La città, i ventenni e il calo di fertilità

11 Gennaio 2012
La città, i ventenni e il calo di fertilità

Si chiama selezione della specie ed è ciò che fa sì che solo gli elementi più adatti siano in grado di trasmettere i loro geni, o di sopravvivere.

Quando una popolazione di ventenni (in questo caso, quella maschile delle grandi città) presenta il 33,4% di ipofertili e l’11,7% di gravemente ipofertili, il segnale sembra essere abbastanza preciso. I ventenni che abitano le città sono generalmente il 30% meno fertili dei “cugini di campagna”, e addirittura il 25% meno fertili dei 40enni che nel momento dello studio abitavano le stesse città.

Una questione genetica? Sicuramente non solo. Se infatti la maggiore o minore soggettività ad elementi quali inquinamento o obesità nella gestione della fertilità personale possono derivare dai geni, sono proprio i parametri di tipo ambientale ad avere il ruolo maggiore in questo tipo di meccanismo.

L’ipofertilità dei ventenni cittadini è stata correlata all’inquinamento, all’obesità crescente, alla sedentarietà, all’uso sconsiderato di alcol, fumo e droghe.

La differenza tra chi vive in città da 20 anni e chi ci vive da 40 è semplicemente il fatto che già le madri dei ventenni odierni, fossero, in gravidanza, soggette alle variabili considerate (sicuramente lo smog e l’inquinamento, se non il fumo, l’alcol, oltre che lo stile di vita delle considerate).

Per capire come difendersi è necessario fare un passo indietro e analizzare il modo in cui l’organismo reagisce alle condizioni in cui viene immerso, si parli della donna in gravidanza, come del bambino o dell’adulto.

Il presentarsi della reazione è esattamente ciò che nella realtà popolare viene definito “la goccia che fa traboccare il vaso”. È l’insieme delle condizioni considerate a creare i presupposti perfetti per il presentarsi di infertilità o altro (i dati ad esempio relativi all’influenza delle stesse variabili sul presentarsi di neoplasie o allergie sono importanti).

Si può quindi decidere di trasferirsi in campagna, con lo scopo di ridurre l’influenza dell’ambiente tossico sul “riempimento del vaso”, oppure provare a cambiare la situazione in modo diverso.

Se azioni quali scegliere la raccolta differenziata o il fatto di usare i mezzi pubblici o la bicicletta invece della macchina possono avere un senso e un significato nella prospettiva ambientale futura, agire su alimentazione, sport e stile di vita può essere decisivo per aiutarsi, e soccorrere immediatamente i propri spermatozoi, nella fattispecie.

Lo studio sullinfertilità di cui sopra, reso pubblico dalla SIASM (Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità) e ripreso dal Corriere della Sera, serve dunque a far riflette: non è una questione di linea né di ideologia, ma di stato di salute e di adattabilità; oltre, la natura continua a scegliere.