenzione e ribadisce che la chiarezza su questi temi avrebbe dovuto essere già stata fatta da molti anni.

C’è quindi un certo livello di confusione tra le due associazioni statunitensi (AAFP e AHA) ma alla fine l’indicazione relativa alla correttezza dei 140/90 (valore che in molti italiani scatena panico…) è basata sulla valutazione della pressione arteriosa nelle persone in generale. Il fatto di tenere più bassa la pressione in soggetti che abbiano già delle malattie cardiovascolari avanzate (pregressi infarti o simili) è una scelta da definire con il proprio cardiologo e non riguarda la prevenzione per tutti.

Il fatto di volere per forza tenere la pressione a 130/80 o su livelli ancora più bassi mi porta a vedere, soprattutto nelle persone più avanti negli anni, effetti avversi notevoli. Sia quelli dovuti ai farmaci aggiuntivi per ottenere quel livello (basti pensare al gonfiore degli arti come effetto dell’amlodipina), sia eventi come le cadute in primavera-estate, quando persone di 70 anni che viaggiano nella calura estiva con pressioni di 110/70 rischiano di cadere per terra svenuti ogni volta che si alzano velocemente dalla sedia.

Infatti segnaliamo l’articolo scritto su Eurosalus dal titolo “Dopo i 70 anni, la pressione un po’ alta aiuta a vivere meglio e più a lungo” che suggerisce, sulla base di una ricerca svolta proprio sui cittadini milanesi, i 165/85 come la pressione arteriosa più idonea a impedire cadute e mantenere vitalità fisica e mentale nelle persone che hanno più di 70 anni 

Quindi, un giovane di 30 anni con rischio familiare di infarto e con sbalzi di pressione elevati dovrà probabilmente mantenere il livello di 130/80 ma una persona mediamente sana senza particolari problemi potrà muoversi serenamente anche su valori più alti e l’anziano “sano” potrà e dovrà muoversi su valori ancora più elevati in totale serenità.

Bene ricordare che va sempre considerata la pressione media della giornata perché la pressione fluttua in relazione all’impegno fisico e emotivo e spesso accade di visitare al letto di casa persone in trattamento ipertensivo che di sera e di notte raggiungono valori di 90/40 per poi alzarsi al mattino (a prendere la pillola) con la testa che gira e con il rischio di cadere per terra. 

Nel centro SMA in cui lavoro l’attenzione alla pressione arteriosa prevede sempre un controllo dell’infiammazione e una verifica nutrizionale personalizzata dei quantitativi di sale introdotti inconsapevolmente con l’alimentazione. 

Insomma, rispetto al passato sembra che stia facendosi strada una visione più personalizzata che ribadisce che con probabilità i livelli di pressione arteriosa non debbano essere abbassati troppo.