Reflessologia nel mondo del triathlon e dello sport: perché sì

22 Febbraio 2007
Reflessologia nel mondo del triathlon e dello sport: perché sì

La reflessologia è un metodo naturale antichissimo che studia i movimenti riflessi del nostro corpo grazie ai piedi e alle mani.

L’origine della reflessologia risale a migliaia di anni fa e attualmente si discute circa la reale provenienza: alcuni ricercatori sostengono che arrivi dalla Cina, altri dall’India, altri ancora dall’Egitto o dagli Indiani Nord Americani.

Nota originariamente come Terapia Zonale, la reflessologia è un metodo di riequilibrio olistico basato sul massaggio dei punti riflessi dei piedi. 

La reflessologia insegna che fra gli organi del corpo circola un’energia vitale che permea ogni cellula ed ogni tessuto. Se tale energia rimane bloccata, conseguentemente verrà colpita la parte del corpo interessata dal blocco.

La reflessologia più usata dei giorni nostri è quella plantare che si basa su una comunicazione e relazione per ciò che riguarda l’uomo nella sua concezione sia anatomica che fisiologica. 

Nel nostro organismo le zone più ricche di terminazione libere e corpuscoli di Pacini (trasduttori, che trasformano una forma di energia meccanica in un’altra) sono quelle del piede e della mano, pertanto queste zone sono preposte alla veicolazione di dati al nostro sistema nervoso centrale (centro di comando di tutte le attività corporee sia fisiche che psichiche).

La reflessologia ha tre proprietà: terapeutica, diagnostica e preventiva.

Terapeutica. L’effetto principale è la riduzione dello stress e della tensione, migliora il flusso sanguigno e facilita lo sbloccarsi degli impulsi nervosi, aiuta la natura a normalizzarsi ricreando l’omeostasi (stato di equilibrio) del nostro corpo. La reflessologia non può danneggiare un sistema, lo riporta semplicemente in equilibrio; infatti non c’è nulla di magico o mistico nel benessere relegato alla digitopressione plantare.

Diagnostica. Essendoci stretta correlazione tra organi e le varie zone del piede il terapeuta, attraverso la digitopressione, è in grado di individuare le aree del corpo in cui si sono verificate gli squilibri.

Preventiva. Secondo alcune scuole di pensiero il piede è da considerare un secondo cuore. Sappiamo che la circolazione sanguigna è costituita da una circolazione arteriosa (sangue ricco di ossigeno), che si dirige verso tutti gli organi e distretti del corpo, ed una venosa (ricca di anidride carbonica), che recupera ed elimina tutte le scorie. L’azione di pressione e depressione determinata dalla digitopressione fa compiere un’ulteriore spinta del sangue verso il cuore centrale, provocando un aumento dell’impulso venoso, che avviene contro la forza di gravità, per cui possiamo considerare di avere attivato la pompa (secondo cuore) al centro del nostro piede.

Che cosa può offrire la reflessologia nel mondo della triplice disciplina? 

La tecnica reflessologica è valida per ripristinare l’equilibrio tra mente e corpo. Il suo potere è quello di ricercare ed eliminare in tempi rapidissimi tutti quelle sostanze che il nostro organismo produce con lo stress: l’aumento dell’ormone più temibile per i triatleti, il cortisolo, e l’acido lattico, che si sono sviluppati grazie ai carichi di allenamento. La reflessologia ha un grande potere di prevenzione e riporta gli ormoni nei limiti di normalità.   

Non dimentichiamo che il piede è composto da 26 ossa e 107 tra muscoli, tendini e legamenti  che comunicano tra loro. L’importanza di mantenere questo apparato in buon equilibrio determinerà un miglioramento delle prestazioni finali.

Riportando una dichiarazione di un noto fisico: “Avere piedi sani è come aver assunto del doping naturale” per quella legge fisica che riconosce che una migliore penetrazione dell’aria del nostro corpo, a parità di sforzo, migliora la distanza percorsa. Il risultato è che, oltre ad avere un organismo sano, avrete migliorato il vostro tempo di una gara di triathlon su qualsiasi distanza.

Consigli per un trattamento corretto

Chi esegue il trattamento deve aver completato un ciclo di studio specialistico che varia dai due ai tre anni e che ne abbia rilasciato la qualifica professionale. Nel dubbio chiedere di esibire il diploma o l’attestato. 

La costanza e la fiducia verso la reflessologia plantare (tecnica movimento del dito pollice a bruco) assicureranno ottimi risultati.

Il numero delle sedute dipendono dalla bravura e dall’esperienza del terapista, che deve essere in grado di muovere le dita come su una tastiera di un computer e avere l’umiltà di ascoltare quello che il piede gli dice.

di Ivano Lualdi
Reflessologo plantare e Massofisioterapista