Altre conferme cliniche: prendere la terapia tiroidea alla sera può essere la miglior scelta

7 Giugno 2021
Altre conferme cliniche: prendere la terapia tiroidea alla sera può essere la miglior scelta

Svegliarsi un’ora prima al mattino per prendere a digiuno la terapia sostitutiva tiroidea a base di Levotiroxina (Eutirox, Tirosint, Tiche o altri) o di tiroide secca nelle varie formulazioni mix della IBSA, sta diventando per molti un vero e proprio tormento.

Già negli anni scorsi su Eurosalus abbiamo presentato i lavori scientifici che suggerivano di prendere alla sera la terapia tiroidea sostitutiva, utilizzandola come ultima sostanza assunta prima di addormentarsi. Si tratta di una soluzione semplice e molto bene accetta da parte di tutti, che ha dimostrato di regolare perfettamente, talora meglio della terapia mattutina, i livelli di TSH. 

L’obiettivo finale è quello di ottenere un assorbimento completo e regolare dell’ormone tiroideo per mantenere stabili i suoi livelli. L’ideale quindi è di misurare e valutare cosa avviene con l’assunzione serale. 

Il dato sperimentale è emerso da un lavoro scientifico olandese, pubblicato sugli Archives of Internal Medicine, che ha confermato in modo controllato e randomizzato quello che già dal 2007 era emerso da un altro lavoro scientifico. Lo stesso gruppo di ricerca ha poi documentato ulteriormente questo tipo di possibilità scoprendo che gli effetti sulla funzione tiroidea (valori di FT4) e sulla riduzione del TSH sono addirittura più intensi rispetto a quelli ottenibili con la somministrazione a digiuno (Bolk N et al, Arch Intern Med. 2010 Dec 13;170(22):1996-2003).

Nella maggior parte dei casi è possibile utilizzare alla sera la terapia sostitutiva tiroidea, ottenendo vantaggi in termini di gestione della propria giornata e della serenità del riposo notturno.

In seguito, un lavoro pubblicato nel 2015 sull’American Journal of Health-System Pharmacy, ha rivalutato tutti i precedenti lavori sull’orario di assunzione dell’ormone tiroideo, riconfermando che la scelta serale di assunzione può essere pefettamente indicata se il paziente vuole evitare di svegliarsi presto al mattino per adempiere la prescrizione terapeutica (Geer M et al, Am J Health Syst Pharm. 2015 Mar 1;72(5):373-7. doi: 10.2146/ajhp140250).

Nella esperienza clinica del centro SMA in cui lavoro, valutiamo attentamente le abitudini di una persona e nella maggior parte dei casi l’assunzione serale è preferita ed efficace e alcunidi di questi pazienti arrivano a ridurre di un poco il dosaggio pecedente. In pochi casi invece è necessario ritornare alla assunzione mattutina. Importante quindi è misurare (TSH e FT4 almeno) in modo da capire in modo personalizzato come ogni paziente risponda. Per noi “Misurare è meglio che supporre”.

La scelta di assumere la terapia tiroidea prima del sonno notturno è quindi perfettamente percorribile e valida, e come nelle modalità finora proposte di assunzione (30 o 60 minuti prima della prima colazione) il dosaggio andrà aggiustato individualmente.

Ad oggi non ci sono state segnalazioni di reali differenze tra i due metodi di assunzione (mattino presto o prima di dormire) sull’efficacia complessiva e sistemica della terapia.

Di certo poi, soprattutto per chi si affida al supporto dei nostri centri per il trattamento delle disfunzioni tiroidee, il fatto di allontanare la prima colazione dal risveglio va a scontrarsi con le impostazioni nutrizionali più adatte al risveglio della funzione tiroidea e contribuisce allo stimolo infiammatorio.

La partecipazione infiammatoria in tutte le forme, autoimmuni e non, di tireopatia, è stata dimostrata ancora una volta nel settembre 2015 attraverso un articolo pubblicato su Thyroid, in cui gli autori di diverse Università milanesi hanno documentato l’innalzamento dei valori di BAFF in tutte le forme di tireopatia (Campi I et al, Thyroid. 2015 Sep;25(9):1043-9. doi: 10.1089/thy.2015.0029. Epub 2015 Aug 13).

La conoscenza di una stretta correlazione tra i livelli di BAFF e l’infiammazione da cibo consente ad ogni persona di impostare una dieta personalizzata (attraverso i test GEKLab) per ridurre BAFF e PAF, valutare gli effetti della glicazione e migliorare contemporaneamente la funzione tiroidea. Vanno sicuramente conosciute e considerate le diverse possibili forme di infiammazione nutrizionale

C’è infatti una stretta relazione tra utilizzo eccessivo di zuccheri e funzione tiroidea e una ricerca pubblicata nel settembre 2020 sul Journal of Diabetes ha studiato le correlazioni tra ormoni tiroidei e livelli di zuccheri nel sangue in soggetti con una normale tolleranza al glucosio, in soggetti prediabetici, in soggetti con diabete ben controllato e in soggetti con diabete non controllato e valori di emoglobina glicata superiori al 7% (Gu L et al, J Diabetes. 2020 Sep 27. doi: 10.1111/1753-0407.13118. Online ahead of print).

Dai risultati deriva che una condizione di alterazione del metabolismo degli zuccheri, come il prediabete o il diabete stesso, possano determinare una alterazione della funzione tiroidea abbassando i valori di FT3 e di FT4 e facilitando l’innalzamento del TSH e a maggior ragione si è visto che il riequilibrio della glicazione e del metabolismo degli zuccheri porta ad un netto miglioramento della funzione tiroidea.

Il contrario di quanto si è pensato per anni. Non è sempre la disfunzione tiroidea che “fa ingrassare” ma può essere una alimentazione scorretta a determinare un disfunzione della tiroide. 

Le scelte nutrizionali più adatte, espresse da una dieta di rotazione personalizzata, e l’uso della levotiroxina alla sera prima di dormire, spesso affiancata da integratori con funzione antinfiammatoria e di regolazione metabolica come Curcuma, Ribilla, Cromo, Levo-Tirosina e Inositolo, consentono di migliorare la qualità della vita, la funzione tiroidea e indubbiamente i dosaggi clinici del TSH, controllando così anche l’ipotiroidismo subclinico.

Fare una ricca prima colazione appena svegli può aiutare a stimolare la tiroide in modo naturale, mentre ritardare l’assunzione di cibo può rallentarne la funzione. L’assunzione della pillola sostitutiva tiroidea potrebbe andare purtroppo in questa seconda direzione.

Fa bene a tutti ricordare che numerosi lavori hanno evidenziato che spesso il valore di TSH un po’ elevato può non avere alcun significato clinico, mentre la diffusa pratica italiana è spesso quella di somministrare levotiroxina non appena il valore di TSH supera il valore di norma e talvolta anche solo quando si muove verso l’alto.

Ogni persona in terapia che voglia fare questo cambiamento dovrà comunque confrontarsi con il proprio medico o con il proprio endocrinologo per un parere specifico individualizzato.

Di certo, i dati presentati aprono una strada importante verso una nuova interpretazione dei segnali ormonali dati all’organismo consentendo un sonno più sereno e un risveglio più dolce.