Mercurio nel pesce: quali strategie attuare per ridurne l’esposizione?

10 Gennaio 2018
Mercurio nel pesce: quali strategie attuare per ridurne l'esposizione?

Il Mercurio è considerato da tempo un metallo tossico. In letteratura sono molti gli studi che confermano il suo ruolo negativo sul nostro organismo.

L’esposizione al Mercurio deriva primariamente da tre fonti: otturazioni in amalgama, consumo persistente di certe specie di pesce e fauna ittica e, occasionalmente, esposizione professionale.

È stato osservato che il mercurio presente nelle otturazioni in amalgama può portare all’incremento dell’infiammazione di basso grado che, a sua volta, ha un ruolo importantissimo nello sviluppo di altre patologie.

La presenza e l’ipersensibilità individuale a questo metallo può contribuire ad una vasta serie di disturbi, sia a carico del cavo orale (Lichen Planus Orale, periodontiti, Sindrome della Bocca Urente), ma anche a livello sistemico fino ad essere la causa, nei casi più gravi, di alterazioni del sistema nervoso. Parlarne con il proprio dentista è la soluzione migliore.

Il pesce è un validissimo alleato per la salute in particolare per il suo contenuto di omega 3… e cosa fare con il mercurio?

In caso di amalgami dentali, un’abitudine da evitare è quella di utilizzare gomme da masticare. Queste, oltre agli effetti deleteri sulla salute generale, aumenterebbero il rilascio continuo di mercurio da parte degli amalgami dentali creando un’esposizione continua per le mucose del cavo orale, ma anche per tutto l’organismo.

L’esposizione dovuta all’alimentazione avviene in particolare tramite il consumo di pesce e fauna ittica. Proteggersi è utile e possibile, e lo scopo di questo articolo è proprio quello di spiegare come farlo, soprattutto perché il pesce è un alleato importantissimo per la salute.

Il pesce infatti rappresenta un’ottima fonte proteica e il suo contenuto proteico medio si aggira intorno ai 18-20 g per 100 grammi, a seconda della specie.

Inoltre contiene un’elevata quota di grassi buoni omega 3. Gli omega 3 appartengono al gruppo degli acidi grassi essenziali di tipo polinsaturo (PUFA), così denominati poiché l’uomo deve necessariamente introdurli attraverso la dieta o tramite integrazione. Hanno funzioni fondamentali per il nostro organismo, ad esempio esplicano un’azione protettiva nei confronti del processo aterosclerotico e dell’insorgenza di malattie cardio-vascolari.

Tali proprietà rendono il pesce un bene prezioso e per questo è utilissimo continuare a consumarlo.

Per minimizzare gli effetti di una possibile esposizione al mercurio è sufficiente seguire alcuni accorgimenti.

La quantità di mercurio presente nella fauna ittica è relativa all’età del pesce, alla dimensione e alla sua posizione entro la catena alimentare: i pesci predatori e più anziani hanno più elevate concentrazioni di mercurio rispetto agli altri. 

Pesce spada e tonno, ad esempio, sono tra i pesci che ne contengono di più. Sarà quindi sufficiente scegliere per la propria quotidianità pesce azzurro di piccola e media taglia da mangiare 3 o 4 volte a settimana. In questo modo sarà facile restare al di sotto della soglia limite consigliata (1,3 µg/kg di peso corporeo).

Le specie di taglia più grossa, come pesce spada e tonno, saranno invece da utilizzare il meno possibile, lasciando più spazio ai pesci di più piccola taglia che possono essere consumati in maniera serena all’interno di una dieta equilibrata.

Ulteriori accorgimenti derivano da studi epidemiologici che hanno dimostrato il ruolo di diete ricche di vegetali nella riduzione della tossicità provocata da elementi metallici.

I micronutrienti contenuti nei vegetali come zinco e vitamine del gruppo B possono essere benefici per ridurre l’esposizione dell’organismo ai metalli pesanti. Inoltre una dieta ricca di una o più verdure appartenenti alla famiglia delle Crucifere (broccoli, cavolfiori, verza…) è associata a risultati ancora migliori.

Questi studi hanno attribuito tale attività protettiva al contenuto di particolari sostanze chiamate glucosinolati e composti fitochimici quali polifenoli, carotenoidi, acido folico e selenio. L’attività protettiva di questi composti sarebbe quella di aumentare la capacità antiossidante della cellula.

Un composto utilissimo che si trova nel broccolo, chiamato sulforafano, si è visto indurre l’espressione di particolari enzimi detossificanti e antiossidanti.

Abbinare il pesce a composti vegetali (broccoli e cavoli in prima linea) può essere quindi una strategia semplice ed efficace nel minimizzare l’esposizione al mercurio e siamo anche nella stagione giusta per sfruttare al massimo le ampie virtù di queste verdure!

È bene ricordare infine che “nessun cibo è nemico” e che la variabilità alimentare è fondamentale per il mantenimento di una buona salute, oltre che per mantenere ai minimi livelli l’infiammazione dell’organismo: pesci grandi e piccoli e di specie diverse possono trovare il loro spazio positivo in qualsiasi dieta nel rispetto di questa variabilità.

Bibliografia essenziale