Dimagrire a suon d’uva

5 Ottobre 2016
Dimagrire a suon d'uva

Tra le meraviglie speciali che l’autunno regala, eccola lì spiccare colorata tra le foglie verdi della campagna, sul banco del fruttivendolo e sullo scafale del supermercato.

L’uva (come anche il fico) è uno di quegli alimenti che sono tacciati di essere “zuccherini” e quindi dannosissimi per chiunque stia cercando di fare attenzione alla glicemia.

La cosa da segnalare (oltre a un impatto glicemico di base basso) è invece la presenza importante di resveratrolo nel frutto. 

L'uva contiene resveratrolo, un regolatore della glicemia, che rende il già basso impatto glicemico dell'uva ancora meglio controllato.

Si tratta di un potentissimo antiossidante, contenuto in massima parte nei semini dell’uva stessa (che sono tutti da mangiare!), ma anche nella buccia e nella polpa del frutto. Al resveratrolo si attribuiscono anche i particolari effetti positivi del vino rosso.

Il resveratrolo è peraltro un regolatore della glicemia, così che il già basso impatto glicemico dell’uva (e di quello a cui l’uva si accompagna) sarà ancora meglio controllato.

Insomma, l’uva non fa ingrassare quanto è fatto credere e può anzi essere usata come dimagrante fisiologico grazie all’interazione tra controllo della glicemia e minore produzione d’insulina, con una doppia azione di difesa anche dal diabete di tipo secondo e dalla sindrome metabolica.

È possibile che il lettore, cercando in rete, trovi che l’uva abbia un “indice glicemico” relativamente alto. È utile quindi, per chiarezza, capire che “indice” e “impatto” glicemico sono due cose ben distinte: il primo considera il solo zucchero contenuto nell’alimento in analisi e la sua azione, il secondo analizza invece gli zuccheri nel loro contesto (in questo caso, ad esempio, il frutto intero).

Ecco che i valori dei due parametri possono essere decisamente differenti tra loro: in un frutto c’è dello zucchero, ma ci sono anche tanta fibra e un bel po’ di acqua, elementi questi, che ne abbassano appunto l’impatto glicemico.

Lo stesso ad esempio non può essere detto per lo zucchero bianco o per il pane raffinato il cui impatto glicemico (senza fibra o proteine a compensare il quadro) resta altissimo.

Bene l’uva quindi, da consumare fresca, prodotta il più possibile vicino (sperando così di abbattere i tempi che stanno tra la pianta e le labbra), e completa di buccia e semini, anche quando ci sia la necessità di tenere controllati gli zuccheri nel sangue o per chi sia “a dieta” o comunque attento al controllo del peso corporeo.