Dieta, infiammazione e tossine batteriche: quando il cibo parla ai recettori del pericolo

Mangiare è un atto quotidiano, ma quello che scegliamo di mettere nel piatto può attivare (o spegnere) segnali molecolari silenziosi ma potenti.
Tra questi, uno dei protagonisti più interessanti è il recettore per i prodotti di glicazione avanzata o RAGE (Receptor for Advanced Glycation End Products). Si tratta di recettori di superficie cellulare appartenenti alla famiglia delle immunoglobuline capaci di legare una varietà di molecole, molte delle quali associate a danni cellulari, infiammazione e stress ossidativo.
La loro funzione è riconoscere i segnali di pericolo e innescare risposte infiammatorie.
Il legame tra alimentazione e RAGEs è stretto. Una dieta squilibrata ricca di zuccheri semplici, alimenti cotti ad alte temperature, ultra-processati o eccessivamente ricchi di grassi, favorisce la formazione di AGEs (Advanced Glycation End-products), veri e propri messaggeri di pericolo per l’organismo.
Quando gli AGEs si accumulano, si legano ai RAGE e attivano una cascata infiammatoria.
Uno studio pubblicato recentemente sul Journal of Microbiology, Immunology and Infection ha fatto luce su un meccanismo ancora più raffinato: alcuni batteri patogeni sembrano “approfittare” proprio dei RAGEs per entrare nelle cellule e alterarne il normale funzionamento.
È il caso del Campylobacter jejuni, un batterio spesso responsabile di gastroenteriti. Questo microrganismo produce una tossina, la CDT (Cytolethal Distending Toxin), che danneggia il DNA e blocca la divisione cellulare. Esso per entrare nella cellula, utilizza una scorciatoia: si lega alla proteina HMGB1, un altro segnale di pericolo, e insieme si legano ai recettori per i prodotti di glicazione (RAGEs). In questo modo, la tossina viene inglobata nella cellula, trasportata attraverso endosomi e lisosomi, e infine rilasciata nel nucleo della cellula danneggiandolo.
Diarrea e colon irritabile. Controllare la glicazione blocca anche le tossine batteriche
Se la dieta quotidiana, con i suoi eccessi zuccherini e squilibri metabolici, aumenta la presenza di AGEs e in modo cronico i RAGE, potremmo ritrovarci con un organismo costantemente “in allarme”, con recettori pronti a rispondere a ogni segnale, compresi quelli sfruttati da batteri patogeni.
In altre parole: un terreno fertile per amplificare gli effetti di infezioni e infiammazioni.
Infatti, non è un caso che i RAGE siano sempre più al centro degli studi anche su malattie croniche come diabete, aterosclerosi, Alzheimer e, ora, anche infezioni batteriche complesse.
L’alimentazione gioca un ruolo importante nella regolazione di questi meccanismi. Una dieta equilibrata, ricca di vegetali freschi, legumi, cereali integrali, pesce, olio extravergine di oliva e povera di zuccheri semplici, fritti e cibi ultra-processati può ridurre la formazione di AGEs endogeni ed esogeni e di conseguenza, ridurre l’attività dei RAGE e l’infiammazione che ne deriva.
Vediamo alcuni suggerimenti pratici per ridurre l’infiammazione generata dai prodotti di glicazione avanzata:
- ridurre il consumo di zuccheri, sciroppi di glucosio-fruttosio ed edulcoranti nell’alimentazione quotidiana e limitare più possibile il consumo di bibite e bevande zuccherate;
- prestare attenzione alle tipologie di cottura dei cibi: le cotture ad alte temperature come frittura, griglia e friggitrice ad aria favoriscono la formazione di AGEs esogeni, i quali – benché assorbiti a livello intestinale solo per un 10-30% e in buona parte smaltiti – possono alterare il microbiota intestinale e aumentare l’infiammazione. Preferire quindi cotture a vapore, in umido, lessatura e a basse temperature;
- limitare cibi ultra-processati sia dolci che salati (crackers, grissini, snack, biscotti ecc.);
- consumare almeno 5 porzioni tra verdura e frutta al giorno, ricche di vitamine e sostanze antiossidanti in grado di contrastare i radicali liberi;
- per cucinare utilizzare erbe aromatiche e spezie come curcuma e cannella che possiedono un potere antiossidante;
- consumare alimenti integrali e legumi: forniscono fibre e nutrienti essenziali che supportano la salute metabolica e l’equilibrio della flora batterica;
- per condire olio extravergine di oliva aggiunto ai piatti verso fine cottura: ricco di grassi monoinsaturi e polifenoli, utili a modulare l’infiammazione;
- bilanciare i pasti seguendo lo schema del “Piatto Sano”, permette di incorporare le indicazioni precedenti e costruire pasti equilibrati;
- inoltre, l’esecuzione di un Glyco test e un’accurata anamnesi alimentare permettono di individuare i livelli di glicazione e personalizzare le indicazioni sulle abitudini alimentari da modificare
Qualche cambiamento nelle proprie abitudini e l’acquisizione di una maggior consapevolezza può significativamente ridurre l’accumulo di AGEs nell’organismo, contribuendo a prevenire l’infiammazione cronica e le malattie ad essa associate.
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