Un libro su Fukushima: i dati nascosti cui rispondono le fotografie

16 Giugno 2014
Un libro su Fukushima: i dati nascosti cui rispondono le fotografie

Martedì 17 giugno, alle ore 18.30, presso la sede della Libreria “Jaca Book”, in via Frua 11 a Milano, parteciperò con un mio intervento alla presentazione del libro di Naomi Toyoda “Fukushima L’Anno Zero”.

Un libro in cui il noto fotografo giapponese ha trasmesso tutta la sua capacità di sintesi, che va al di là del significato che anche i testi che accompagnano le fotografie, di notevole importanza documentale, riescono a dire.

Il tema di Fukushima e dei suoi effetti sulla salute mondiale ha spesso riempito queste pagine, sia in contemporanea alla tragica esplosione dei reattori, sia nei mesi successivi.

In particolare abbiamo seguito, praticamente in diretta fin dal suo evolversi, tutte le tematiche che i cittadini hanno poi dovuto affrontare per cercare di compensare il più possibile gli effetti dannosi della fusione nucleare iniziata nell’impianto nucleare giapponese.

Per scrivere questo articolo ho ricontrollato alcune delle fonti che ho segnalato nei mesi passati. Ho ripercorso alcuni dei possibili supporti alla conoscenza sul nucleare che le istituzioni stanno proponendo oggi.

La mia sorpresa nello scrivere questo articolo è stata dettata dal fatto che molte delle notizie più importanti, notizie che sono state fornite e che quindi sarebbero a disposizione del pubblico, sono nascoste e non vengono fornite.

Già nel 2011 abbiamo discusso del fatto che alcuni dati pubblici erano stati resi irraggiungibili e non leggibili ai cittadini, proprio nel momento di massimo bisogno.

Oggi muovendoci all’interno dei dati italiani legati ad una struttura istituzionale come l’ISPRA, istituzione nazionale che deve registrare e monitorare la radioattività di suoli, aria, terra e alimenti italiani, non possiamo che rilevare il tentativo continuo e perseguito in maniera precisa di nascondere ai cittadini i dati che gli possono essere utili per la prevenzione sanitaria in caso di disastro nucleare e per il mantenimento della salute.

Qualche mese fa scrivevo che gli ultimi dati relativi al dosaggio negli alimenti e al suolo del Cesio 137 (indice di una fusione nucleare presente) risalivano addirittura al 2002 (nonostante ISPRA avesse seguito durante tutto il periodo di marzo/giugno 2011 i dosaggi sui terreni italiani).

Oggi cercando Cesio 137 nel sito dell’ISPRA non si riescono neanche più a trovare le pagine relative al 2002. I richiami a Fukushima portano a “pagine rimosse” e la sensazione globale è che i tentativi di rimozione siano effettuati in modo sciatto, ma non per questo meno drammatico.

Per questo invito tutti coloro che possono a essere presenti all’incontro di martedì in cui insieme con Fiorello Cortiana, Marina Forti, Leonardo Coen e Yukari Saito, parleremo dell’effetto Fukushima e delle attenzioni che possono oggi essere utili per la salute.

Senza tralasciare le considerazioni da fare perché Salute e Trasparenza possano andare nella stessa direzioni. Oggi questo non succede. L’illusione del “nucleare sicuro” e l’illusione delle attuali “rassicurazioni” sono solo questo: illusioni.

Le fotografie dicono molto di più dei dati e restano forse più impresse. Di certo Fukushima merita il nostro ricordo e il nostro pensiero, per capire cosa ha rappresentato e cosa continua a rappresentare.

L’energia nucleare non riesce e non riuscirà mai ad essere completamente sicura. Il rischio che oggi noi affrontiamo attraverso l’assunzione alimentare, attraverso il continuo inquinamento radioattivo dell’acqua dell’oceano Pacifico, che si sta trasformando in un aumento globale dei livelli di radioattività dell’intero pianeta, deve restare fermo nelle nostre menti.

Solo la consapevolezza di questo evento e la consapevolezza che purtroppo nel campo della informazione sulla salute nulla è lasciato al caso e le notizie sono diramate spesso in modo proiettato sui risultati che si vogliono ottenere, ci deve far mantenere viva l’attenzione e attiva la mente.

Restiamo pronti a capire che i temi della salute devono essere affrontati non solo attraverso le informazioni di chi detiene il potere sul nucleare, ma sottoponendole a verifica, a possibile critica e integrandole con informazioni indipendenti, per una scelta che sia sempre consapevole e personalizzata.