Sale il colesterolo? Attenti a zuccheri e carboidrati

30 Marzo 2021
Sale il colesterolo? Attenti a zuccheri e carboidrati

I valori di colesterolo, correttamente interpretati, consentono di aiutare la prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Più volte però, abbiamo discusso della necessità di capire in modo personalizzato quale sia il giusto valore di colesterolo, che solo allora può guidare scelte di stile di vita e di alimentazione corrette realmente efficaci.

In modo molto semplice è utile ricordare alcuni punti fermi che la scienza ha potuto documentare negli ultimi anni, superando vecchie convinzioni errate, durate troppo a lungo.

Glucosio, fruttosio e alcol, cioè gli zuccheri, possono aumentare i danni da colesterolo molto più di altri alimenti, come uova e formaggi, banditi per anni dalle tavole.

Per ognuna di queste affermazioni si possono ritrovare su Eurosalus articoli e commenti che aiutano a capirne la valenza scientifica:

  • oltre il 75% delle persone con ipercolesterolemia deve l’aumento del colesterolo ad una produzione interna e non alla sua diretta assunzione
  • dopo i 60 anni la mortalità cardiovascolare non ha alcuna correlazione con il valore di colesterolo 
  • in età più avanzata il colesterolo elevato sembra avere una azione protettiva sullo sviluppo tumorale
  • i fattori di glicazione, dovuti a glucosio, fruttosio e alcol, sono tra i responsabili dell’aumento del colesterolo cattivo e dei danni cardiaci
  • le uova non aumentano il rischio cardiovascolare e sono anzi delle ottime fonti proteiche, utili a creare pasti correttamente bilanciati

In particolare segnalo che già nel 2014 un lavoro sviluppato da ricercatori britannici (Università di Warwick) e svedesi (Università di Linköping), pubblicato su Nutrition & Diabetes, aveva evidenziato che la glicazione (fenomeno dovuto a un eccesso individuale di glucosio, fruttosio o alcol) contribuisce a trasformare il colesterolo buono (HDL) in colesterolo cattivo (LDL) determinando cioè un aumento del rischio cardiovascolare (Godfrey L et al, Nutr Diabetes. 2014 Sep; 4(9): e134. Published online 2014 Sep 1. doi: 10.1038/nutd.2014.31).

Ma nel gennaio 2021, a confermare ulteriormente questo aspetto, un lavoro effettuato su soggetti diabetici e pubblicato su Biomedicines ha evidenziato che  la lesione endoteliale (quella cioè che contribuisce all’infarto o all’occlusione delle coronarie) dipende dalla glicazione delle lipoproteine. Residui di fruttosio e glucosio vanno a inserirsi su alcune proteine determinandone il malfunzionamento e facilitando la formazione della placca arteriosa che porta poi all’ischemia o all’infarto (Toma L et al, Biomedicines. 2021 Jan; 9(1): 18. Published online 2020 Dec 27. doi: 10.3390/biomedicines9010018). 

E la glicazione si può studiare, valutando i danni da zuccheri molto prima che possa comparire, ad esempio, una forma diabetica.

Oggi è disponibile una valutazione personalizzata dello squilibrio zuccherino (con il Test PerMè o con il GlycoTest), che consente poi un’applicazione nutrizionale individualizzata, che permette la utilizzazione di zuccheri o alcol in momenti definiti dai valori presentati dal singolo individuo ma senza mai eliminare del tutto l’assunzione zuccherina.

Lo scopo di una scelta nutrizionale “umana” e accettabile è quella di trovare un equilibrio nella assunzione degli zuccheri (qui un link all’articolo su “dove sono gli zuccheri”), che bilanci spazi di libertà e di controllo.

Anche per rieducare il proprio colesterolo se fosse elevato.