Omocisteina alta: come ridurre il rischio cardiovascolare?

di Gabriele Piuri - Medico Chirurgo
25 Gennaio 2018
Omocisteina alta: come ridurre il rischio cardiovascolare?

DOMANDA

Dagli ultimi esami del sangue che ho fatto risulta l’omocisteina alta a 23 mcmol/l. Ho cercato informazioni su internet e ora ho le idee più confuse di prima. Che cos’è l’omocisteina e che cosa comporta averla alta?

RISPOSTA

Gentilissima Lettrice,

l’omocisteina è un intermedio del metabolismo di un amminoacido, la metionina, per cui sono necessari come cofattori l’acido folico e la vitamina B12.

Avere livelli troppo alti di omocisteina costituisce un fattore di rischio cardiovascolare indipendente dagli altri fattori di rischio come l’ipertensione, il fumo, l’ipercolesterolemia con bassi livelli di colesterolo HDL, quello buono, il diabete e così via.

Oltre che nella prevenzione del rischio cardiovascolare, l’omocisteina è un dato fondamentale da tenere in considerazione durante gravidanza, dove riveste grande importanza come indice del metabolismo dei folati per valutare i livelli di assunzione utili per favorire la salute materna e quella del nascituro, e più di recente è stata connessa con patologie complesse e multi fattoriali come la malattia di Alzheimer. 

L’iperomocisteinemia è un fattore di rischio incrementale: maggiori sono i livelli di omocisteina nel sangue maggiore è il rischio cardiovascolare. Questo vuol dire che avere i valori di omocisteina a 23 mcmol/l è meglio che averla a 40 mcmol/l così come è preferibile che i livelli rimangano sotto i 10 mcmol/l.

Sul piano nutrizionale è importante seguire uno stile di vita utile per ridurre il rischio cardiovascolare.

Le possibili cause di un aumento dei livelli di omocisteina sono da ricercare sul piano nutrizionale e su quello genetico. Da quest’ultimo punto di vista, uno degli enzimi coinvolti nel metabolismo della metionina, denominato metilen-tetraidrofolato reduttasi (MTHFR) svolge un ruolo centrale nel metabolismo di questo amminoacido.

Nella popolazione generale sono presenti molti polimorfismi genetici che portano a una minor funzione di questo enzimi e di conseguenza a un aumento dei livelli di omocisteina nel sangue.

La ricerca di un’eventuale mutazione di questo enzima è da riservare alla situazioni in cui i livelli di omocisteina sono molto alti, con lo scopo di valutare la trasmissione di questo carattere nei proprio famigliari e di valutare con più precisione il rischio cardiovascolare potenziale.

Sul piano nutrizionale, prima di pensare a utilizzare cibi più ricchi di acido folico, è importante seguire uno stile di vita utile per ridurre il rischio cardiovascolare.

L’abitudine al movimento come parte integrante della propria quotidianità, il corretto abbinamento a tutti i pasti di carboidrati e proteine, l’utilizzo esclusivo di cereali integrali, l’assunzione di almeno cinque porzioni di frutta e verdura tutti i giorni sono solo alcune delle indicazioni più utili per salvaguardare il cuore.

Se la causa dell’omocisteina alta è genetica è importante integrare acido folico e vitamina B12, ma allo stesso tempo diventa fondamentale controllare tuti gli altri aspetti che contribuiscono a definire il proprio rischio cardiovascolare.

Così come la propria storia famigliare non può essere modificata, l’iperomocisteinemia deve essere letta come un segnale di attenzione che deve spronare a fare realmente prevenzione a più livelli, dallo stile di vita all’integrazione vitaminica, come prevenzione primaria, fino a una maggior frequenza di controlli cardiologici.

L’assunzione di acido folico a dosaggi anche elevati, fino a 5 mg al dì, è utile per ridurre i livelli ematici di omocisteina. Per migliorarne l’efficacia è possibile abbinare a questa integrazione anche l’utilizzo di Vitamina B12 ma più in generale l’assunzione di tutte le vitamine del gruppo B. Si utilizzerà, ad esempio, un prodotto come Alimento B (Solgar) al dosaggio di 1 capsula a prima colazione per cicli anche prolungati di trattamento, con l’attenzione di verificare i livelli di omocisteina a distanza di circa 2 mesi dell’inizio della terapia.

Utile intervenire anche con un prodotto come Oxifolic (Driatec) al dosaggio di 2 capsule a prima colazione e 2 capsule a cena. Oltre all’acido folico, questo prodotto integra anche Oxiprolina, che potenzia l’effetto dei folati, e di Magnesio, che svolge un’azione sinergica di riduzione del rischio cardiovascolare. In alternativa è possibile utilizzare un prodotto come Vita Metafolic (Solgar) a base di L-metilfolato di calcio al dosaggio di 1 compressa a prima colazione anche per lunghi periodi. L’integrazione di acido folico in forma attiva aumenta la biodisponibilità di questa vitamina per l’organismo e ne favorisce l’utilizzabilità senza subire ulteriori processi di biotrasformazione.