Digiuno intermittente: gli errori più comuni del fai da te
I recenti studi scientifici si stanno focalizzando sul digiuno intermittente e altre forme di digiuno.
Nel caso di digiuno intermittente e quindi l’astensione dal cibo per un periodo di tempo limitato, le sue proprietà sono state ampiamente riconosciute.
Il digiuno non è utile solo per la perdita di peso, ma influenza positivamente il ritmo del sonno, il tono dell’umore e la gestione dello stress. Migliora la fertilità e protegge il cuore, abbassando la pressione sanguigna e migliorando il profilo lipidico.
Riduce l’infiammazione, migliora la lucidità mentale e diminuisce il rischio di malattie neurodegenerative.
Praticare il digiuno intermittente tuttavia, ha senso solo se si evitano improvvisazioni; i benefici si ottengono unicamente seguendo protocolli specifici e personalizzati.
La versione fai-da-te è spesso controproducente. Per quali motivi?
Vediamo gli errori più comuni:
- “Ho provato a praticare il digiuno serale, ma alle 23:00 mi viene fame”.
Spesso che si avvicina al digiuno breve considera di saltare solo la cena. Tuttavia, se l’alimentazione della giornata non è correttamente bilanciata o non soddisfa specifici fabbisogni nutrizionali, il rischio è di trovarsi con molta fame prima di andare a letto, vanificando lo sforzo fatto con qualche snack di emergenza.
Di notte è meglio non mangiare se si vogliono controllare glicemia e peso. Anche per chi fa i turni
Risulta fondamentale invece che, durante la giornata, i pasti siano bilanciati, con una colazione abbondante e un pranzo ottimale, per arrivare al giorno successivo senza fame eccessiva.
Nei casi in cui i due pasti non fossero sufficienti, è possibile inserire uno spuntino pomeridiano che aiuti a raggiungere i fabbisogni ottimali durante la giornata e a mantenere un digiuno di almeno 16 ore.
- “Ieri sera ho praticato digiuno: ho bevuto solo un latte caldo/ho mangiato della frutta e basta”.
Mangiare poco o bere un bicchiere di latte non è compatibile con il digiuno. L’ingestione di nutrienti attiva il processo digestivo e vanifica la pratica di digiuno intermittente.
Via libera invece a caffè non zuccherato, tisane, tè o infusi freddi o caldi o semplicemente acqua.
- “Se il digiuno è di 16 ore, allora preferisco saltare la colazione”.
Il digiuno intermittente può essere praticato anche saltando la colazione, l’importante è far trascorrere 16-18 ore di digiuno. Tuttavia, soprattutto per chi è abituato a fare colazione, saltarla può comportare il rischio di avere troppa fame durante la giornata, arrivando a cena eccessivamente affamati e sentendo la necessità di fare più spuntini nell’arco della giornata.
Per questo motivo, saltare la colazione, oltre a non apportare benefici in termini di energia, alterazioni glicemiche e concentrazione, rischia di far mangiare di più, specialmente in quelle persone che non vogliono rinunciare alla cena in famiglia e quindi non optano per il digiuno serale.
- “Salto il pranzo così mangio meno e faccio un digiuno dalla colazione alla cena”.
Il salto del pranzo non è da intendersi come digiuno intermittente; tra la colazione e la cena non trascorrono ore sufficienti per considerarlo tale, con il rischio di consumare una cena molto tardi che incide negativamente su umore, sonno e alterazione dei valori di glicemia nel sangue. Il salto del pranzo non è quindi mai consigliato, fatta eccezione per quei pranzi in cui per motivi di lavoro si deve saltare il pasto (ma l’importante è che non sia un abitudine).
Quando si desidera intraprendere il digiuno intermittente, l’approccio va sempre adattato allo stile di vita e alle esigenze personali; per questo motivo è preferibile evitare il “fai-da-te”, ma affidarsi a professionisti che sappiano guidare con attenzione l’aderenza a questa pratica.
Sebbene abbia numerosi benefici, se seguito in maniera inadeguata può portare solo a effetti negativi.