Dito a scatto: guarire anche senza il chirurgo


di Attilio Speciani
03 Luglio 2022

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Il dito a scatto è un disturbo che pur non essendo “grave” risulta essere molto fastidioso, e obbliga spesso ad intervenire chirurgicamente per risolvere la situazione ed evitare di restare con un dito bloccato in una posizione anomala e talvolta dolorosa. 

È dovuto ad una alterazione di quel delicato meccanismo di movimento di una falange sull'altra, e può essere dovuta a processi infiammatori locali come ad alterazioni dei tendini e delle guaine dell'articolazione interessata.

Spesso ce ne si rende conto al mattino al risveglio, quando si riprende il movimento delle mani dopo il riposo notturno, e un dito resta piegato e bloccato in una posizione anomala, non rispondendo più agli “ordini” di movimento che fino a qualche ora prima funzionavano perfettamente. 

Il fatto che compaia improvvisamente aiuta a capire come agire, perché è difficile pensare a potenti cambiamenti anatomici intervenuti tra il prima e il dopo, tra la sera e la mattina, e questo stimola una riflessione su cosa fare, prima di ricorrere alla chirurgia, per risolvere il problema.

Controllare l'infiammazione da cibo e la contrattura muscolare consente spesso di evitare la chirurgia per il dito a scatto.

È ovvio che in una situazione in cui esistano delle alterazioni anatomiche definite, come nel caso di un'artrite reumatoide o negli esiti di un trauma, la chirurgia può anche essere il primo pensiero, ma quando il fenomeno è iniziale, per guarirlo bastano spesso specifici aggiustamenti della infiammazione locale e della contrattura muscolare che contribuiscono a provocarlo.

Tuttavia, anche in presenza di una specifica alterazione anatomica, controllare l'infiammazione locale e sistemica può comunque essere di aiuto, considerando quanto spesso i fenomeni di artrite acuta e cronica siano correlati con l'infiammazione da alimenti

Quando esiste un processo infiammatorio, l'organismo butta liquidi a livello locale per diluire la concentrazione di citochine infiammatorie. Questo porta all'aumento dell'acqua extracellulare nei muscoli (anche nei piccoli muscoli delle dita), che diventano eccentrici e quindi tendini e legamenti, anche se di pochissimo, vengono spostati dalla sede originale e rischiano facilmente di “ingripparsi” nel delicato movimento di passaggio periarticolare. 

Il dito a scatto quindi si affronta intervenendo direttamente sui diversi meccanismi antinfiammatori, usando:

  1. Un dosaggio pieno di un antinfiammatorio vegetale per almeno 15 giorni. In genere suggerisco Ribilla Zerotox, 4 perle al giorno (2 al mattino e 2 alla sera durante il pasto).
  2. Una specifica attenzione alla infiammazione da alimenti e da zuccheri controllando gli alimenti che a livello individuale possono determinare infiammazione. Per questo, i test GEK Lab consentono la individuazione del profilo alimentare individuale e dei livelli di glicazione, sulla base dei quali si può impostare una dieta personalizzata specifica. 
  3. Una giusta integrazione di Magnesio, usando ad esempio 2 compresse di MG3 Zerotox alla sera oppure 2 compresse di Magnesio Mg+ Driatec al giorno; il magnesio consente di ridurre la contrattura muscolare e modificare lo scatto che si genera nel movimento del dito.
  4. Una corretta integrazione di Vitamina D3 se carente nell'organismo, che agisce in sinergia nella regolazione della contrattura muscolare. 

Se dopo 2-3 settimane il miglioramento fosse solo parziale si deve passare di livello, impostando anche:

  • valutazione osteopatica diretta, per lavorare soprattutto sulle contratture della zona cervicale;
  • ulteriore aggiunta fitoterapica con Artrowell, una composizione a base di Boswellia serrata, di cui prendere 2 capsule al mattino e 2 alla sera per almeno 15 giorni.  

A quel punto la persistenza del “dito a scatto” può meritare una valutazione chirurgica, ma la mia esperienza clinica ha consentito in tanti anni di vedere la maggior parte dei pazienti che ne soffrivano risolvere il problema o capire comunque che la ripresa dello “scatto” dopo magari un lungo periodo di quiete, aveva in realtà delle cause razionali (come quelle alimentari), su cui potere di nuovo intervenire e non era legata solo alla sfortuna...