Comunità Europea ed H1N1: buone notizie fuori tempo massimo

10 Marzo 2011
Comunità Europea ed H1N1: buone notizie fuori tempo massimo

Il Parlamento Europeo, come segnalato dal comunicato stampa della Press Unit – Redazione Italiana, nella riunione di martedì 8 marzo ha valutato criticamente la risposta dell’Unione alla cosiddetta influenza suina, il virus H1N1, nel 2009-2010. La risoluzione approvata suggerisce per il futuro, acquisti di gruppo di vaccini per risparmiare e regole più efficaci per evitare conflitti d’interesse.

L’H1N1 ha causato, all’aprile 2010, 2.900 morti, rispetto alle 40.000 annuali di una normale influenza stagionale.

I deputati hanno chiesto che sia assicurata una maggiore indipendenza nei processi di valutazione e comunicazione di un’emergenza sanitaria e che pertanto siano introdotte delle regole per evitare possibili conflitti d’interesse, attraverso ad esempio la pubblicazione della dichiarazione d’interessi degli esperti che sono consulenti delle autorità sanitarie europee. A tal proposito, i deputati ricordano che secondo la legislazione europea, la responsabilità per i vaccini rimane alle case produttrici e non ai governi nazionali.

Questo punto è controverso perché invece la legislazione statunitense garantisce in modo diverso.

Fin dal gennaio del 2005 infatti l’allora Presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, in virtù della lotta al terrorismo aveva sancito con il Protecting America in the War on Terror Act, all’interno di un generale rafforzamento dei poteri interni a causa appunto della supposta necessità di garantire migliori protezioni contro il terrorismo biologico, la non responsabilità dei produttori di vaccini e anche di farmaci. Infatti per poter richiedere oggi un risarcimento per un danno subito, è necessario documentare una volontà fraudolenta nella ricerca e nella preparazione dei prodotti; difficile da dimostrare anche qualora esistesse per davvero, come ha dimostrato l’esperienza dell’H1N1.

In lingua inglese questo tema è molto ben dibattuto da Sepp Hasslberger, mentre il testo originale del Bill S3 (capitolo 1, sezione 131 B-4-a) è rintracciabile al link http://www.theorator.com/bills109/s3.html.

Di questa tardiva presa di coscienza della Comunità Europea prendiamo atto come di un fatto positivo. La risoluzione ha infatti chiesto all’Organizzazione mondiale per la sanità di rivedere la definizione di “pandemia” e di riprendere in conto anche la gravità della malattia e non solo la diffusione geografica del virus.

Tutti ricordiamo che uno dei trucchi usati per trasformare una malattia leggera in pandemia universale fu proprio quello di togliere alla definizione di pandemia il fatto che fosse grave. Che sembra una considerazione fattibile da chiunque dotato di un po’ di buon senso.

Ci arriviamo in ritardo, con un unico rischio vero, che cioè di fronte ad un prossimo problema sanitario nessuno si possa più fidare di nessun altro, anche quando le ragioni ci fossero per davvero.