Trattare la depressione cura l’artrite?

14 Gennaio 2004
Trattare la depressione cura l'artrite?

La riluttanza del mondo medico a prendere atto delle relazioni tra corpo, mente ed emozioni ha oggi una ricerca ufficiale in più con la quale confrontarsi.

Lo studio (Lin EHB et al. Effect of improving depression care on pain and functional outcomes among older adults with arthritis: A randomized controlled trial, JAMA 2003 Nov 12; 290:2428-34) ha evidenziato un significativo miglioramento dei sintomi artritici negli anziani nei quali veniva trattata anche la depressione associata.

L’analisi ha riguardato 1001 pazienti (età media 72 anni) che presentavano sintomi clinici di depressione e di artrite (per lo più osteortrite). Mentre il gruppo di controllo si è sottoposto alle normali cure del medico di base, una metà dei soggetti ha seguito per un anno un approccio che comprendeva sia farmaci di tipo antidepressivo sia 6-8 sedute di psicoterapia orientata alla risoluzione del problema.

A distanza di solo 12 mesi, nel gruppo che ha seguito questo approccio, si è osservata una riduzione netta nella sintomatologia artritica, molto più ampia rispetto al miglioramento ottenuto nel gruppo di controllo (41% contro 18%).

I risultati sono stati stabiliti in base a una lista standardizzata di sintomi, ma i pazienti che si sono sottoposti a questa forma di intervento hanno riportato anche una sostanziale riduzione del dolore, una riduzione delle interferenze nelle attività quotidiane dovute alla patologia e al dolore, nonché un miglioramento nello stato generale di salute e nella qualità della vita.

Risultati tutto sommato non sorprendenti per chi, come noi, si accosta ai problemi di salute da un punto di vista olistico.

Non solo l’artrite, infatti, si integra perfettamente in un quadro come quello descritto dallo studio citato: anche molte altre malattie croniche, come il diabete o le patologie cardiovascolari, traggono normalmente vantaggio da un trattamento che comprenda l’individuo malato nella sua globalità.

Mentre sembra che il mondo accademico si confronti con difficoltà con le interferenze reciproche tra corpo e psiche, su questo sito abbiamo ripetuto spesso come l’interpretazione e l’azione olistica siano sempre indispensabili per una gestione efficace dell’essere umano malato.

A questo punto ci sembra utile sottolineare che i farmaci antidepressivi non sono l’unica formula capace di garantire un aiuto sicuro in situazioni di questo tipo.

Ci sono altri tipi di sostanze fitoterapiche e minerali, dall’iperico agli oligoelementi, pratiche salutari come la meditazione e l’esercizio fisico (la corsa in particolare!), l’intervento dietetico basato centrato sul riequilibrio dei neurotrasmettitori o sulla riduzione delle interferenze neurologiche dovute alle intolleranze alimentari.

Esiste dunque una serie di interventi perfettamente naturali che ben si prestano a riequilibrare l’umore, e quindi a riprendere pienamente il controllo sulla propria funzione senza rivolgersi necessariamente ai farmaci di sintesi.