Bacio profondo, alla francese, e celiachia: può esserci contaminazione da glutine?
Chi mangia glutine può baciare una persona celiaca o viceversa un celiaco o una celiaca possono baciare una persona che ha appena mangiato del glutine?
La risposta arriva da una ricerca descritta su Medscape nel maggio 2025 da cui emerge un profilo di elevata sicurezza per il “bacio glutinato” e uno studio sull’effettivo pericolo di contaminazione.
Parliamo ovviamente di baci profondi e durevoli, non certo di “bacetti sulle labbra”. Nel protocollo era previsto di misurare la contaminazione da glutine dopo che le coppie che partecipavano allo studio si erano baciate con la bocca aperta per almeno un minuto continuativo con coinvolgimento della lingua e ovvio trasferimento di saliva.
Alla persona non celiaca della coppia venivano fatti mangiare 10 crackers di farina di frumento prima della “prova bacio” ed è stata poi valutata la presenza di glutine nella saliva dei soggetti celiaci in differenti situazioni di attesa tra assunzione di crackers e bacio:
- Dopo 5 minuti
- Dopo 15 minuti
- Dopo 30 minuti
- Senza attesa, ma bevendo 1/2 bicchiere d’acqua dopo i cracker e prima di baciare il o la partner.
Si è anche valutato il possibile assorbimento del glutine attraverso un esame urinario effettuato nella giornata stessa del bacio e il mattino successivo.
I risultati sono stati fortemente tranquillizzanti.
La concentrazione di glutine nella saliva dei celiaci (post bacio) nell’80% dei casi era inferiore alle 20 ppm (limite di presenza anche per qualsiasi prodotto da forno adatto ai celiaci) e solo in un caso si è misurata una concentrazione elevata del tutto transitoria (con test di assorbimento urinario transitoriamente positivo solo nel pomeriggio del test).
Nessuno dei partecipanti ha avuto sintomi nellle 6 e 12 ore successive al bacio.
L’elemento più interessante è che questi dati di pur minima presenza glutinica sono stati annullati e portati tutti sotto il livello di tollerabilità (20 ppm) con la semplice assunzione di 1/2 bicchiere d’acqua dopo avere mangiato i crackers.
Il tema è importante perché significa che gli incontri sociali e affettivi per le persone celiache non devono e non possono essere stigmatizzati e che basta un bicchiere di acqua per ridurre il rischio a zero. Purtroppo invece la realtà dei fatti contraddice questa possibilità.
Basta vedere i risultati di una ricerca della Columbia University pubblicata ancora nel 2022 su Digestive Diseases and Sciences che ha definito le percentuali di impatto della celiachia sugli appuntamenti affettivi (il dating anglosassone).
Il 68% delle persone celiache intervistate ha, infatti, riportato comunque un impatto dovuto alla malattia nelle scelte degli appuntamenti. Il 40% di chi ha organizzato un pranzo o una cena come occasione di appuntamento ha provato imbarazzo a comunicare al cameriere, in presenza del partner, le proprie necessità alimentari e il 30% ha comunque ceduto a qualche rischio alimentare non dovuto (contaminazione possibile) mentre il 7% ha comunque mangiato del glutine pur di non dovere discutere i temi legati alla propria condizione di malattia.
Ben il 39% di tutti i partecipanti alla analisi ha esitato a baciare il proprio possibile partner per paura della contaminazione glutinica; questa attitudine al rifiuto del bacio è significativamente superiore tra le donne rispetto agli uomini.
Si tratta di un importante fenomeno di costume e sociale che merita tutta l’attenzione del caso, anche perché molte persone intraprendono diete senza glutine senza essere celiache.
Vale sempre la pena ricordare che la sintomatologia della celiachia, all’inizio, si sovrappone in modo preciso a quella della sensibilità al glutine non celiaca (in inglese NCGS) e che quindi, quando si affronta il tema diagnostico, è utile considerare anche il livello di infiammazione esistente a livello intestinale (spesso controllabile con una dieta di rotazione adeguata) e la possibilità che il glutine diventi irritante e infiammatorio perché non digerito completamente (fenomeno trattabile con enzimi).
Oltre che rassicurare quindi i celiaci e le celiache relativamente alla loro attività socio-affettiva, per coloro che evitano il glutine anche senza una diagnostica medica precisa è bene ricordare che uno stato infiammatorio intestinale può accentuare o favorire la reazione immunologica della sensibilità glutinica e infatti molte volte, nella storia clinica, si trovano aspetti di sovrapposizione tra malattie infiammatorie intestinali, celiachia e ipereosinofilia intestinale che hanno tutte modalità diverse di trattamento dietetico.
Nella sensibilità al glutine non celiaca, la scelta degli alimenti da mettere a dieta (di rotazione e non mai di esclusione) dipende solo da caratteristiche individuali e la dieta può essere solo personalizzata, come noi facciamo da anni nel centro SMA in cui esercito, attraverso la diagnosi della infiammazione da alimenti e da glicazione per mezzo del PerMè Medical Program; questo ci ha consentito di accompagnare nel tempo la evoluzione scientifica della sua comprensione offrendo ai nostri pazienti un approccio che sempre più si sta rivelando in linea con le ricerche più recenti e che consente, quando possibile, spazi di libertà spesso insperati.