Quattro semplici regole per vivere 14 anni di più
“E’ meglio campare 14 anni di più che 14 anni di meno” potrebbe essere una di quelle massime, comiche per la loro assurda ovvietà, per le quali andò celebre, molti anni fa, un certo Massimo Catalano, ospite fisso di una mitica trasmissione televisiva di Renzo Arbore.
Intendiamoci, non tutti sarebbero d’accordo, com’è vero che non esiste legge o principio cui l’intera umanità sia disposta a dare il suo consenso. Non sarebbe d’accordo, ad esempio, il commediografo greco Menandro, responsabile di una massima del tutto opposta: “Muor giovane colui che ai cieli è caro”. Anche se, per la verità, non è mai stato ben chiarito se, con questa freccia avvelenata, Menandro volesse alludere alle mortificazioni della vecchiaia o non, piuttosto, ai costumi sessuali fin troppo disinvolti delle divinità del suo tempo.
Potremmo alla fine accordarci ragionevolmente su questo compromesso: “Passato il tempo in cui si può ancora aspirare a far baldoria sull’Olimpo, è meglio campare 14 anni di più che 14 anni di meno”.
Per chi la pensa così, l’impresa è tranquillamente alla sua portata: basta attenersi a quattro semplicissime regole ottemperabili da chiunque, come dimostra, dati alla mano, uno studio realizzato dall’Università di Cambridge e dal Medical Research Council della contea di Norfolk, in Inghilterra, e pubblicato sull’ultimo numero della rivista PloS Medicine, edita a cura della Public Library of Science Medicine e di libero accesso online (KT Khaw et al, PloS Medicine 2008 Jan 8, 5(1)).
Le quattro regole sono: fare una vita attiva, mangiar sano, bere un po’ ma non troppo e non fumare. Ciascuna pretende un minimo di precisazioni:
– fare una vita attiva significa o avere un lavoro non sedentario oppure fare almeno mezz’ora al giorno di esercizio fisico;
– mangiar sano significa consumare almeno 5 porzioni di frutta o di verdura ogni giorno;
– bere un po’ ma non troppo, significa gustare, possibilmente con piacere, da uno a due bicchieri di vino al giorno, cioè un massimo di quattordici bicchieri di vino alla settimana;
– non fumare significa non fumare. Punto e basta. Mai, nemmeno una all’anno, nemmeno a Carnevale. Che cosa vi aspettavate?
Fissate così le regole (o, se preferite, gli ingredienti dell’elisir di lunga vita), gli scienziati hanno condotto uno studio ad ampio spettro (su una popolazione molto vasta, di età compresa tra i 45 e i 79 anni) e di lungo periodo (13 anni, dal 1993 al 2006). A ciascuno dei partecipanti è stato attribuito un punteggio, da 0 a 4, a seconda del numero di regole cui nella loro vita più o meno scriteriata ottemperavano. Punteggio 4 ai più virtuosi, punteggio 0 ai più sregolati.
Tra i risultati della ricerca due sono particolarmente eclatanti. Il primo: i soggetti con punteggio 0 avevano 5 volte più probabilità di morire nel periodo dell’esperimento di quelli con punteggio 4. Il secondo: un soggetto di 74 anni con punteggio 4 aveva le stesse probabilità di morire di un soggetto di 60 anni con punteggio 0. Il che fa una differenza secca di 14 anni. Un’intera infanzia: l’ultima.
Si è anche potuto osservare che, per questi due estremi (i più virtuosi e i più viziosi), l’indice di massa corporea e la classe socio-economica di appartenenza risultavano sostanzialmente ininfluenti in termini di longevità. Il che significa che un soggetto pur snello e ricco con punteggio 0 (abitudini scorrette) aveva comunque circa 5 volte più probabilità di morire di un coetaneo panciuto e povero con abitudini sane e punteggio 4.
I numeri, a volte, sono più impressionanti delle bombe.